(Ambrì Piotta) – Il termine dell’estate hockeistica, una stagione odiata dagli appassionati di hockey che non sono mai sazi di vedere i propri beniamini pattinare sul ghiaccio, è segnata dalle presentazioni delle squadre. In Ticino il primo sodalizio ad “esser sceso in campo” davanti ai media, prima, e tifosi, dopo, è l’Ambrì Piotta.
Il club leventinese è atteso ad una stagione molto impegnativa: oltre al trentacinquesimo campionato di National League consecutivo, lotterà anche in Champions Hockey League, Coppa Svizzera e Coppa Spengler.
“Il cantiere è aperto, non c’è mai stato regalato nulla nel corso degli anni; il Consorzio La Montanara iniziato i primi lavori e ci garantisce che procederà a grande velocità per mantenere la tempistica prevista. Un progetto che contribuirà allo sviluppo dell’alta Leventina, un’area che sta conoscendo una nuova vita”.
“In campionato sarà la salvezza. Non significa fare demagogia o mettere le mani avanti, ma vuol dire essere ben consci del potenziale della nostra squadra, del livello del campionato e consapevoli che ogni stagione ha le sue dinamiche e riparte da zero. Ciò non vuol dire che non proveremo a vincere, significa che quando raggiungeremo l’obiettivo faremo un bel sospiro di sollievo. Per le Coppe cercheremo di giocarcela fino in fondo e di far tesoro delle esperienze e di progredire come singoli, gruppo e società”.
Duca ha i piedi ben piantati a terra e ricorda di non dimenticare cosa simboleggia il club della Leventina:
“L’Ambrì è una piccola realtà di montagna, un piccolo club alpino, che sfida le leggi dello sport moderno e quindi anche le dinamiche dell’economia. Noi rappresentiamo l’ideale della lotta, della resilienza e della convinzione che niente è impossibile; forse perché siamo ticinesi, una minoranza abituata a lottare per farsi strada. Amiamo le emozioni autentiche, per viverle siamo disposti a convivere con le scomodità della vecchia, ma affascinante, Valascia. Il nostro credo è che nello sport nono esistono miracoli, l’unica via per progredire è quella di lavorare sodo. I nostri valori sono l’umiltà, il rispetto e la famiglia; si può perdere, ma con onore. Due anni fa abbiamo deciso di cambiare strategia e tornare ad essere un club formatore: nelle ultime due stagioni abbiamo seguito lo sviluppo di diversi giovani, se lavoriamo bene ogni tanto dobbiamo lasciar partire qualche buon giocatore e cominciare daccapo. Il nostro obiettivo era ed è quello di offrire al nostro pubblico un hockey dinamico, veloce e combattivo; l’idea iniziale era quella di costruire una squadra intorno ad un nucleo forte formato da pilastro svizzeri e buoni stranieri e in questo senso siamo contenti di aver prolungato i contratti con alcuni di loro, ritenuti chiave. Sono stati affiancati da giovani giocatori volenterosi che vogliono prendersi delle responsabilità. L’età media della squadra si è abbassata. Per dare un senso allo sforzo di rilancio della prima squadra abbiamo riorganizzato e potenziato il settore giovanile sotto la guida di Manuele Celio e suo fratello Daniele”.
“La preparazione è iniziata il 26 aprile e si è conclusa il 12 luglio con tre settimane di sessioni comuni e una settimana di recupero attivo. Dopo due settimane di pausa, lunedì 28 luglio riprendiamo con il training camp per altre settimane molto dure ed intense; questa stagione è un po’ particolare per via della Champions Hockey League. Il nostro obiettivo durante la stagione sarà quello di giocare con le nostre armi: togliere tempo e spazio agli avversari con grande intensità e allo stesso tempo crearne per noi con lo scopo da attaccare la porta il più veloce possibile. La sfida più grande sarà la pianificazione, iniziata con gli allenamenti estivi e il training camp. Giocheremo in quattro competizioni, quindi una stagione intensa, allo stesso tempo speciale. A livello fisico non vedo grandi problemi, i ragazzi si sono allenati bene e sono in forma e preparati, mentre a livello emotivo dobbiamo programmare bene, è un aspetto che riteniamo importante, quest’anno ancora di più: durante le partite i giocatori spendono tanto sotto questo punto di vista e hanno bisogno di tempo per ricaricare le batterie. In campionato sarà importante trovare la costanza nelle prestazioni e, al di là del risultato della sera prima, presentarsi affamati e vogliosi di migliorarsi il giorno successivo. Sarà anche fondamentale diventare un gruppo unito e coeso. In Champions Hockey League per noi è un grande onore sfidare altre culture hockeistiche e squadre che in altri Paesi hanno grande tradizione; noi proveremo ad imparare tanto sapendo che pagheremo qualcosa a livello emotivo. La Coppa Svizzera è un’altra occasione per aumentare il nostro grado d’esperienza: proveremo ad andare il più avanti possibile nella competizione. La Spenger Cup è l’impegno più lontano e, onestamente, al momento non ci pensiamo ancora tanto, fermo restando che è un onore farne parte e proveremo a fornire buone prestazioni e scendere sul ghiaccio con la giusta attitudine”.