IHL Div. I: Aosta, le ragioni della mancata iscrizione

IHL Div. I: Aosta, le ragioni della mancata iscrizione

Tra le iscritte alla IHL Division I 2020/21 ufficializzate dalla Federazione salta all’occhio l’assenza dell’Aosta; la mancata partecipazione riduce ai minimi termini il numero di squadre ad Ovest (Chiavenna, Milano Bears Rossoblu, Real Torino e Valpellice Bulldogs), una fotografia poco edificante per un movimento che tra sei anni avrà le Olimpiadi invernali a casa propria. Tuttavia la scelta dei valdostani nasce da ragioni ben precise che Luca Giovinazzo, Presidente-allenatore dei Gladiators, illustra:

“L’anno scorso avevamo già dei veterani che volevano abbandonare e abbiamo puntato a fine stagione su giocatori dell’Under 17. Quest’anno abbiamo deciso di far intraprendere loro la giusta strada di crescita e dedicarci all’Under 19, formazione che non abbiamo mai avuto: tra i 2002 già pronti (inclusi due ragazzi che la scorsa stagione avevano smesso), otto ragazzi del 2003, Kevin Paillex rientrato dalla Finlandia e Nicolò Pellegrini dal Losanna, il roster è composto da 20-25 giocatori. L’Aosta esiste come società da dieci anni, ogni stagione con le giovanili facciamo un passo in avanti, ci mancava l’Under 19 e dopo tre anni di Under 17, abbiamo raggruppato i ragazzi. Nulla da togliere alla IHL Division I, il nostro è un campionato a cinque squadre dove i ragazzi neanche diciottenni non giocherebbero con i loro coetanei; per la loro crescita, per i nazionali, per chi ha ancora ambizioni hockeistiche importanti e per il nostro futuro (magari una IHL tra qualche anno), pensiamo che sia meglio crescere passo dopo passo. Non abbiamo giocatori un po’ più in là con l’età per disputare la IHL Division I con loro e qualche giovane aggregato, dipenderemmo troppo dai giovani, impegnati con gli studi o utilizzati in altri campionati, quindi abbiamo deciso di non bruciare le tappe e crescere con l’Under 19, dove, comunque, ci sono atleti che giocano anche in Alps Hockey League. Dal prossimo anno in questa categoria potremmo utilizzare solo due atleti del 2002, disputeremo una IHL in farmteam o inizieremo di nuovo con una IHL Division I giovane in collaborazione con il Real Torino con i vari Luca e Davide Baraldi, Fabio Lombardo, Pascal Blanc, Claudio Dezoppis che possono aspettare i nostri giovani e hanno voglia di giocare. In questo modo non smette nessuno”.

Idee chiare e tanto impegno, ripagato da un territorio che non manca di rispondere adeguatamente.

“L’anno scorso si è formato il gruppo di tifosi, ho dovuto organizzare una riunione per spiegare la situazione e informarli della collaborazione con il Real Torino che implicava gare anche nel capoluogo piemontese. Il territorio sta rispondendo bene: lo scorso anno abbiamo avuto il migliore innesto di avviamento con 25-30 ragazzi, da quando è stata fondata la società. Siamo in Italia, non possiamo paragonarci alla Svizzera, ma vorrei che la gente capisse che anche qui si può far hockey; abbiamo terminato la struttura del college, visitata anche da gente proveniente da Bolzano, Asiago e Appiano che voleva andare all’estero, ma che sono rimasti entusiasti e si sono fermati qui. Abbiamo diciannove iscritti, si fanno dieci-dodici ore di ghiaccio a settimana. La scelta di non partecipare alla IHL Division I non dipende da altre problematiche, lo scopo è quello di crescere in modo omogeneo”.

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