Nazionale, volti nuovi: Dante Hannoun

Nazionale, volti nuovi: Dante Hannoun

(Helsinki) – Se c’è uno dei nuovi volti che maggiormente ha impattato positivamente in Nazionale, quello è senza dubbio Dante Hannoun. Entrato nel giro della Nazionale con le prime convocazioni di aprile, nelle amichevoli di preparazione ha mostrato le sue capacità mettendo a referto 3 punti, frutto di 1 goal e 2 assist in sei gare. Adattandosi agli schemi di coach Greg Ireland, il ventitreenne italocanadese si sta confermando ai Mondiali di Top Division con altri 4 punti (1 goal e 3 assist).

Quali sono le tue origini italiane?

La mia famiglia materna è del sud Italia. Mia madre è sorella di quella di Alex Petan

Hai mai visitato i luoghi di origine?

Non ho ancora visitato la mia famiglia di origine, penso che prossimamente programmerò un viaggio per andarli a incontrare.

Hai un nome importante, quello del maggiore scrittore e poeta italiano.

Sì, me l’hanno detto in tanti, ma io non ho mai letto i suoi scritti e neanche sentito parlare.

Come stai vivendo la tua esperienza hockeistica italiana?

Finora è stato bellissimo, non posso ringraziare abbastanza chi mi ha portato in Italia.

In Nazionale giochi con tuo cugino Alex Petan. Te lo saresti mai aspettato?

No, non me lo sarei mai aspettato. Negli ultimi anni entrambi abbiamo stretto i denti e lavorato sodo per raggiungere questo obiettivo.

Tu e Alex siete cresciuti insieme a Matt Barzal (convocato dal Canada ai Mondiali di Top Division finlandesi, nda). Quali sensazioni hai provato a giocare contro un amico a così alto livello?

È stato fantastico. Siamo cresciuti insieme, trascorso le estati insieme ed è stato molto bello a giocare a questo livello.

Qual è la sua opinione sulla Nazionale italiana?

Ne abbiamo parlato dopo la partita e mi ha detto che ne siamo usciti molto forti e che dobbiamo ripeterci nei prossimi incontri.

Siete una famiglia di hockeisti. Tu, Alex, tuo fratello Demiro e Nic Petan. Nella tua crescita hockeistica, ti sei mai ispirato a loro?

Sono il più piccolo del gruppo, quando ci allenavamo li guardavo sempre.

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