Mondiali TD: il precedente con Lettonia e Russia

Mondiali TD: il precedente con Lettonia e Russia

In occasione dei Mondiali riportiamo alla luce antiche battaglie degli uomini che hanno lottato per la maglia Azzurra. Uno spaccato con il quale si vuole narrare la storia della Nazionale e far conoscere ai lettori le gesta di campioni e accadimenti sconosciuti o dimenticati.

La Nazionale italiana non batte la Lettonia da dodici anni, tuttavia quella del 2007 non fu l’unico successo. Il primo in assoluto risale al 1939: l’Italia venne relegata in uno dei Gironi di consolazione dopo l’incontro di spareggio con la Germania, chiuso sullo 0-0 al termine dei tempi regolamentari ed interrotto per nebbia che non consentì lo svolgimento dei supplementari, e alla successiva decisione della Federazione internazionale di affidarsi a quoziente reti tra le proteste del delegato Enrico Calcaterra e il Capitano Carlo De Mazzeri.

Chiuso il proprio Girone a punteggio pieno, il 9 febbraio a Basilea gli Azzurri affrontarono i lettoni nella finale per il nono posto: al goal a freddo di Otto Rauth dopo appena 1’ di gioco, rispose in pochi minuti Arvids Petersons. Pur dominando a lungo, il Blue Team raggiunse il nuovo vantaggio ad inizio del secondo tempo, sempre ad opera di Rauth. L’Italia chiuse il Mondiale con la sola sconfitta patita contro gli Stati Uniti e il rammarico di non aver potuto giocare il Girone di semifinale.

 

Segnare alla Russia non è mai stato semplice per l’Italia, rimasta a secco in quattro delle nove occasioni in cui le due Nazionali si sono incontrate in ambito Mondiale. Gli Azzurri ebbero difficoltà a bucare la gabbia della Sbornaja anche nel 1994, quando erano all’apice della propria storia hockeistica.

I russi si presentarono alla rassegna iridata, organizzata dalla FISG, da Campioni del Mondo in carica; coach Boris Mikhailov poté convocare sette NHLers tra cui Mikhail Shtalenkov, portiere degli Anaheim Mighty Ducks, il veterano Ilya Byakin degli Edmonton Oilers, l’esordiente Alexei Yashin degli Ottawa Senators e Valeri Kamenski, autentico fuoriclasse dei Quebec Nordiques. Gli italiani avrebbero ritrovato anche Dmitri Frolov, difensore del Milan, laureatosi Campione d’Italia due settimane prima. Accumulare punti per centrare l’obiettivo playoff era pressoché improbabile, non rimaneva che risparmiare energie come affermò coach Bryan Lefley alla vigilia del match a La Gazzetta dello Sport:

“I nostri giocheranno tutti: quattro linee in attacco, sette difensori, con una grande rotazione. Inutile spremere della gente per la partita nella quale cercheremo di fare del nostro meglio, è sicuro, ma dove per fare risultato dovremmo fare cose clamorose”.

Il Blue Team scese sul ghiaccio del PalaOnda senza il proprio Capitano Maurizio Mansi, colpito da un lutto, e Mike Rosati, in tribuna per una botta ricevuta ad un ginocchio nel primo impegno contro il Canada,  prontamente sostituito da Dave Delfino. Secondo pronostico il risultato sarebbe stato scontato, Stefan Figliuzzi tentò la sorpresa realizzando, su assist di Martin Pavlu al 5’, il primo goal della partita, tuttavia l’arbitro ceco Frantisek Rejthar non vide il disco oltrepassare la linea di porta di un paio di centimetri, prima dell’intervento di un avversario che celermente si prodigò a spazzarlo via. Ripreso il gioco, i russi impiegarono 8’17” a rompere gli indugi, per di più in inferiorità, con Andrei Kovalenko, a cui seguirono altre sei marcature, tre delle quali in superiorità. Lo shutout di Shtakenkov fu favorito anche dalle numerose penalità Azzurre (22’ complessivi) che limitarono il raggio d’azione dell’attacco.

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