Gli avversari dell’Italia: l’Olanda

Gli avversari dell’Italia: l’Olanda

La nazionale olandese arriva a Cortina in uno dei momenti più bassi della sua storia recente: il disastro dei mondiali di Ia Divisione B organizzati in casa l’anno passato, ad Eindhoven, conclusi con una rovinosa retrocessione, testimonia una fase di scarsità di talenti e involuzione dell’intero movimento. Il basso livello del campionato, aperto da quest’anno anche agli ancora più scarsi club belgi, ed il valore non eccelso dei canadesi naturalizzati, da sempre spina dorsale della Nazionale Oranje, hanno prodotto un arretramento nelle gerarchie mondiali di una squadra che nel recente passato è sempre riuscita a far bella figura in I Divisione e che oggi si trova dietro paesi come la Corea del Sud o l’Estonia, che per tradizione e disponibilità economiche non sono certo comparabili agli olandesi. La Federazione ha quest’anno dato il nullaosta ai Tilburg Trappers, da sempre squadra guida del movimento, a partecipare alla Oberliga tedesca, la terza divisione dell’hockey teutonico, nella speranza di aumentare la competitività di un team che in patria non ha quasi rivali.  Un’altra misura che ha fatto seguito al fallimento di Eindhoven, è stata, come detto, quella di unificare, di fatto, i campionati olandese e belga nella neonata BeNeLiga nella speranza di aumentare la qualità e le  partite da giocare. E’ nato così un torneo a 16 squadre, forse troppe per un movimento espressione comunque di uno sport di nicchia, che ha portato benefici, in termini di pubblico, nelle città già tradizionalmente “malate” di hockey come Den Haag e Heerenveen, dove quasi sempre c’è il sold-out, ma che ha inevitabilmente acuito il divario tra le squadre di prima fascia e quelle cooptate per ingrossare i numeri, ma con disponibilità economiche da seconda divisione. La mancanza, poi, dei Tilburg Trappers, in realtà presenti con una seconda squadra di ragazzini e riserve, ha tolto le tradizionali rivalità, soprattutto quelle tra i Trappers ed i loro avversari storici: Geelen ed Heerenveen, con ovvi riflessi sulla media spettatori a Tilburg. Infine, sono rimaste fuori, per problemi economici, una delle piaghe che da sempre caratterizza l’hockey del paese dei tulipani, due piazze storiche come Groningen, che ha scelto la seconda divisione, ed Utrecht, che è rimasta solo con il movimento juniors. Ma è soprattutto l’impoverimento in termini di nuovi talenti a preoccupare dalle parti di Eindhoven, città sede della federazione: quest’anno non c’è nemmeno un giocatore di nascita olandese nelle varie minores nord-americane, mentre gli ultimi prodotti sfornati dai vivai olandesi sono Nardo Nagtzaam, attaccante ormai 26enne, quest’anno all’Olimpija Ljublijana e Kevin Bruijsten, sniper 29enne dell’Amiens, in Ligue Magnus, che sono al momento anche le due punte di diamante della nazionale allenata dal 2013 da Chris Eimers, coach anche del Den Haag, confermato, più per mancanze di alternative low-cost che altro, sul pancone nonostante la retrocessione in II Divisione. Eimers si trova a dover scegliere i convocati tra un numero ristretto di alternative e così anche il rinnovamento da molte parti auspicato stenta a decollare: dando uno sguardo alla entry-list per Cortina, è difficile scorgere volti nuovi, così come individuare giocatori in grado di fare la differenza. Oltre ai già citati Nagtzaam e Bruijsten, davanti all’affidabile goalie Martijn Oosterwijk (Tilburg Trappers) giostrano difensori di buona esperienza come Mike Dalhuisen, che gioca in Danimarca, Erik Tummers (Geelen), Jurryt Smid (Zoetermeer Panthers) e Jordy Van Oorschot (Tilburg). Davanti il miglior realizzatore, insieme a Bruijsten, è Diederick Hagemeijer (Tilburg), uno dei pochissimi a non essere uscito a testa bassa ad Eindhoven. Tra i canadesi naturalizzati, il figlio di coach Doug Mason, licenziato a dicembre dal KAC Klagenfurt, Steve, passato nel corso di questa stagione dai Trappers al Rapperswil, si sta disimpegnando discretamente in NLB e rappresenta al momento uno dei migliori giocatori nel roster, mentre Raphael Joly, che da due anni segna valanghe di goals nel Duisburg, in Oberliga, non riesce a dimostrare in nazionale le sue indubbie doti di realizzatore.

Qualificatasi solo una volta per i giochi olimpici, nel 1980, dove non fece nemmeno troppo male, chiudendo all’ottavo posto, la Nazionale olandese non ha certo il viaggio in Corea nel 2018 come obiettivo primario, anche se le qualificazioni di Cortina rimangono l’unica occasione per quest’anno di confrontarsi con avversari dal tasso tecnico superiore, prima di doversi riguadagnare la I Divisione in Aprile a Jaca, in Spagna, dove gli Oranje, insieme a Spagna, Islanda, Belgio e Cina, ritroveranno anche la Serbia

Ultime notizie
error: Content is protected !!