L’hockey italiano piange la scomparsa di Dave Tomassoni

L’hockey italiano piange la scomparsa di Dave Tomassoni

Si è spento lo scorso giovedì 11 agosto, all’età di 69 anni, David Tomassoni; da un anno lottava contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA); l’ex difensore ha giocato in Italia dal 1975 al 1991, lasso di tempo in cui ha indossato anche la maglia della Nazionale, partecipando, tra l’altro, alle Olimpiadi di Sarajevo del 1984.

In Italia sbarcò nel 1975, grazie all’interessamento del Gardena, in un periodo in cui gli oriundi erano al centro di discussioni sul loro status ed erano visti con diffidenza e scarsa cordialità; gli altoatesini puntavano a scalzare l’egemonia del Cortina vincitrice di cinque scudetti nei sei anni precedenti; guidati da Lasse Oksanen, nel doppio ruolo di allenatore-giocatore, centrarono l’obiettivo superando al rush finale il Bolzano. L’italoamericano disputò tutte le ventototto gare in programma. Bruno Turina, Direttore Sportivo dei gardenesi a fine campionato lo descrisse così a “La Gazzetta dello Sport”:

“Anche Tomassoni, che non è certo straniero, essendo figlio di italiani, di Perugia, esattamente, è andato molto bene – dichiarò Bruno Turina, Direttore Sportivo dei gardenesi, a fine campionati a “La Gazzetta dello Sport” –. Il ragazzo è italiano, è nato in America, giocava nell’Università del Minnesota, però non ha le caratteristiche dei giocatori di marca americana o canadese. È un difensore pulito, gioca sull’anticipo o sul piazzamento, non è falloso. Dopo una difficoltà abientale all’inizio, è andato tutto liscio e ha disputato una seconda parte del campionato a grande livello. Anche lui darà certamente confermato.
L’avevamo scelto per avere un difensore in più, pensando che quattro soli non bastassero. Infatti all’ultima partita avevamo Pescosta con la febbre, durante la stagione è stato fermo Brugnoli, poi anche Frisch; con un elemento in più le nostre due coppie sono state sempre al completo. È stata una mossa felice, anche per Tomassoni si è inserito splendidamente, coprendoci il vuoto lasciato dal canadese yates, altro elemento d’ordine”.

Dopo un’altra stagione a Ortisei, vestì per la prima volta la maglia Azzurra e prese parte ai Mondiali di Gruppo C del 1977. La presenza, insieme a quella di Giulio Francella, scatenò nei mesi precedenti l’inizio del torneo 1977/78 ulteriori polemiche tra i Presidenti delle società: Gardena e Alleghe li volevano considerare italiani e tesserare altri due stranieri (il limite massimo permesso all’epoca), per le altre società dovevano continuare a essere considerati stranieri. Le due società minacciarono il ritiro dal campionato, il caso arrivò anche a Roma con l’interrogazione parlamentare del deputato bellunese Gianfranco Orsini all’Onorevole Giulio Andreotti, Presidente del Consiglio dei ministri.
Malgrado ciò, il Consiglio Federale della FISG, tenutosi il 3 novembre 1977, ribadì che i due giocatori erano da considerarsi stranieri e ammetteva che la loro posizione era un’anomalia in rapporto alle norme regolamentari. Francella passò al Valpellice, mentre Tomassoni firmò per il Renon, tuttavia nel corso della stagione tornò negli Stati Uniti coi New Haven Nighthawks, franchigia di AHL.

Il distacco dall’Italia durò qualche mese, il neopromosso Merano, favorito dalla rinuncia alla Serie A della formazione di Collalbo, lo ingaggiò. La prima esperienza in riva al Passirio durò due stagioni, seguirono le esperienze con il Bolzano (1980/81), Asiago (1981/82), dove formò con Tom Ross e Tom Milani “la Banda dei Tom”, e altri due anni nei Mastini Varese. Nel 1984 riprese la strada per Merano, con le Aquile di coach Brian Lefley centrò il suo secondo Scudetto personale nel 1986. Il terzo lo conquistò nel 1991 con il Milano Saima di coach Lou Vairo.

In Nazionale debuttò il 10 ottobre 1976 a Dresda contro la Germania Est, la prima rete ai Mondiali di gruppo C del 1977 contro il Belgio il 13 marzo 1977 a Copenaghen. Di rassegne iridate ne gioco altre tre: 1 di Gruppo B nel 1981 (Ortisei) e 2 di Gruppo A (Finlandia 1982 e Germania Ovest 1983). Nel 1984 fu convocato da coach Ron Ivany per partecipare alle Olimpiadi di Sarajevo: l’esperienza personale a cinque cerchi si chiuse con 5 presenze, 1 goal all’U.R.S.S. e 1 assist per Grant Goegan che valse il momentaneo 3-1 sulla Polonia.

Appesi i pattini al chiodo, Tomassoni intraprese la vita politica, diventando Senatore della Stato del Minnesota. La collega Melisa Lopez Franzen lo ricorda con queste parole:

“Il senatore Dave Tomassoni è stato per decenni una presenza gigantesca al Campidoglio dello Stato del Minnesota e mancherà a tutti coloro che ha toccato.  La sua personalità, che si è fatta apprezzare dai colleghi di ogni schieramento, lo ha aiutato a fare molto per migliorare la vita non solo delle persone e delle comunità che rappresentava nell’Iron Range, ma di tutti i cittadini del Minnesota.  Ha avuto successo perché ha costruito ponti e lavorato in modo collaborativo e con dignità, amore e rispetto, anche durante i dibattiti più controversi.  Aveva un solo obiettivo: servire il Minnesota e le persone che lo hanno mandato a St. Paul.
Verrà ricordato per la sua feroce ed efficace difesa delle miniere e dei posti di lavoro dell’Iron Range e per il suo instancabile lavoro per migliorare la vita delle famiglie, delle scuole, delle imprese e delle comunità che rappresentava. Sebbene abbia perso la sua battaglia contro la Slerosi Laterale Amiotrofica (SLA), nei suoi ultimi mesi di vita ha continuato a lavorare con coraggio e altruismo.  Quest’anno ha promosso il finanziamento della ricerca sulla malattia, anche se sapeva che probabilmente non avrebbe aiutato lui personalmente, ma piuttosto altri malati di SLA in futuro.
Come cittadino del Minnesota, il senatore Tomassoni amava anche l’hockey ed è ricordato per essere stato una stella dell’hockey alla Chisholm High School.  Alla fine ha giocato a livello professionale in Italia e, fedele alle sue radici familiari, ha anche fatto parte della squadra olimpica italiana di hockey nel 1984.
I nostri pensieri vanno alla moglie Charlotte, ai tre figli e ai sei nipoti per la loro perdita.  Il Minnesota ha perso un gigante che con abilità e passione ha migliorato la vita delle persone in tutto lo Stato”.

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