Al termine del match il Team Leader, Marco Biasi, evidenziò l’armonia che caratterizzava lo spogliatoio: un aspetto che fu uno dei punti deboli delle Nazionali del passato. Il feeling tra i giocatori contribuì ad altre vittorie che, come citato, portarono la Nazionale italiana nel gotha dell’hockey mondiale.
Ci sono pareggi che, nello sport, a volte valgono quanto, o forse più, di una vittoria. Lo sanno bene quegli Azzurri che nel 2006 ai mondiali di Riga in Lettonia pareggiarono 3-3 contro la Slovenia nell’ultima gara di Relegation Round; soprattutto lo ricorda molto bene Michele Strazzabosco, autore del pareggio in extremis: l’Italia fu inserita nel girone retrocessione dopo un turno preliminare in cui gli uomini di Goulet non raccolsero punti, sconfitti da Svizzera (1-3), Svezia (0-4) e Ucraina (2-4); ottenuto il primo successo contro il Kazakistan (3-2), la Nazionale cadde malamente contro la Danimarca (0-5). Alla luce della situazione in classifica (Danimarca 3 punti, Italia e Kazakistan 2 punti e Slovenia 1 punto), divenne decisivo per tutte l’ultimo turno. Mentre la Danimarca gestiva la gara contro i kazaki, l’Italia veniva sovrastata dagli sloveni che, al 25’25”, conducevano 3-0 (Ales Kranjc, Anze Kopitar e Dejan Kontrec i marcatori) materializzando lo spettro della serie cadetta. Coach Goulet decise di dare una scossa alla squadra richiamando in panchina il trentaseienne Jason Muzzatti ed inserendo tra i pali il diciannovenne Thomas Tragust. Una mossa, sulla carta, azzardata che diede i suoi frutti provocando la reazione voluta che fu immediata: due minuti più tardi Luca Ansoldi accorciò le distanze finalizzando gli assist di Stefano Margoni e John Parco. L’attaccante del Ritten Sport replicò, ad inizio terzo tempo, riportando gli Azzurri in partita. Nonostante l’alta posta in palio, la frazione di gioco fu corretta, gli unici 2’ di penalità vennero comminati a Joe Busillo al 54’54”. In quel frangente la Slovenia avrebbe potuto chiudere la partita, tuttavia il penalty killing italiano fu impeccabile e, scontata la penalità, lo stesso Busillo fu l’ispiratore dell’azione che portò Strazzabosco ad un tiro millimetrico che gelò l’ex formazione jugoslava. Al termine della partita il terzino dichiarò alla Gazzetta dello Sport:
“Segnare un gol così decisivo regala emozioni incredibili. Abbiamo giocato meglio della Slovenia, e siamo stati bravi a non perdere mai di vista l’obiettivo, cercando di continuare a lavorare durante tutta la partita per recuperare passo dopo passo le tre reti di scarto”.