IIHF Hall of Fame: gli otto nominati

IIHF Hall of Fame: gli otto nominati

Come consuetudine anche a Bratislava si terrà la cerimonia di introduzione alla Hall of Fame della IIHF di ex giocatori o personaggi che hanno scritto pagine memorabili dell’hockey o hanno contribuito al suo sviluppo:  la scelta del Comitato storico della Federazione Internazionale quest’anno sono cadute su Boris Alexandrov, Jörgen Jönsson, Mike Modano, Zigmund Palffy, Miroslav Satan, Hayley Wickenheiser, Konstantin Mihaylov e Jim Johansson.

Il nome di Boris Alexandrov farà sobbalzare dalla sedia più di un saimino; era la stagione 1989/90 quando l’allora sovietico arrivò a Milano insieme a Viatcheslav Anisin. Nel capoluogo lombardo la sua classe si vide a sprazzi, l’esperienza si chiuse dopo un solo anno, i suoi 58 punti (31 goal e 27 assist in 29 gare) contribuirono a raggiungere il quarto posto finale. Di origini kazake, nel Paese asiatico è considerato un eroe: nel 1996 trascinò da giocatore la Nazionale alla promozione in Gruppo B, una volta appesi i pattini al chiodo, da allenatore in due anni raggiunse il Gruppo A e la partecipazione alle Olimpiadi di Nagano nel 1998. La sua carriera da atleta decollò nel 1973 grazie ad Anatoli Firsov, l’ex attaccante dell’Unione Sovietica lo portò al CSKA Mosca, in breve conquistò la maglia targata CCCP vincendo due mondiali (1973/74 e 1974/75) e una medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1976. L’introduzione alla Hall of Fame della IIHF avverrà post mortem: Alexandrov  morì nell’estate del 2002 in seguito ad un incidente stradale.

Con 285 presenze Jörgen Jönsson è il quarto giocatore con più presenze nella Nazionale svedese e anche uno dei più titolati per via di due ori olimpici (1994 e 2006), due ori mondiali (1998 e 2006), tre medaglie d’argento (1997, 2003 e 2004) e quattro bronzi (1994, 1999, 2001 e 2002). E’ stato capitano degli scandinavi per sei stagioni (dal 2000 al 2005), in quindici anni di carriera in Patria ha vestito solo le maglie del Rögle, club che l’ha lanciato nel professionismo, e il Färjerstad con il quale ha vinto cinque titoli di SHL.

Mike Modano è considerato uno dei più grandi giocatori di hockey degli Stati Uniti: prima scelta assoluta nel draft del 1988, velocità e tiro fulmineo sono stati i suoi marchi di fabbrica. Ha fatto parte di una generazione di giocatori statunitensi ispirata dal “Miracle on Ice” del 1980 e che a sua volta ha ispirato una nuova generazione di bambini americani, grazie alla serie finale della World Cup del 1996. Rimasto negli Stars anche quando la franchigia si è trasferita a Dallas, nel 1999 ha conquistato la sua unica Stanley Cup della carriera.

Tra i nominati non potevano mancare i giocatori di casa: entreranno a far parte della Hall of Fame Zigmund Palffy e Miroslav Satan.
Le prestazioni di Palffy ai Mondiali Under 20 del 1991 e il goal con il quale la Cecoslovacchia ha ottenuto la medaglia di bronzo, gli hanno permesso di essere draftato nel 1991 al secondo giro (24° assoluto). Ha disputato 3 Olimpiadi, ha fatto parte della Nazionale slovacca più forte di tutti i tempi vincendo nel 2004, con Satan in squadra, il Mondiale.

Miroslav Satan in Slovacchia è una leggenda, leader incontrastato è preso ad esempio da molti bambini: dopo la separazione dalla Repubblica Ceca, ha preso per mano la Nazionale, di cui è stato capitano in otto competizioni internazionali, portandola in Gruppo A e alle Olimpiadi del 1994. E’ stato nominato MVP dei Mondiali del 2000. Draftato nel 1993 dagli Emonton Oilers (5° giro, 111a scelta assoluta), ha vinto la sua unica Stanley Cup nel 2009 con i Pittsburgh Penguins. Conclusa l’attività agonistica, Satan ha intrapreso la carriera di dirigente ricoprendo il ruolo di Direttore Generale del Team Europe, finalista contro il Canada nella World Cup del 2016, e della Nazionale slovacca.

Hayley Wickenheiser è la rappresentante del gentil sesso: in Italia il suo nome balzò agli onori delle cronache nel novembre del 2002: la FISG le negò un provino con il Merano affermando che esisteva già un campionato semiprofessionistico femminile. Personalità e determinazione l’hanno portata a perseverare, un mese più tardi era in Finlandia a giocare per il Salamat in Suomi-sarja e ad essere la prima donna a segnare in un campionato maschile…. E l’hockey italiano perse un’altra occasione per farsi pubblicità. In carriera ha vinto 4 medaglie d’oro olimpiche, una d’argento, sette Mondiali e sei medaglie d’argento. Nel 2014 è diventata membro della Commissione Atleti del CIO, la funzione più importante che un atleta possa svolgere nello sport lontano dall’attività sportiva. Nel 2018 i Toronto Maple Leafs l’hanno assunta come assistente alla Direzione dello sviluppo dei giocatori.

Il Richard “Bibi” Torriani Award sarà assegnato al bulgaro Konstantin Mihaylov. Ha partecipato a 28 Mondiali e a tre tornei di qualificazione olimpica. Si è avvicinato all’hockey grazie a suo padre, subito attratto dal ruolo di portiere ha creato i suoi primi guanti da portiere con vecchi pantaloni da hockey, durante la carriera ha tenuto negli spogliatoi gli attrezzi per riparare il suo equipaggiamento in un momento in cui le squadre non avevano attrezzista. Mihaylov è stato anche il primo portiere bulgaro ad allenarsi fuori dal ghiaccio appositamente per il suo ruolo, concentrandosi sullo stretching, utilizzando palle da tennis per sviluppare la coordinazione occhio-mano e lavorando su altri esercizi specifici per i portieri.

Il Paul Loicq Award sarà assegnato, postumo, a Jim Johansson. La sua carriera hockeistica si è presto interrotta, quella da dirigente è stata più illuminata:  da Direttore Generale dei Twin Cities Vulcans (USHL) ha costruito in cinque anni una squadra che è arrivata a vincere il titolo nazionale nel 2000. Il successo è stato il trampolino di lancio verso la Federazione a Stelle e Strisce che hanno fruttato tre medaglie d’oro ai Mondiali Under 20. Johansson era una persona professionale e umile, competitivo ed etico, laborioso e amabile. Si è spento il 21 gennaio 2018 all’età di 53 anni.

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