Al via l’edizione 2023 del Mondiale di Top Division

Al via l’edizione 2023 del Mondiale di Top Division

Inizia venerdì 12 maggio l’86° Mondiale di Top Division, per la quarta volta sarà un torneo condiviso tra due Paesi: dopo le edizioni del 2012 (Finlandia, Helsinki, e Svezia, Stoccolma), 2013 (Svezia, Stoccolma, e Finlandia, Helsinki) e 2017 (Germania, Colonia, e Francia, Parigi), è il turno, nuovamente, della Finlandia con Tampere e della Lettonia (Riga). Con tre Mondiali su quattro co-organizzati, la Federazione finnica detiene, così, un particolare record che difficilmente sarà eguagliato nel breve. Inoltre la cittadina finlandese è la sede principale per il secondo anno consecutivo; a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’Armata Rossa a febbraio 2022, la IIHF aveva escluso lo scorso anno Bielorussia e Russia dalla rassegna iridata, a quest’ultima aveva anche revocato l’organizzazione del torneo di quest’anno e assegnata alla Federazione finlandese e a quella lettone, le cui macchine organizzative erano già collaudate dai tornei del 2021 e 2022.
Anche quest’anno, finora, nessuna emittente televisiva italiana ha acquistato i diritti TV, gli appassionati di hockey potranno seguire le partite sul canale Youtube della IIHF collegandosi al link https://www.youtube.com/iihfworlds. Il calendario completo è disponibile a questo link   

La Finlandia, Campione del mondo in carica è la squadra da battere. Riuscirà a confermarsi? L’ultima a riuscirci fu la Svezia nel 2018, successivamente finlandesi e il Canada si sono alternati nell’albo d’oro con un buco causato dalla pandemia di Covid-19.
I padroni di casa possono contare sul ritorno di Kaapo Kakko, rivelazione della kermesse del 2019 che contribuì a conquistare con 7 goal e 1 assist, e Kasperi Kapanen, assente con la Leijonat dal 2018. Il roster è formato principalmente da giocatori di club europei. La difesa e la migliore scuola di portieri sono i loro punti di forza.

Nel Gruppo A tra i rivali ci sono gli Stati Uniti che si presenta con un roster composto da un mix di giovani di NCAA, tra cui Sean Farrell, visto alle Olimpiadi di Pechino e al Mondiali dello scorso anno, e Drew Commesso, anch’egli in Cina nel 2022 e ai Mondiali del 2021, Tra gli NHLers il nome di spicco è quello di Nick Bonino, due volte medaglia di bronzo.

La Svezia deve cancellare il periodo di “vacche magre” coinciso con la mancata qualificazione ai playoff nel 2021 e l’eliminazione ai quarti di finale del 2022 per mano del Canada; compito non semplice con un roster composto da quindici giocatori al debutto in un Mondiale, tuttavia il pedigree del nuovo coach Sam Hallam (tre titoli nazionali con il Vaxjo Lakers) e i risultati nell’Euro Hockey Tour fanno ben sperare.

Nuovo allenatore anche per la Germania, la Federazione ha affidato la panchina a Harold Kreis, ex assistente di Uwe Krupp. L’obiettivo minimo è quello di accedere ai quarti di finale, per raggiungerlo l’allenatore si affida agli NHLers Nico Sturm (San José Sharks), J.J. Peterka (Buffalo Sabres) e al terzino Moritz Seider (Detroit Red Wings).

Sulla Danimarca peserà l’assenza del trentaseienne Sebastian Dahm, la difesa della gabbia è contesa da George Sorensen, Frederik Dichow e Mathias Seldrup. A colmare il vuoto di esperienza tocca a Nikolaj Ehlers, unico NHLers tra i danesi, e Mikkel Bødker dell’HV71, ma con dodici stagioni nella Lega nordamericana con Arizona Coyotes, Colorado Avalanche, San José Sharks e Ottawa Senators. La permanenza in Top Division dovrebbe essere una formalità.

Chi pensa più a salvarsi che ad accedere ai playoff è la Francia; a Tampere presenta quattro nuovi debuttanti, tra cui l’interessante prospetto Justin Addamo, tutti guidati dall’esperienza di Sacha Treille e Alexandre Texier, l’unico ad aver giocato in NHL.

L’Austria vuole ripetere il girone preliminare chiuso al sesto posto che significa rimanere nel gotha dell’hockey mondiale. A questo scopo sono stati nuovamente convocati pedine fondamentali come Peter Schneider, Dominique Heinrch e i portieri Bernhard Starkbaum e David Kickert. Da tenere d’occhio il ventunenne Marco Rossi, promessa dei Minnesota Wild.

La squadra maggiormente indiziata alla retrocessione è l’Ungheria, tornata in Top Division dopo sette anni d’assenza. E forse a una possibile salvezza non ci crede neanche la Federazione che ha già ufficializzato la propria candidatura all’organizzazione dei Mondiali di 1a Divisione A del 2024, al quale prenderà parte anche l’Italia. Ai magiari mancheranno giocatori che in passato hanno avuto il proprio peso specifico come il portiere Mikos Rajna, infortunato, e l’attaccante Janos Vas, ritiratosi alla “veneranda” età di 39 anni. Il nuovo allenatore è Kevin Constantine, coach da due anni del Fehervar AV19, mentre il giocatore più rappresentativo è l’attaccante Balazs Sebok, cresciuto hockeisticamente in Finlandia e all’Ilves Tampere nelle ultime due stagioni.

Nel Gruppo B quattro nazionali puntano ai playoff, in primis i vicecampioni del Canada, arrivati a Riga con un roster giovane e dalle belle speranze, tra cui Jack McBain (visto alle Olimpiadi di Pechino), Adam Fantilli (uno dei migliori prospetti del draft di quest’anno), Joel Hofer e Devon Levi.

La Repubblica Ceca punta a migliorare il terzo posto dello scorso anno che gli è valsa la prima medaglia di bronzo dopo dieci anni di delusioni. La medaglia d’oro manca dal 2010. Con un attacco depotenziato rispetto allo scorso anno, nonostante la presenza di Dominik Kubalik, Michael Spacek, Filip Chlapik e Filip Chytil, è la difesa che potrebbe fare la differenza: la gabbia se la contenderanno Simon Hrubec, Marek Langhamer e Karel Vejmelka; tra i terzini spiccano i nomi di Michal Jordan (sei Mondiali, secondo solo a Roman Cervenka a quota dieci) e Jakub Zboril, finora unico NHLer convocato.

I fratelli della Slovacchia devono confermare il trend positivo degli ultimi anni che ha prodotto una medaglia di bronzo ai Giochi olimpici di Pechino. I giovani talenti come il difensore Samuel Knazko e gli attacanti Martin Chromiak, Milos Kelemen e Pavol Regenda sono supportati dai più esperti di Peter Cehlarik, Marek Hrivik, Libor Hudacek, Richard Panik e Adam Janosik.

L’accesso ai playoff è l’obiettivo minimo per la Svizzera, tuttavia vuole superare lo scoglio degli ottavi di finale che non riesce dal 2018, quando perse la sua seconda finale in un Mondiale. In roster i giocatori più anziani sono il trentanovenne Andres Ambühl (al 18° torneo iridato) e il trentacinquenne Leonardo Genoni. Tra i giovani da tenere d’occhio i difensori Tim Berni e Janis Moser e gli attaccanti Nino Niederreiter e Denis Malgin.

Spinto dal pubblico amico, la Lettonia potrebbe essere la mina vagante del raggruppamento di Riga; i playoff non vengono raggiunti dal 2018, per raggiungerli l’esperienza non manca con quindici giocatori che vantano almeno quattro Mondiali in carriera, Andris Dzerins ne conta dodici. Da seguire il diciannovenne Dans Locmelis che ha impressionato agli ultimi Mondiali Under 20.

Tra le squadre che vivono nella terra di mezzo c’è la Norvegia: non raggiunge i playoff dal 2012, ma al tempo stesso non retrocede da ventun’anni. Coach Tobias Johansson può contare sui veterani Ken André Olimb e Andreas Martinsen e il ventiduenne Emil Martinsen Lilleberg, prospetto degli Arizona Coyotes.

Il discorso salvezza in questo raggruppamento è ristretto a Kazakistan e Slovenia: gli asiatici hanno registrato molti giovani al torneo, tra cui il ventiduenne Andrei Buyalsky, promessa dei Colorado Avalanche. Presenti i “sempreverdi” Roman Starchenko e Yevgeni Rymarev.
Gli sloveni, con un rosa la cui età media è di trent’anni, sono guidati da giocatori esperti quali il difensore Blaz Gregorc e l’attaccante Robert Sabolic.


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