Tony PumaLa Slovacchia mette in bacheca la prima medaglia olimpica, sfuggita per mano della Finlandia nel 2010 a Vancouver. Nella finale per il bronzo batte la Svezia 4-0, il successo è costruito nella frazione centrale e ha come protagonista il diciassettenne Slafkovsky, rivelazione del torneo. Soddisfazione anche per il goalie Rybar, termina la gara a porta inviolata, chiude il torneo con una percentuale parate del 96,58% e due shutout all’attivo. Svezia a secco di medaglie per la seconda Olimpiade consecutiva.
L’avvio di gara è spumeggiante: a 1’30” dall’ingaggio d’inizio Bengtsson scalda il guanto di Rybar; Pospisil, libero di slalomeggiare nella difesa svedese, risponde con una verticalizzazione centrale neutralizzata da Johansson. La prima penalità è assegnata al 4.42 al portiere slovacco per uno sgambetto, tuttavia lo special team scandinavo non riesce ad incidere. Tornati con gli stessi uomini sul ghiaccio i ritmi rimangono elevati, la gara offre continui capovolgimenti di fronte: all’11’ Hrivik colpisce il palo alla sinistra del goalie avversario, su suggerimento di Slafkovsky. Dopo una prima parte equilibrata, la formazione dell’est diventa maggiormente intraprendente, l’azione più interessante è di Jurco, il cui diagonale è deviato da Johansson.
Il vantaggio slovacco è merito, al 23.17, la Slafkovsky, la cui azione personale è conclusa con un diagonale deviato, involontariamente, da Folin. Nei 5’ successivi la Svezia si getta all’attacco in cerca del pareggio, il loro ardore è spento dalle penalità comminate a Lander e Everberg che costringono ad arretrare il baricentro e a subire lo 0-2 di Takac, il quale finalizza il passaggio da fondo pista di Regenda infilando il disco tra palo e portiere. Il buon momento degli slavi è confermato a 4’ dal secondo riposo, quando Regenda in inferiorità scatta in contropiede alla ricerca del 3-0, disinnescato da Bengtsson.
Anche nel terzo tempo la Svezia fatica a trovare il bandolo della matassa; la gara si mette in ulteriore salita al 42.21, quando Brodin sferra un pugno in faccia a Marincin e lascia i suoi compagni in inferiorità, superata indenne dalle Tre Kronor. Con il trascorrere dei minuti gli uomini di coach Ramsay amministrano il vantaggio, gli scandinavi conquistano porzioni di ghiaccio, ma rischiano di capitolare al 48.19, la traversa colpita da Hudacek li lascia in partita. Il colpo del K.O. non riesce neanche a Cehlarik, uscito sconfitto dall’uno contro zero con Johansson. Il duello si rinnova al 52.59 e l’attaccante deve ancora arrendersi all’abilità dell’estremo difensore. L’appuntamento con il goal è rimandato al 58.26, il merito a porta vuota è di Slafkovsky. Imitato 20” più tardi, nella stessa situazione di gioco, da Regenda.
Svezia – Slovacchia 0-4 (0-0; 0-2; 0-2)
Svezia: Lars Johansson (Magnus Hellberg); Oscar Fantenberg – Lukas Bengtsson – Christian Folin – Philip Holm – Henrik Tommernes – Jonathan Pudas – Theodor Lennstrom; Carl Klingberg – Anton Lander – Mathias Brome – Dennis Everberg – Lucas Wallmark – Pontus Holmberg – Gustav Rydahl – Daniel Brodin – Linus Johansson – Fredrik Olofsson – Max Friberg – Joakim Nordstrom – Jacob de la Rose. Coach: Johan Garpenlov.
Slovacchia: Patrik Rybar (Branislav Konrad); Peter Ceresnak – Michal Cajkovsky – Mislav Rosandic – Martin Marincin – Samuel Knazko – Martin Gernat – Simon Nemec; Juraj Slafkovsky – Marek Hrivik – Peter Cehlarik – Milos Roman – Samuel Takac – Pavol Regenda – Marko Dano – Libor Hudacek – Kristian Pospisil – Milos Kelemen – Tomas Jurco – Michal Kristof – Peter Zuzin. Coach:Craig Ramsay.
Arbitri: Olivier Gouin (Canada) e Yevgeni Romasko (Russia) Linesmen: Gleb Lazarev (Russia) – Nikita Shalagin (Russia)
Penalità: Svezia 6 (0/4/2) – Slovacchia 4 (2/2/0)
Tiri: Svezia 28 (8/8/12) – Slovaccha 43 (14/14/15)
Marcatori: (0-1) 23.17 Juraj Slafkovsky (Peter Ceresnak); (0-2) 32.47 Samuel Takac (Pavol Regenda) PP: (0-3) 58.26 Juraj Slafkovsky (Peter Cehlarik) ENG; (0-4) 58.46 Pavol Regenda ENG
Spettatori: 1.229