La Nazionale italiana torna a giocarsi la qualificazione olimpica a Riga a distanza di dodici anni e mezzo; gli avversari per due terzi saranno gli stessi: oltre ai padroni di casa della Lettonia, ci sarà da affrontare ancora l’Ungheria, mentre al posto dell’Ucraina, gli uomini di coach Ireland affronteranno la Francia.
I favori del pronostico erano tutti per i lettoni, avvantaggiati dal fattore campo e dal maggiore spessore tecnico. La Federazione italiana, chiusa la paretesi Mickey Goulet conclusa con la retrocessione ai Mondiali di Top Division canadesi, affidò la guida della Nazionale a Rick Cornacchia, il quale convocò un mix di giocatori veterani e di buon talento, seppur con esperienza internazionale limitata: tra i pali il coach italocanadese scelse Thomas Tragust, Adam Russo e Günther Hell. La difesa era formata da Christian Borgatello, Michele Strazzabosco, Armin Helfer, Steve Gallace, Carter Trevisani, Trevor Johnson e Stefano Marchetti. L’attacco si appoggiava sulle capacità di Luca Ansoldi, Giulio Scandella, Nicola Fontanive, Roland Ramoser, Pat Iannone, Giorgio De Bettin, Manuel De Toni, Jonathan Pittis, Mario Chitaroni, Thomas Pichler, Mike Souza, Luca Felicetti e Anthony Aquino.
Proprio i magiari furono gli avversari successivi, per mantenere vive le probabilità di promozione il successo era d’obbligo: ad Ansoldi e Aquino bastarono 35”, quelli intercorsi tra il 13.42 e 14.17 per incanalare la gara sui binari della vittoria. Tra il secondo e il terzo tempo Pittis, in powerplay e Chitaroni (l’ultimo grande italo della seconda generazione di oriundi visti in Italia), in inferiorità, chiusero i conti. Alla prestazione degli Azzurri mancava solo il sigillo dello shutout di Russo (preferito per l’occasione a Tragust), negato al 58.49 da Bence Svasznek. La Lettonia continuò il suo cammino piegando anche l’Ucraina 4-2.
A fine partita il coach dichiarò al nostro microfono:
“Finalmente hanno giocato senza timore dell’avversario – spiega Cornacchia –. Nel primo tempo della partita contro l’Ucraina, i miei attaccanti avevano paura di presentarsi davanti al portiere avversario. Sì, hanno giocato molto contratti e ne abbiamo pagato le conseguenze. Stamattina nel briefing quotidiano ho cercato di incoraggiare i ragazzi. Ho spiegato loro di non aver paura dell’avversario e di cercare di avere più fiducia in se stessi. Mi hanno ascoltato ed abbiamo giocato una buona partita. Oggi finalmente hanno “rotto il ghiaccio” in tutti i sensi.”
A fine torneo, coach Cornacchia tracciò il bilancio:
“Sono soddisfatto soprattutto della prestazione dei giovani che si sono trovati a giocare in una Arena con oltre 10.000 spettatori che facevano il tifo per i padroni di casa… e non è da poco. Come ho già detto, gli attaccanti devono osare un po’ di più e non temere l’avversario come hanno fatto in questo torneo. Dovremo lavorare assieme per migliorare sempre di più!”
“Certo, non potremo andare alle Olimpiadi, ma l’importante riuscire ad avere un equilibrio per poter aver un bel gruppo omogeneo in vista dei Mondiali di Gruppo B in Polonia. Avremo come avversario ancora l’Ucraina e cercheremo di correggere gli errori commessi nella prima partita di questo torneo. A mio parere possiamo fare un bel campionato del mondo, anche perché il nostro girone non è proibitivo”.
Non mancò l’impressione dei giovani alla prima convocazione in Nazionale come quella di Stefano Marchetti, alla sua prima esperienza in campo internazionale:
“Certo, entrare sul ghiaccio di un’Arena così grande con tutti i fans che incitano la propria squadra è davvero un’esperienza unica, ti dà comunque una carica particolare anche se sei consapevole che fanno il tifo per il tuo avversario. Comunque è un’emozione indescrivibile”.