Mondiali TD: il precedente con la Svizzera e il Canada

Mondiali TD: il precedente con la Svizzera e il Canada

In occasione dei Mondiali riportiamo alla luce antiche battaglie degli uomini che hanno lottato per la maglia Azzurra. Uno spaccato con cui vogliamo narrare la storia della Nazionale e far conoscere ai lettori le gesta di campioni e accadimenti sconosciuti o dimenticati.

Escluse le Olimpiadi di Garmisch Partenkirchen (1936), Sankt Moritz (1948) e Cortina d’Ampezzo (1956), quando le manifestazioni a cinque cerchi incoronavano anche la Nazionale Campione del Mondo, la prima volta che Italia e Svizzera si sono ritrovate di fronte in una rassegna iridata risale al 1959. Nel Gruppo A l’Italia mancava dal 1939, nel dopoguerra l’inserimento di diversi oriundi “importati” dalla Federazione, e distribuiti ai club di Serie A, contribuì a innalzare il livello tecnico della Nazionale che consentì negli anni ’50 di vincere i Criterium d’Europa, precursori del Mondiale Gruppo B,  del 1951 e 1953.

Il 6 luglio 1958 a Valle Isarco il Consiglio Direttivo della FISG decise di partecipare al Mondiale Gruppo A in programma in Cecoslovacchia, perché ritenuta “indispensabile per collaudare la squadra e per completare la sua preparazione”. Una frase che contrastava quanto scritto poco sopra, tuttavia, oltre agli oriundi, dopo le Olimpiadi di Cortina la FISG stava lavorando parallelamente allo sviluppo dei giovani, nonostante i risultati non fossero incoraggianti, come scrisse Luigi Grassi, giornalista de La Gazzetta dello Sport, secondo il quale la strada del rinnovamento era lenta “anche perché questa benedetta scuola dei giovani è sempre stata – e lo è purtroppo anche tuttora, salvo a Cortina e Ortisei – il punto debole della nostra organizzazione hockeistica, sia per gli orari inadatti riservati ai giovani, sia per lo scarso interesse dei dirigenti, sempre propensi a pagare di tasca e saporitamente per risultati concreti immediati, piuttosto che a seminari per il futuro.”

A Ostrava la compagine italiana guidata da Billy Cupolo arrivò da sfavorita, ben  presto fece i conti con la cruda realtà che portò in dote le pesanti sconfitte contro Svezia (11-0) e Germania (7-2); il successo di misura sulla Finlandia non servì a evitare il Girone di consolazione, chiuso al quarto posto (decimo assoluto), grazie ai due punti conquistati a Mlada Bolesav contro la Svizzera: una partita in cui la superiorità del Blue Team si è concretizzò sia sul ghiaccio che nel computo delle reti; la prima maturata dopo 5’ dalla stecca di Bernardo Tomei, fu annullata dall’arbitro norvegese Johan Narvestad. L’appuntamento col goal venne rinviato alla frazione centrale: dal 4’ al 12’ Giovanni Furlani, Carmine Tucci e Tomei costrinsero gli elvetici a capitolare. Solo gli interventi di René Kiener evitò un passivo maggiore. Incanalata la gara sui binari del successo, in un terzo tempo più equilibrato, Roger Chappot e Gianpiero Branduardi fissarono il risultato sul definitivo 4-1.

 

In quindici confronti Mondiali, le sconfitte incassate dall’Italia contro il Canada sono tredici. L’unica gara conclusa con le Foglie d’Acero in doppia cifra risale al 24 aprile 1993 a Monaco di Baviera.

Ai Mondiali tedeschi di Gruppo A, il Blue Team era stato inserito nel Girone A; si presentò davanti ai canadesi forti del pareggio con la Russia (2-2), il successo sulla Svizzera (1-0) e la sconfitta contro la Svezia (2-6). Il ruolino di marcia e il quarto posto in classifica manteneva gli uomini di coach Brian Lefley in corsa per i quarti di finale. Nei giorni precedenti La Gazzetta dello sport esaltò le doti tra i pali di David Delfino che, in tre gare, aveva raggiunto la media parate del 92,52% ottenuta in 120’ di gioco, parando 107 tiri, tuttavia sulla carta non c’era storia; le Foglie d’acero, tra le cui fila militava la stella del momento Eric Lindros, erano troppo forti: se l’attacco segnava a ripetizione, la difesa era ermetica; in tre partite Bill Ranford subì una sola rete e presentava una percentuale parate del 98,86%.
L’Italia scese sul ghiaccio conscia che l’Austria, una delle dirette concorrenti nella lotta per l’ultimo posto ai playoff, era stata eliminata dalla corsa dagli elvetici. Ne nacque una partita rilassata contro una Nazionale accreditata al successo finale: i nordamericani impiegarono 3’51” per mettere in ghiaccio il risultato con le reti di Dave Gagner e di Lindros. Sul 3-0 di Greg Johnson al 12.31, Lefley sostituì Delfino con Bruno Campese, ma non servì ad evitare la grandine di goal, terminata a quota 11 reti, contro le due Azzurre, messe a referto da Martin Pavlu e Lucio Topatigh.

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