Gli avversari del Renon: Odense Bulldogs

Gli avversari del Renon: Odense Bulldogs

Ossessionati da un titolo: questa potrebbe essere la definizione migliore per descrivere staff e tifosi degli Odense Bulldogs. La squadra è infatti alla ricerca spasmodica di un trofeo per arricchire lo (scarno) palmarès del club, che conta appena 4 Coppe di Danimarca, fondato alla fine degli anni 70 ma professionalizzatosi solo nel 1991, seguendo una consuetudine tipica dei club danesi, ripresa da quelli tedeschi, di separare l’attività juniores e semi-dilettantistica da quella professionista. Così ancora oggi esiste l’Odense IK (Hockey Ghiaccio Odense), una sorta di club-madre che gestisce e dà il nome alle squadre giovanili ed al team impegnato in II divisione, a cui si affiancano gli Odense Bulldogs come entità a sé stante che compete solo nella Metal Liga, il campionato professionistico danese.

La giovane storia dei Bulldogs si può in pratica dividere in due periodi: gli anni di Mario Simioni e ciò che è venuto dopo. Il coach italo-canadese, che ha terminato la sua carriera da giocatore e cominciato quella da allenatore proprio con i Bulldogs,  è stato il protagonista dell’ascesa del team, trasformato in una permanente pretendente al titolo, sfiorato due volte nelle sue cinque stagioni come coach, nel 2001 e nel 2002, con i Bulldogs sconfitti in finale rispettivamente dal Rungsted e dall’Herning. Partito Simioni nel 2003 per un’infelice esperienza ai Krefeld Pinguine, prima di ritornare in Danimarca a vincere tutto con il SønderjyskE, il club si affida allo svedese Pär Johansson, prima come assistente del canadese Dean Fedorchuk, capace di conquistare un bronzo prima di essere licenziato in un’annata senza nemmeno playoffs, e poi come head-coach. Johansson arriva a un centimetro dal primo titolo nazionale nel 2012, quando Odense si arrende solo alla settima partita ai soliti Herning Blue Fox dopo aver condotto la serie per 3-1. E’ l’ultimo acuto dei Bulldogs in campionato, a cui faranno seguito 3 eliminazioni consecutive nei quarti di finale e la soddisfazione delle 4a coppa Nazionale messa in bacheca la stagione scorsa, rimasta nei ricordi dei tifosi più che per i successi sul ghiaccio per la partecipazione del team al documentario Odense Bulldogs: Mænd af stål (Gli uomini d’acciaio), in cui una troupe televisiva ha seguito la squadra per l’intera stagione. 

Quest’anno, con il nuovo coach Peter Johansson, arrivato dal Frederikstad medaglia di bronzo la scorsa annata, i Bulldogs hanno trattenuto i migliori giocatori della squadra, il goalie Tadeas Galansky ed il top-scorer canadese Dale Mitchell, rafforzando il roster con il ritorno dell’ex-capitano Michael Eskesen dopo due stagioni al SønderjyskE e con la coppia formata dall’americano Tony Romano e dallo svedese Robin Sterner, entrambi arrivati dai norvegesi del Lorenskog. Da sottolineare poi l’esplosione del giovanissimo difensore, classe 1998, Oliver Joakim Larsen, che ha destato un’ottima impressione durante il girone di semifinale, a cui tutti pronosticano un roseo futuro.

L’Odense visto nel girone di semifinale, dove ha strappato la qualificazione ai francesi dell’Angers, è apparso un discreto team, basato principalmente sulle giocate della coppia nord-americana Mitchell-Romano, con una difesa da rivedere ed il quotato goalie Galansky, MVP dell’ultima Coppa Danese apparso non troppo brillante, ma non in grado di impensierire squadre più quotate e solide come Renon e Nottingham, decisamente più attrezzate rispetto ai danesi.

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