L’Ambrì Piotta si presenta

L’Ambrì Piotta si presenta

(Ambrì Piotta) – Il termine dell’estate hockeistica, una stagione odiata dagli appassionati di hockey che non sono mai sazi di vedere i propri beniamini pattinare sul ghiaccio, è segnata dalle presentazioni delle squadre. In Ticino il primo sodalizio ad “esser sceso in campo” davanti ai media, prima, e tifosi, dopo, è l’Ambrì Piotta.
Il club leventinese è atteso ad una stagione molto impegnativa: oltre al trentacinquesimo campionato di National League consecutivo, lotterà anche in Champions Hockey League, Coppa Svizzera e Coppa Spengler.

La conferenza stampa è aperta dal Presidente Filippo Lombardi, il quale con orgoglio parla della nuova Valascia:

“Il cantiere è aperto, non c’è mai stato regalato nulla nel corso degli anni; il Consorzio La Montanara iniziato i primi lavori e ci garantisce che procederà a grande velocità per mantenere la tempistica prevista. Un progetto che contribuirà allo sviluppo dell’alta Leventina, un’area che sta conoscendo una nuova vita”.

Paolo Duca, Direttore Sportivo, frena i facili entusiasmi mettendo in chiaro quali sono gli obiettivi dei sopracenerini:

“In campionato sarà la salvezza. Non significa fare demagogia o mettere le mani avanti, ma vuol dire essere ben consci del potenziale della nostra squadra, del livello del campionato e consapevoli che ogni stagione ha le sue dinamiche e riparte da zero. Ciò non vuol dire che non proveremo a vincere, significa che quando raggiungeremo l’obiettivo faremo un bel sospiro di sollievo. Per le Coppe cercheremo di giocarcela fino in fondo e di far tesoro delle esperienze e di progredire come singoli, gruppo e società”.

Duca ha i piedi ben piantati a terra e ricorda di non dimenticare cosa simboleggia il club della Leventina:

“L’Ambrì è una piccola realtà di montagna, un piccolo club alpino, che sfida le leggi dello sport moderno e quindi anche le dinamiche dell’economia. Noi rappresentiamo l’ideale della lotta, della resilienza e della convinzione che niente è impossibile; forse perché siamo ticinesi, una minoranza abituata a lottare per farsi strada. Amiamo le emozioni autentiche, per viverle siamo disposti a convivere con le scomodità della vecchia, ma affascinante, Valascia. Il nostro credo è che nello sport nono esistono miracoli, l’unica via per progredire è quella di lavorare sodo. I nostri valori sono l’umiltà, il rispetto e la famiglia; si può perdere, ma con onore. Due anni fa abbiamo deciso di cambiare strategia e tornare ad essere un club formatore: nelle ultime due stagioni abbiamo seguito lo sviluppo di diversi giovani, se lavoriamo bene ogni tanto dobbiamo lasciar partire qualche buon giocatore e cominciare daccapo. Il nostro obiettivo era ed è quello di offrire al nostro pubblico un hockey dinamico, veloce e combattivo; l’idea iniziale era quella di costruire una squadra intorno ad un nucleo forte formato da pilastro svizzeri e buoni stranieri e in questo senso siamo contenti di aver prolungato i contratti con alcuni di loro, ritenuti chiave. Sono stati affiancati da giovani giocatori volenterosi che vogliono prendersi delle responsabilità. L’età media della squadra si è abbassata. Per dare un senso allo sforzo di rilancio della prima squadra abbiamo riorganizzato e potenziato il settore giovanile sotto la guida di Manuele Celio e suo fratello Daniele”.

Luca Cereda, head coach della formazione senior, illustra il lavoro svolto dai suoi uomini negli ultimi mesi e i mezzi con i quali raggiungere gli scopi prefissati:

“La preparazione è iniziata il 26 aprile e si è conclusa il 12 luglio con tre settimane di sessioni comuni e una settimana di recupero attivo. Dopo due settimane di pausa, lunedì 28 luglio riprendiamo con il training camp per altre settimane molto dure ed intense; questa stagione è un po’ particolare per via della Champions Hockey League. Il nostro obiettivo durante la stagione sarà quello di giocare con le nostre armi: togliere tempo e spazio agli avversari con grande intensità e allo stesso tempo crearne per noi con lo scopo da attaccare la porta il più veloce possibile. La sfida più grande sarà la pianificazione, iniziata con gli allenamenti estivi e il training camp. Giocheremo in quattro competizioni, quindi una stagione intensa, allo stesso tempo speciale. A livello fisico non vedo grandi problemi, i ragazzi si sono allenati bene e sono in forma e preparati, mentre a livello emotivo dobbiamo programmare bene, è un aspetto che riteniamo importante, quest’anno ancora di più: durante le partite i giocatori spendono tanto sotto questo punto di vista e hanno bisogno di tempo per ricaricare le batterie. In campionato sarà importante trovare la costanza nelle prestazioni e, al di là del risultato della sera prima, presentarsi affamati e vogliosi di migliorarsi il giorno successivo. Sarà anche fondamentale diventare un gruppo unito e coeso. In Champions Hockey League per noi è un grande onore sfidare altre culture hockeistiche e squadre che in altri Paesi hanno grande tradizione; noi proveremo ad imparare tanto sapendo che pagheremo qualcosa a livello emotivo. La Coppa Svizzera è un’altra occasione per aumentare il nostro grado d’esperienza: proveremo ad andare il più avanti possibile nella competizione. La Spenger Cup è l’impegno più lontano e, onestamente, al momento non ci pensiamo ancora tanto, fermo restando che è un onore farne parte e proveremo a fornire buone prestazioni e scendere sul ghiaccio con la giusta attitudine”.

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