L’hockey piange la scomparsa di Mark Pavelich

L’hockey piange la scomparsa di Mark Pavelich

A pochi giorni dal quarantunesimo anniversario del “Miracle on Ice”, l’hockey piange uno dei suoi fautori: a 63 anni si è spento Mark Pavelich, uno dei centri della Nazionale statunitense, formata da studenti universitari, capace di piegare ai Giochi Olimpici invernali del 1980 di Lake Placid l’Unione Sovietica, vera macchina da guerra sui pattini. Suo l’assist vincente per Mike Eruzione che proietto gli americani alla conquista della medaglia d’oro.

L’ex attaccante è stato trovato giovedì 4 marzo senza vita in un centro di cura mentali in Minnesota, dove era ricoverato dal 2019 dopo l’aggressione ad un vicino accusato di aver alterato la birra.

Anche l’Italia ha avuto modo di poter ammirare le sue prestazioni: nell’estate del 1987 fu portato nel Bel Paese da Ron Chipperfield insieme allo svedese Kent Nilsson per una cifra complessiva, secondo le cronache dell’epoca, di circa mezzo milione di dollari; due pezzi da novanta (compagni di squadra nella stagione precedente nei Minnesota North Stars prima della partenza di Nilsson verso gli Edmonton Oilers che conquisterà la Stanley Cup) coi quali il Bolzano voleva strappare il Tricolore ai Mastini Varese. Obiettivo centrato superando i bosini in semifinale in tre gare e in altrettante il Merano nella Serie finale scudetto in cui l’allora ventinovenne Pavelich segnò 3 goal che conferì ai biancorossi il 4 marzo 1988, esattamente a 33 anni di distanza, lo Scudetto della stella.

Cordoglio alla famiglia è stato espresso da tutto il mondo dell’hockey, in particolare dalla Federazione statunitense e dall’Hockey Club Bolzano, al quale di unisce lo staff di Hockeytime.net.

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