In Italia tutti pazzi per le Olimpiadi del 2026

In Italia tutti pazzi per le Olimpiadi del 2026

Nonostante la doppia sconfitta di Roma ad organizzare le Olimpiadi estive, prima quelle del 2004 in veste di candidata, poi quelle del 2024 negata dall’amministrazione Raggi diciotto mesi or sono, in Italia la voglia di ospitare la manifestazione a cinque cerchi non è venuta meno seppur tra diversi ostacoli: Milano (sebbene le norme CIO lo vietino, in quanto sede dell’Assemblea generale del Comitato Olimpico nel 2019) e Torino hanno espresso la volontà di candidarsi alla kermesse invernale del 2026, anche se l’ultimo consiglio comunale della città sabauda è saltato a causa del mancato raggiungimento del numero legale; per la stessa edizione il mese scorso Florian Mussner, Consigliere della Provincia Autonoma di Bolzano, ha affermato sulle colonne del quotidiano Alto Adige di essere pronto a proporre il capoluogo altoatesino. Ultimo, ma non ultimo, il Governatore del Veneto, Luca Zaia, si è accodato proponendo le Dolomiti con la possibilità di coinvolgere il Trentino Alto Adige.

A mettere un freno a tanta isteria a cinque cerchi è intervenuto il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, con un comunicato stampa che tira fuori la Provincia altoatesina dalla bagarre:

La Provincia di Bolzano non depositerà alcuna manifestazione di interesse ad una candidatura altoatesina per ospitare le Olimpiadi invernali 2026. Lo ha annunciato oggi (13 marzo) il presidente Arno Kompatscher, spiegando che la Giunta provinciale si è espressa all’unanimità a favore di questa linea. “Le regole attuali del Comitato olimpico internazionale – ha spiegato Kompatscher – non consentono di organizzare dei Giochi “sostenibili”. Le Olimpiadi ad impatto zero sono una bella idea, ma a queste condizioni rappresentano solo un sogno”. Il presidente altoatesino fa riferimento soprattutto alla necessità di concentrare le gare in pochissimi luoghi, di creare un villaggio olimpico di grandi dimensioni, di aggregare le attività dei media in un unico centro, e agli altri paletti imposti dal CIO “che non si abbinano alla nostra visione di sviluppo del territorio”.

Secondo Arno Kompatscher, se le regole rimarranno queste, “sarà sempre più difficile che le Olimpiadi invernali possano avere un futuro in Europa”. In conclusione, però, il presidente altoatesino non chiude completamente la porta ad una partecipazione “esterna” ad altre candidature. “Non escludiamo – ha sottolineato infatti Kompatscher – di mettere a disposizione singoli impianti di gara già esistenti sul nostro territorio a sostegno di candidature avanzate da altre Regioni confinanti. Il tutto, però, a patto che non vengano richiesti investimenti straordinari e faraonici”.

Il nome di Bolzano era circolato anche lo scorso ottobre, quando i cittadini tirolesi votarono la candidatura di Innsbruck che avrebbe coinvolto la città italiana con il torneo di hockey. Il referendum si concluse con il 53,4 % di dinieghi.

Il 10 settembre 2019 si avvicina: avanti c’è posto.

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