Quella volta che Svizzera-Italia finì in rissa

Quella volta che Svizzera-Italia finì in rissa

La rivalità tra Italia e Svizzera risale ai tempi dell’hockey pionieristico, si è accesa nel secondo dopoguerra, soprattutto quando le due Nazionali si equivalevano in tasso tecnico dando vita a vere e proprie battaglie sul ghiaccio.

Tra esse la più “infuocata” fu l’amichevole disputata l’11 marzo 1982 a Lugano: il primo periodo fece comprendere ai 5.500 spettatori presenti alla Resega che il confronto non sarebbe stato come gli altri; il gioco aggressivo del Blue Team nei primi 14’ di gioco scatenarono tre risse concluse con 13 giocatori sanzionati e la sospensione della partita per un’ora allo scopo di raffreddare gli animi. Ripreso il gioco, nella frazione centrale gli elvetici si portarono sul 3-2 (reti di Jörg Eberle, Üli Hofmann, Cary Farelli, Reto Dekumbis e Bob De Piero), distacco aumentato nell’ultima frazione di gioco da Eberle. Al 51.59 il tedesco Wilhelm Edelmann sanzionò Jim Corsi con 10’ penalità per cattiva condotta e pretese che il goalie abbandonasse il ghiaccio, le proteste dell’italocanadese contribuirono all’esplosione in tutto il suo fragore del nervosismo strisciante, si innescò una nuova rissa alimentata anche dai due coach, Dave Chambers e Lasse Lilja che avevano dei conti in sospeso dai tempi in cui allenavano club svizzeri (Berna il primo, Arosa il secondo). A quel punto alla terna arbitrale non rimase che sospendere definitivamente il match. A referto l’Italia riportò 59’ di penalizzazione contro i 16’ della Svizzera.

La stampa elvetica indignata si scatenò definendo farsa e squallida la prestazione degli Azzurri. Questo il commento pubblicato su “Il Giornale del Popolo” il giorno successivo:

“Tutti, dall’allenatore (tra i protagonisti della sceneggiata che poi ha causato la definitiva sospensione dell’incontro) al portiere (Corsi, bravo negli interventi quanto pazzo e indisciplinato nei confronti di arbitri e avversari), dagli azzurri (provocatori di primissima categoria) ai rossocrociati (lasciatisi trascinare nel marasma) vanno accumunati in una nota di biasimo grande così”.

Non contento il quotidiano ticinese attaccò senza mezzi termini gli “italos”:

“Una serata scandalosa. Di chi la colpa? A questa domanda rispondiamo: degli Azzurri, provocatori incalliti già la sera prima ad Arosa e ancora “gasati” alla Resega. Diciamo azzurri, non italiani e nemmeno oriundi. Fino alle 20.30 erano considerati canadesi, tre ore più tardi questi “dubbi” già erano spariti ed erano i passaporti verdi a dare stato per gli insulti… Chiamiamoli quindi azzurri”.

Da questo episodio trascorsero quattro anni prima che le due compagini tornassero ad incontrarsi in amichevole.

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