Le italiane in Continental Cup (1a parte)

Le italiane in Continental Cup (1a parte)

In principio fu il Milano Vipers, poi seguirono Asiago, Bolzano e Renon. Delle quattro italiane che hanno preso parte alla Continental Cup, il migliore risultato ottenuto è il secondo posto dei Vipers raggiunto nell’edizione 2001/02.
La kermesse internazionale venne introdotta nel 1997 per quei Paesi che non avevano squadre partecipanti alla European Hockey League, progenitrice dell’attuale Champions Hockey League. In pratica una competizione che doveva svolgere lo stesso ruolo della Federation Cup, disputata per due edizioni, di cui una ad appannaggio dei Mastini Varese, soppressa un anno prima.

Nelle prime due stagioni di Continental le italiane, impegnate in Alpenliga, non si iscrissero. Il Milano Vipers, presieduto da Alvise di Canossa, si affacciò alla manifestazione nel 1999 organizzando uno dei sei gironi del secondo turno, tuttavia il debutto non fu fortunato: nella gara di esordio il Reims vinse 3-0 lo scontro con i ragazzi di coach Ivano Zanatta rendendo inutili i loro successi contro Steaua Bucarest ed Essen; si accese una rivalità coi transalpini che sfociò nell’ultima partita di Final Four del Torneo Italofrancese.
Giorgio Prando, giornalista della Gazzetta dello Sport, ricorda bene quell’esordio sfortunato:

“Con il Reims fu la partita più importante della stagione, perché era la stagione in cui il Milano emigrò in Francia. Il Ministro dello Sport escluse la squadra milanese nel giorno d’inizio del campionato; per questo motivo si puntava tutto su questo girone con i Moskitos Essen, del grande Enrico Ciccone, che all’Agorà regalò una rissa d’altri tempi, e la Steaua Bucarest. I Vipers non si qualificarono e iniziò una contestazione da parte dei tifosi”.

Non andò meglio un anno più tardi. Il Milano ottenne ancora l’organizzazione di uno dei gironi del secondo turno, ma in cooperazione con il Lugano, e proprio gli elvetici estromisero la formazione guidata da Insam dalla competizione vincendo, in rimonta lo scontro diretto per 3-1, rendendo inutili il successo in apertura sul Villach (3-2) e il pareggio contro il Sokol Kiev.

“Daniel Paur segnò al Lugano – ricorda Prando –, forse l’unico goal della sua carriera” .

La vendetta, si sa, è un piatto che va servito freddo e i milanesi si presero la rivincita nell’edizione 2001/02: I meneghini superarono il secondo turno, disputato davanti al pubblico amico, con un pareggio (4-4 con il Klagenfurt) e due vittorie (3-2 sul Torpedo Usti Kamenogorsk e 3-1 all’Olimpia Lubiana nella gara decisiva):

“Giocammo il primo turno in casa con un Beattie clamoroso – ricorda ancora Prando –, il quale, nonostante i problemi familiari, realizzò un hattrick contro l’Olimpia Lubiana, prima di tornare in Canada”.

Nella fase successiva vennero inseriti nel Girone di Asiago, dove, oltre ai padroni di casa li attendevano il Minsk e, per l’appunto, il Lugano; la prima giornata fu un trionfo italiano: Asiago piegò i bielorussi 5-2 e il Milano rese pan per focaccia ali svizzeri (4-2). Nella seconda giornata il derby italiano si chiuse in parità, mentre il Lugano, battendo il Minsk, rimase in corsa per la qualificazione, ma per poche ore, perché il 3-0 con il quale il Milano s’impose sul Minsk tagliò le gambe ai sottocenerini. Tuttavia i bianconeri ebbero un impeto di orgoglio nell’ultima gara del torneo contro l’Asiago pareggiando 4-4 l’incontro e negando, così, la preziosa vittoria necessaria agli Stellati per superare il turno.

La formazione saimina approdò al Girone finale di Zurigo. A sorpresa, in semifinale, piegarono lo Zvolen 4-2: passati in svantaggio ad opera di Ludek Krayzel al 15.22, gli uomini di Insam impiegarono due minuti e mezzo a riequilibrare il punteggio con James Hiller. Nella frazione centrale i rossoblù diedero il loro meglio raggiungendo il doppio vantaggio con Leo Insam e Gianluca Tomasello e, nel terzo tempo, allungarono con Patrice Lefebvre in doppia superiorità. A 16” dalla fine, Andrej Rajcak ridusse il passivo e il Milano volò in finale:

“Partivamo sfavoriti in questa partita – minimizza Insam – partiremo ancor più sfavoriti in finale. Conosciamo i nostri limiti, non siamo nemmeno in testa al campionato. Ma, se giocheremo con umiltà, che vuol dire disco lungo in balaustra, venderemo cara la pelle”. – dichiarò il coach del Milano alla Gazzetta dello Sport.

Lo sforzo profuso in semifinale tolse energie ai Vipers, i quali, contro i padroni di casa, resistettero 15’, riuscendo a pareggiare con Hiller la rete realizzata in superiorità da Morgan Samuelsson, prima di essere travolti dai Lions a segno con Petr Jaks (doppietta), Gian-Marco Crameri (attuale allenatore del Chiavenna), Claudio Micheli e Petri Varis.
Nel clan delle Vipere non ci fu rammarico per il secondo posto, ma la consapevolezza di aver compiuto un’impresa e raggiunto uno storico risultato certificato dalla grande partecipazione dei tifosi capaci di cantare per 73’ consecutivi battendo il precedente primato, di 27’, registrato nel 1991 alle finali di Düsseldorf di Coppa Campioni.

Milano e Asiago si presentarono anche ai nastri di partenza dell’edizione 2002/03: i Vipers organizzatori, insieme al Lugano, delle SuperFinal, e l’Asiago di uno dei raggruppamenti del terzo turno che, tuttavia non riuscirono a superare venendo sconfitti nell’ultima, e decisiva, gara contro i finlandesi Jukerit Mikkeli (ai giallorossi serviva un successo con tre reti di scarto o con due ma dal 5-3 in su). A passare il turno furono i bielorussi del Keramin Minsk, i quali, nei quarti del Girone finale, piegarono anche i Vipers ricorrendo ai tiri di rigore. I meneghini caddero anche sotto i colpi dello Slovan Bratislava (1-6) e, nella finalina per il settimo posto, del Davos (0-2). Furono parole di delusione quelle del Presidente Alvise Di Canossa rilasciate a La Prealpina:

“Certo, non possiamo dire di essere contenti del risultato ottenuto sul ghiaccio – risponde il massimo dirigente milanese – anche perché il confronto con la scorsa edizione, quando arrivammo secondi a sorpresa dietro a Zurigo, è decisamente duro. La sconfitta iniziale contro il Minsk ha pesantemente condizionato a livello psicologico le altre due prestazioni”.

Le due italiane non ebbero migliore sorte nella Continental Cup della stagione successiva, entrambe ottennero risultati insoddisfacenti venendo eliminate nel secondo turno: i Vipers, a Oswiecim, sconfitti dal Metalurgs Liepaja (2-4), ottennero un misero punto contro i padroni di casa (il successo per 6-2 contro lo Zagabria fu considerato fuori competizione a causa dell’esiguo numero di giocatori croati a roster). I leoni dell’Altopiano vicentino più che sbranare gli avversari vennero sedati da tre sconfitte contro Amiens (2-3), Amsterdam (0-6) e i padroni di casa del Rouen (0-4).

Il Milano si riscattò nel torneo 2004/05, a cui parteciparono anche diversi NHLers giunti in Europa a causa del lockout della Lega nordamericana. La formazione guidata da Insam superò agevolmente il secondo turno: pareggiata 2-2 la gara d’esordio contro il Nottingham Panthers, s’impose 4-0 sull’Amiens (organizzatore del quadrangolare) e 9-2 sull’Olimpia Lubiana. Gli ampi successi consentirono loro di qualificarsi grazie alla migliore differenza reti nei confronti dei britannici, la quale si rivelò amica anche nel terzo turno, giocato ad Hamar. A farne le spese furono i kazaki del Torpedo Ust Kamenogorsk con i quali il Milano pareggiò con l’inusuale risultato di 0-0. Gli altri punti furono conquistati contro lo Storhamar (5-2) e Sokol Kiev (5-0). Nelle Final Four disputate nell’impronunciabile cittadina di Székesfehérvár, lo Zvolen si restituì la sconfitta di tre anni prima piegando i rossoblù 6-1. Il giorno successivo, nonostante i pronostici sfavorevoli, i Vipers seppero tenere testa alla Dynamo Mosca delle stelle del calibro di Pavel Datsyuk (votato miglior giocatore del torneo), Maksim Afinogenov e Pavel Rosa chiudendo il primo periodo sull’1-1 e rimanendo in partita fino al 55’ sul 4-3, prima di cedere alla rete di Rosa. L’ultima gara contro l’Alba Volan, guidata dall’ex coach della Nazionale Pat Cortina, si chiuse 2-1 a favore degli ungheresi. Nonostante il quarto posto i numerosi tifosi arrivati in Ungheria tributarono ovazioni alla squadra e al Presidente Di Canossa che, sulle colonne de La Prealpina, commentò il risultato ottenuto:

“Spiace non essere riusciti a regalare almeno una soddisfazione ai nostri impagabili tifosi”…”Giocare così lontani da casa ma con un così imponente seguito di tifosi non è certo prerogativa di tutti i club. Un grossissimo ringraziamento ai nostri sostenitori. Sul piano sportivo, direi che la nostra squadra se l’è giocata contro formazioni che sono l’espressione di realtà hockeistiche di altissimo livello”.

(continua…)

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