PyeongChang 2018: le Olimpiadi di Carola Saletta

PyeongChang 2018: le Olimpiadi di Carola Saletta

Carola Saletta, Capitana della Nazionale italiana femminile di hockey, durante le Olimpiadi di PyeongChang si è cimentata nel ruolo di commentatrice tecnica nelle gare del torneo del gentil sesso per Eurosport, l’emittente televisiva che trasmetterà anche le Olimpiadi Tokio 2020 e Pechino 2022; una prima volta assoluta, una sorta di esame superato a pieno voti, merito anche della scelta editoriale di commentare le partite nella maniera più semplice possibile, con lo scopo di far avvicinare quante più persone possibili all’hockey su ghiaccio, sport spettacolare ed intenso, le cui dinamiche di gioco possono essere di non facile ed immediata comprensione.

Com’è stata la tua esperienza al microfono di Eurosport in veste di commentatrice tecnica?

È stata un’esperienza incredibile. I miei ‘colleghi’ sono stati davvero un punto di riferimento, soprattutto nelle prime partite. Infatti oltre al commento tecnico, per cui bisogna imparare i tempi di intervento, anche gestire i collegamenti con la regia e le varie pause pubblicitarie all’inizio può essere complicato. Una volta capito il meccanismo, mi sono ambientata bene ed è stato davvero emozionante poter commentare il percorso e le ‘gesta’ delle migliori squadre al mondo.

Ti sei trovata a tuo agio con le spalle maschili?

Dire che sono stati fantastici sarebbe riduttivo. Mi sono trovata benissimo e mi sono resa conto della loro grandissima passione per questo sport, ma soprattutto della loro ammirazione per l’hockey femminile. Il loro contributo e il loro sostegno hanno reso questa mia prima esperienza davvero indimenticabile.

Escluse le marziane canadesi e americane, qual è la Nazionale che più ti ha impressionato?

La Finlandia è sicuramente la squadra ‘europea’ che mi ha impressionato di più. Non solo la squadra può contare su giocatrici di altissimo livello ma sono state le loro storie, prima su tutte la leggenda vivente Riikka Valila, e il loro modo di sacrificarsi sul ghiaccio, vedi il minutaggio di Jenni Hiirikoski, ad impressionarmi. Anche il Giappone è stato una rivelazione; il loro modo di giocare si differenzia da tutte le altre squadre, poiché meno fisico-aggressivo ma molto tattico.

Il Presidente della IIHF, René Fasel, considera la presenza della Corea unificata una buona operazione con la quale trasmettere un messaggio di pace. Qual è la tua opinione in proposito?

La Corea unificata è stata la vera ‘protagonista’ di questa Olimpiade. Una decisione inizialmente non facile da gestire, sia per il coach Sarah Murray che per le giocatrici, ma che è stata l’ennesima dimostrazione di come i Giochi possano unire ciò che è invece sempre stato diviso. La Corea ha affrontato il torneo a testa alta, nonostante partisse da un ranking decisamente più basso rispetto alle sue avversarie e ha compreso l’importanza di giocare davanti ad un pubblico che tifava all’unisono per loro, senza distinzioni.
Sono davvero felice che l’hockey femminile sia stato testimone di questa speciale unione.

Chi tra Svezia e Svizzera ha deluso di più e perché?

Mi ha deluso di più la Svezia. Forse perché è sempre stata una nazione ai vertici dell’hockey mondiale e può vantare un campionato nazionale di altissimo livello, il migliore femminile in Europa. Non sono riuscite ad esprimere il loro gioco, che è risultato sterile a livello offensivo e traballante a livello difensivo. Sara Grahn ha comunque disputato un ottimo torneo (94,48% la sua statistica, con145 tiri e 137 parate in 5 partite) ma ciò non è bastato alla Svezia per evitare il settimo piazzamento in questo torneo olimpico.

Cosa pensi del possibile allargamento del torneo olimpico a 10 squadre?

Penso sia una proposta valida e giusta. Escludendo il livello ‘alieno’ di Canada e Stati Uniti, le altre squadre sono cresciute molto negli ultimi anni, le partite hanno risultati sempre più ‘stretti’ e la possibilità di dividere il torneo olimpico in gironi, in base la ranking, permetterebbe sicuramente un allargamento anche a 12 squadre (proprio come il torneo maschile).

La Nazionale italiana avrà più chance di qualificazione?

Se l’allargamento fosse a 10 squadre, l’impresa resterebbe davvero molto ardua ma non impossibile. Se invece l’allargamento fosse a 12 squadre,  ci sarebbero buone chance per la Nazionale Italiana di qualificarsi. Questo perché si tratterebbe di affrontare, per qualificarsi, squadre tra la 10°- 20° posizione del ranking, ovvero squadre che spesso affrontiamo anche nel nostro Mondiale di Divisione 1B.

Ultime notizie
error: Content is protected !!