Trevor Johnson dall’Italia ai Manchester Storm

Trevor Johnson dall’Italia ai Manchester Storm

Dopo anni passati a giocare sul ghiaccio delle piste italiane con vari club e con la maglia della Nazionale Italiana, Trevor Johnson, ha lasciato l’Italia per affrontare una nuova esperienza a Manchester.

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Sei arrivato in Italia, dopo una lunga militanza nelle leghe americane, nel 2006 a Collalbo  indossando la maglia del Renon e dopo dieci anni hai lasciato l’hockey italiano. Perché hai deciso di intraprendere una nuova esperienza proprio in Gran Bretagna?

Mi sono resoconto che era ora di provare qualcosa di nuovo. Le mie esperienze in Italia sono state strabilianti e soprattutto  le persone che ho incontrato e le squadre dove ho giocato hanno sicuramente un posto speciale nel mio cuore. Nella mia decisione mi sono reso conto che Manchester con la sua squadra e la EIHL sarebbe stata la miglior soluzione  per me.

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Come reputi il livello dell’hockey Britannico?

L’attuale livello dell’hockey è molto alto grazie anche ai quattordici stranieri che possono esser ingaggiati in ogni squadra. Sfortunatamente avendo così tanti stranieri si preclude la crescita dei giocatori britannici anche  per la nazionale: ma il campionato è molto famoso per i tifosi su tutto il territorio. Dalle conversazioni che ho avuto con altri giocatori impegnati nel mio stesso campionato, mi hanno riferito che rispetto agli anni scorsi, la EIHL è migliorata molto e questo non succedeva da anni.

Hai  potuto constatare la nuova formula della AHL?

Prima di tutto devo dire, che dopo aver giocato a Brunico ed aver visto il livello di professionalità c’è nel Valpusteria, ho capito totalmente che le squadre vorrebbero un campionato di miglior qualità con maggiori opportunità di crescita.  Poi sono riuscito a capire  il nuovo meccanismo della AHL. In Italia SI doveva cambiare qualcosa e spero vivamente che questa svolta possa essere la soluzione per tutti. Ci deve esser un rinnovamento  anche nella formula del campionato stesso altrimenti ci si fossilizza troppo e non è divertente per i tifosi.

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Cosa ci facevi sul ghiaccio con il cantante canadese Justin Bieber?

Ho ricevuto un messaggio da un mio ex compagno di squadra di Monaco che mi chiedeva il mio numero di telefono da dare al manager di Justin Biber. Dopo una settimana di preparativi con la squadra e con il General Manager dei Manchester Storm siamo riusciti ad organizzare qualcosa al di fuori del normale. Sorprendentemente ci siamo accorti che Justin è un amante dell’hockey e gli piace eguire le partite. Sa pattinare molto bene e ha anche un bel controllo del disco. Dopo aver giocato per mezz’ora  in quattro contro quattro mi chiede: ‘Perché non tiriamo qualche rigore adesso?’ ovviamente io gli ho risposto: ‘Guarda possiamo fare tutto quello che vuoi: siamo qui per te!’ devo ammettere che Biber si è divertito tantissimo come tutti  i giocatori della squadra. Ovviamente fuori dal ghiaccio abbiamo passato la serata assieme. E’ bello vedere nonostante sia un star internazionale, è un ragazzo semplice come noi. Ci ha ringraziato per averlo considerato come un qualsiasi giocatore di una squadra e non come un cantante famoso. Sicuramente per tutti noi è stata una esperienza straordinaria.

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Hai lasciato Torre Pellice dopo aver giocato sei anni con la Valpe, senti la mancanza?

Penso che la gente si dimentichi che la Valpe è stata una delle miglior squadre italiane dove poterci giocare per lungo tempo.  E’ veramente triste vedere cosa è successo in poco tempo e constatare che si possa passare dal paradiso all’inferno.  Ho la certezza che ci sono ancora tanti tifosi affamati di hockey e quindi vorrebbero ricostruire un futuro per i giovani partendo appunto dal settore giovanile. Vorrei inoltre ringraziare tutte le persone che ho conosciuto nei miei sei meravigliosi anni passati a Torre Pellice… e si la Valpe mi manca per tanti motivi.

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Che ne sarà del tuo futuro?

Ovviamente la mia carriera da giocatore di hockey non continuerà per molto tempo ma giocherò fino a quando capirò che sarà ora di smettere. Le persone che mi frequentano sanno che sono molto dinamico nelle mie attività lavorative personali  (esperto di nanotecnologie n.d.r.) ed è li che sarà il mio futuro dopo l’hockey. Sono molto soddisfatto che avrò una nuova vita lontano dal ghiaccio e sono cosapevole che arriverà presto ma per ora mi diverto ancora ad indossare i pattini e giocare ancora a hockey.

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Le statistiche di Trevor Johnson

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