Un anno senza Gino Pasqualotto, il nostro ricordo

Un anno senza Gino Pasqualotto, il nostro ricordo

È trascorso un anno dalla scomparsa di Gino Pasqualotto; negli ultimi dodici mesi il mondo ha registrato diverse tragedie che hanno coinvolto vip (tra gli sportivi ricordiamo su tutti Kobe Bryant, legatissimo al nostro Paese, e nelle ultime ore Alex Zanardi) e gente comune. Una volta esaurita la pandemia di Covid-19, probabilmente il mondo sarà cambiato, ciò che rimane immutato negli appassionati dell’hockey nostrano è l’affetto per Crazy Horse, soprattutto nella sua Bolzano, dove erano abituati vederlo in giro per la città o al PalaOnda.

Per come lo abbiamo conosciuto noi, schiettezza e disponibilità erano virtù imprescindibili; abbiamo sentito narrare tante storie da ex compagni, rimasti amici fraterni, sulla generosità sul ghiaccio di Gino, sempre pronto a difenderli nelle situazioni calde delle partite. Qualche aneddoto lo aveva raccontato anche lui nell’intervista pubblicata alla vigilia del Mondiale slovacco. Proprio quella intervista, un mese e mezzo prima della sua scomparsa, era stata l’occasione per risentirlo (solitamente accadeva ogni anno al suo compleanno). “Per la giovane età da bocia che ho, non ho un’articolazione che non mi faccia male”, ci disse. Non sapevamo ancora nulla della sua malattia, quando ci fu riferito rimanemmo sbigottiti. Non poteva essere.

Nei giorni seguenti i funerali sono stare ipotizzate diverse iniziative: una statua, un murales. Come riferito oggi dal quotidiano Alto Adige, il figlio Alex non è stato più informato ed aggiornato di eventuali sviluppi.
L’unico atto concreto finora realizzato è stato il ritiro della maglia da parte del Bolzano. Noi di Hockeytime.net pensiamo che la Federazione dovrebbe seguire lo stesso esempio con la maglia nella Nazionale. Un onore riservato fino ad oggi solo ai fratelli Gianfranco e Alberto Da Rin, suoi compagni in Azzurro negli anni ’70.

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