(Bratislava) – Dopo la partita vincente contro l’Austria che ha chiuso positivamente il mondiale dell’Italia, l’allenatore Clayton Beddoes analizza il cammino intrapreso della squadra italiana.
Cosa è cambiato nell’ultima partita contro l’Austria? Come allenatore hai cambiato qualcosa, le linee, i modo di giocare?
“Non ho cambiato nulla, i ragazzi erano consapevoli di giocare contro degli avversari abbordabili più o meno dello stesso livello. Abbiamo cercato di giocare sempre con gli schemi uguali in tutte le partite, anche contro l’Austria. La Russia e la Svezia sono squadre molto più forti: non ti concedono il puck e quando si riesce a recuperarlo è difficile poter costruire azioni di gioco. Abbiamo sconfitto l’Austria perché è ben diversa. Con tutto il mio cuore pensavo che anche contro la Norvegia, forse anche contro la Lettonia, avremmo potuto racimolare qualche punto, ma purtroppo non è andata così! E’ stato un torneo molto difficile, le squadre erano veramente troppo forti per noi. Il compito principale dello staff tecnico era quello convincere ogni singolo giocatore di aver fiducia in se stessi nonostante le brutte sconfitte patite dall’Italia.”
Cosa hai detto negli spogliatoi nell’intervallo tra il secondo ed il terzo tempo?
“Non ho dovuto dire molto: le uniche raccomandazioni erano mirate a far mantenere il ritmo di gioco e di non aver paura di giocare il puck e di esser sereni per poter prendere decisioni; ma la vera voce di incitamento è arrivata da alcuni giocatori che hanno trascinato la squadra. Armin Helfer, Alex Trivellato, Marco Insam, Andy Bernard sono quei giocatori che hanno incoraggiato tutti di crederci fino alla fine. “
Sicuramente Andy Bernard, il portiere numero uno non solo per il numero sulla maglia, ha convinto anche i più scettici, anche se la prima partita contro la Svizzera non è stata una perfetta prestazione.
“I nostri due portieri non hanno giocato per parecchio tempo nei rispettivi campionati: dopo la stagione in Finlandia, Bernard è stato chiamato dal Mannheim come terzo portiere e quindi non è mai stato utilizzato. Ci ha raggiunto per una delle due partite in Slovenia e poi ha giocato una sola volta in Francia, quindi è arrivato a Bratislava costretto a difendere la porta davanti a squadre di altissimo livello senza aver giocato per due mesi.
Anche per Marco De Filippo Roia è successa la stessa cosa.
Fortunatamente la partita decisiva contro l’Austria era in calendario come ultimo match del nostro girone e questo ha dato l’opportunità di recuperare il ritmo e la carica necessaria che non hanno avuto per mesi. Alla fine il lavoro e i momenti negativi che abbiamo avuto durante la settimana si sono trasformati in lezioni di vita e abbiamo imparato qualcosa in più giorno dopo giorno”
Inoltre dobbiamo considerare le assenze per inforuni pre e post convocazioni: Larkin, Morini, Pavlu, Diego Kostner…
“Sicuramente l’assenza di Tom Larkin è stata molto pesante soprattutto in quelle partite contro le squadre forti. E’ uno dei pochi che può giocare ed affrontare squadre di alto livello grazie anche al suo fisico e alla esperienza che ha maturato negli ultimi anni. Ci sarebbe sicuramente servito! Larkin voleva esser parte della squadra ad ogni costo e sappiamo benissimo cosa ha dato per la Nazionale. L’infortunio alla mano non è ancora definitivamente risolte e quindi gli ho consigliato di preservare anche il futuro della sua carriera.
Siamo stati sfortunati anche con Morini: si è infortunato nella prima partita contro la Svizzera, che conosce bene. La sua assenza in squadra ci ha condizionato molto: con la sua forza d’animo è un elemento trainante per tutto lo spogliatoio, inoltre con il suo fisico può giocare velocemente contro qualsiasi avversario, grazie anche alla maturata esperienza.
Anche quello che è successo a Diego Kostner ci ha penalizzato parecchio. Non è facile sostituire uno come Diego: devo comunque dire che Simon Kostner ha fatto un ottimo lavoro.”
Come mai Tommaso Goi è rimasto a casa? Non è l’unico a non esser stato portato a Bratislava
“Goi si meritava di esser nel roster ed è uno da Nazionale esattamente come Petan o Frei o altri cinque o sei giocatori. Purtroppo non posso portare tutti e sarei felice di portare tanti giocatori: ma non posso! Bisogna fare delle scelte che a volte risultano esser molto dolorose. Avevo tre giocatori contendenti per un solo posto in roster e tagliare Goi non è stata una cosa semplice per me. Fortunatamente tutto è andato per il verso giusto. Se ne riparlerà più avanti.”