Mondiali TD: il precedente con Rep. Ceca e Norvegia

Mondiali TD: il precedente con Rep. Ceca e Norvegia

In occasione dei Mondiali riportiamo alla luce antiche battaglie degli uomini che hanno lottato per la maglia Azzurra. Uno spaccato con il quale si vuole narrare la storia della Nazionale e far conoscere ai lettori le gesta di campioni e accadimenti sconosciuti o dimenticati.

La Cecoslovacchia smise di esistere come Stato sovrano il 31 dicembre 1992 a seguito della decisione parlamentare di scindere il Paese in due nuove entità: Repubblica Ceca e Slovacchia. La Federazione Internazionale decise di mantenere la Repubblica Ceca in Gruppo A e di relegare la Slovacchia in Gruppo C facendola prendere parte nel Mondiale del 1994.

Quattro mesi più tardi l’Italia centrò la storica qualificazione ai quarti di finale grazie ai quattro punti conquistati nel primo turno contro Svizzera (1-0), Russia (2-2) e Austria (1-1). Un risultato che gasò l’ambiente, nonostante il regolamento accoppiò la formazione guidata da Bryan Lefley alla Repubblica Ceca, prima del girone di Dortmund. Alla vigilia il coach dichiarò a La Prealpina:

“Il risultato ottenuto accresce l’interesse verso l’hockey italiano e l’Italia, che il prossimo anno ospiterà il mondiale di Gruppo A. La gara con i cechi? In un campionato del mondo in cui le squadre sono così preparate è davvero difficile dire come finirà- Però tutto è possibile in sessanta minuti di hockey”.

Gli fece eco l’attaccante Emilio Iovio:

“Sono nel giro della nazionale da parecchio tempo per capire quanto sia importante aver raggiunto questo traguardo. Siamo naturalmente felici, dopo aver temuto la beffa  da parte della Svizzera”.

L’incontro venne definito proibitivo dai media dell’epoca, e non poteva essere diversamente considerata la differenza tecnica tra le due squadre; per di più, a poche ore dal match, il Blue Team dovette registrare l’assenza di Bruno Zarrillo, infortunatosi ad un ginocchio durante l’allenamento di rifinitura.
I cechi impiegarono 72”, quelli intercorsi tra l’1.12 e il 3.47, per archiviare la pratica con i goal di Kamil Kastak, servito dall’ex Fassa Petr Rosol, e Drahomir Kadlec. Altre tre penalità contribuirono ad aumentare la goleada avversaria che si chiuse sull’8-1. La rete della bandiera Azzurra venne realizzata da John Vecchiarelli in inferiorità. Interpellato a fine partita da Top Hockey, coach Lefley commentò:

“I miei difensori non hanno avuto particolari responsabilità in occasione delle prime reti. Il gioco dei cechi era troppo veloce per noi, tutto qui. La Repubblica Ceca ha una grossa cultura hockeistica alle spalle, quello che manca all’Italia. Hanno giocato in modo eccellente, c’è poco da recriminare”.

Quali migliori giocatori della Nazionale del Mondiale 1993 vennero premiati il portiere David Delfino, il difensore Tony Circelli e l’attaccante Lucio Topatigh.
Sergio Ghisleni, sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, scriveva: “Tutti bravissimi, e che la storia si ripeta anche l’anno prossimo. In casa nostra”.
Profetico.

 

Dal primo incontro con la Norvegia, datato 1959, l’Italia ha dovuto attendere 27 anni prima di centrare un successo contro gli scandinavi. Mondiale di Gruppo B, 21 marzo 1976, Bienne la sede dello scontro.

Sotto la guida di Aldo Federici e del Team Leader Luciano Nucci, la Nazionale italiana stava attraversando una fase di ringiovanimento, i veterani (il Capitano Alberto Da Rin, 37 anni, Giovanni Mastel, 33, Giulio Verocai, 34, Lucio Brugnoli, 33, e Franco Viale, 34) seguivano la maturazione sul ghiaccio dei più giovani; il portiere Viale descriveva con queste parole le nuove leve su La Gazzetta dello Sport:

“Vanno forte questi ragazzi, corrono come matti, rientrano, chiudono bene, non temono i contatti. Ci danno dentro insomma; con loro un portiere si sente sicuro. E’ logico. Non hanno ancora esperienza, ma se la faranno. Un Mondiale serve proprio per questo”.

Coach Federici aggiunse:

“I giovani hanno bisogno degli anziani, non soltanto per l’esempio. L’esperienza si acquista col tempo e il cambio deve essere graduale. Quando non ci saranno più questi anziani, i vecchi saranno quelli dell’età di mezzo: Benvenuti, otto Campionati del Mondo a 26 anni, e Insam, sei Mondiali a 25 anni. Il processo di trasformazione deve essere lento per non subire traumi; oltre a questi, qui in Svizzera, abbiamo parecchi altri elementi a casa che integreremo con saggezza”.

Il mix tra diverse generazioni funzionò alla perfezione contro la Norvegia ed esaltò Adolf Insam, autore di un hattrick. Tuttavia la gara si presentò in salita: una papera di Giorgio Tigliani valse l’1-0 dei vichinghi firmato da Roy Jansen in superiorità al 6’. Nonostante i continui attacchi e il palo colpito da Mastel, il primo periodo si chiuse con il vantaggio norvegese. Dal secondo tempo salì in cattedra Insam, il quale, con una fulminea doppietta ribaltò il punteggio coadiuvato da Brugnoli. Al nuovo infortunio di Tigliani, che costò il pareggio di Birger Jansen, rimediò Alberto da Rin con un tiro al volo sull’assist di Verocai. Ad inizio dell’ultima frazione di gioco, Insam mise in cassaforte la vittoria finalizzando, in power play, una triangolazione con Rolly Benvenuti e Norbert Gasser, suoi compagni di linea.

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