In occasione dei Mondiali riportiamo alla luce antiche battaglie degli uomini che hanno lottato per la maglia Azzurra. Uno spaccato con il quale si vuole narrare la storia della Nazionale e far conoscere ai lettori le gesta di campioni e accadimenti sconosciuti o dimenticati.
“C’è in tutti una gran voglia di far bene e di dimostrare che non siamo finiti. Alcune assenze peseranno, ma chi è subentrato non sfigurerà”.
Gli assenti in questione, oltre al già citato Pavlu erano il portiere David Delfino, il difensore Bob Nardella e gli attaccanti Stephan Figliuzzi, Dino Felicetti e Patrick Brugnoli. Al loro posto furono convocati Andrea Carpano, Giovanni Marchetti, Michele Strazzabosco, Tony Iob, Armando Chelodi e Alexander Gschliesser.
Il Girone preliminare era completato da Canada e Austria: la Slovacchia, guidata da coach Jan Sterback, poteva contare sulla stella dei Florida Panthers Robert Svehla.
L’Italia scese sul ghiaccio dell’Hallenstadion con problemi in difesa: con Chad Biafore a mezzo servizio, in prima linea si alternarono Marchetti e Strazzabosco, le altre coppie erano formate da De Angelis-Rucchin e Insam-Oberrauch. Gara apparentemente in discesa, dopo il vantaggio di Mario Chitarroni in power play al 3.22 e un Mike Rosati in formato saracinesca. Tuttavia i vuoti lasciati dal reparto arretrato vennero riempiti da Jozef Dano e Branislav Janos in poco più di 3’ e, al 10.04, la Slovacchia poté gestire la partita a piacimento, dato che gli uomini di Insam non riuscirono ad impattare il punteggio. Lucio Topatigh, nel secondo tempo, e Chitarroni e Bruno Zarrillo a porta vuota, con l’uomo di movimento in più, sprecarono altrettante occasioni clamorose. Una sconfitta che obbligò gli Azzurri a battere nella partita successiva l’Austria, ma questa è un’altra storia.
I russi, seppur senza stelle NHL, su tutti Pavel Bure, rimase sempre temibile: coach Boris Mikhailov si affidò agli “svizzeri” Viatcheslav Bykov e Andrei Khomoutov del Friborgo e Igor Fedulov dell’Ambrì Piotta, giocatori noti a Lefley che in stagione allenò il Berna, e i “nostrani” Sergei Sorokin (Fassa) e Dimitri Frolov (Devils). Ed è proprio il colpo di coda del “diavoletto” a dare il là alle marcature con un tiro deviato sotto porta da Alexei Salomatin che ingannò Brunetta. Nonostante lo svantaggio la Nazionale italiana diede buone risposte in difesa (De Angelis-Circelli, Bartolone-Comploi, Insam-Oberrauch le coppie), l’attacco, fallito un’ottima occasione con Moe Mansi, contò sul feeling della prima linea, la mitica Zarrillo-Orlando-Topatigh che pareggiò con il centro su suggerimento del Falco di Gallio. Gli ex sovietici ribatterono con Stanislav Romanov un minuto più tardi, il botta e risposta proseguì con Figliuzzi che impattò nuovamente. Gli italiani crederono ad una possibile vittoria ed iniziarono a premere, tuttavia ad andare in rete furono gli avversari a segno con Romanov a 3’48” dalla sirena. Tutto da rifare, anzi no, perché la Russia chiuse i conti con la coppia Bykov-Berezin: il primo creò esibendosi in uno slalom tra gli Azzurri, il secondo finalizzò il lavoro del compagno di squadra.