Continental Cup Superfinals: la seconda giornata

Continental Cup Superfinals: la seconda giornata

L’eliminazione dell’Asiago è il primo e fino ad ora unico verdetto matematico uscito dalla seconda giornata delle Superfinals di Rouen: meno carichi rispetto all’esordio contro i padroni di casa la squadra di Lefebvre ha questa volta mostrato una notevole mancanza di killer instinct, non riuscendo a convertire le numerose situazioni di power play e soccombendo al cospetto di un avversario che non ha fatto nulla di eccezionale per scavare il solco di quattro goals con cui è finita la gara. Lo stratagemma adottato da Lefebvre di schierare Lutz nel doppio ruolo di difensore ed attaccante in prima linea non ha portato i risultati sperati, finendo per sfiancare il numero 24 che è stato poco incisivo – Lefevbre ha usato nel dopo partita una parola più forte – sia in una posizione che nell’altra.

“Abbiamo iniziato molto bene, poi abbiamo preso un goal evitabile. Abbiamo avuto tante occasioni da gol, ma il nostro power play era troppo statico, io non capisco, per me è la cosa più facile nell’hockey è giocare in powerplay. L’ho fatto per tutta la mia carriera. Ci vuole solo un po’ di impegno e motivazione. Stasera ho iniziato con quattro linee perché abbiamo giocato la sera prima, ma alcuni giocatori non hanno risposto come volevo. Di solito gioca Magnabosco in prima linea, stasera ho pensato di mettere Lutz, perché il nostro attacco aveva bisogno di più fisicità per questo torneo. Ma (Lutz) è stato deludente sia da attaccante che come difensore. Quando ero un giocatore non avevo bisogno l’allenatore mi motivasse…”

ha detto un deluso Lefebvre

Dall’altra parte, è stato proprio il power play l’arma decisiva dei danesi, come ha ammesso coach Simioni nel dopo gara:

“Li abbiamo messi sotto pressione e li abbiamo fatti stancare; sapevamo che prima o poi sarebbero arrivati i power play di cui avevamo bisogno. E il nostro penalty killing è stato davvero molto solido”

L’Herning si giocherà quindi le sue carte stasera contro i Dragons che ieri hanno rischiato grosso contro un Tychy sempre più rivelazione della competizione: in vantaggio per 6-2 al minuto 27, i francesi si sono fatti rimontare fino al 6-5 finale, con un paio di brividi negli ultimi secondi che potevano costare carissimi alla squadra di casa.

“Non è quello che volevamo, siamo stati stupidi a metterci nei guai da soli”

ha detto Yorick Treille nel post partita. Il commento del forte attaccante non contempla però i meriti della squadra polacca, un autentico “die hard” che è riuscita con grinta e determinazione a riemergere da una situazione che poteva tranquillamente trasformarsi in goleada: il terzo periodo è stato a lungo dominato dal Tychy che avrebbe sicuramente meritato il clamoroso pareggio, ma che non è ancora fuori dai giochi ed oggi deve battere l’Asiago e poi sperare in un improbabile, ma non impossibile, vittoria dei danesi per 1-0, punteggio che manderebbe il piatto d’argento in Polonia. Il Rouen ha dunque praticamente una mano e mezza sulla Continental, potendo permettersi un sconfitta con un goal di scarto, a patto che ne segni comunque uno.

Sperando di poter chiudere il torneo con almeno una vittoria per ricompensare i propri tifosi che anche ieri hanno incitato la squadra per tutti i 60 minuti, l’Asiago sa che affronterà una squadra fisica come i danesi, ma con tecnica superiore: da tenere d’occhio il distributore di gioco Marcin Kolusz e il finalizzatore Jaroslaw Rzeszutko. Ieri sera coach Lefebvre ha preannunciato altre rotazioni nelle linee per oggi. L’allenatore asiaghese si è poi lasciato andare ad una dura accusa al movimento hockeistico italiano:

“Ho passato gran parte della mia vita in Italia, ma lì l’hockey su ghiaccio non sta andando da nessuna parte. Questo riflette il livello generale di governance di questo paese. Si stanno integrando i giovani in nazionale, ma non hanno alcuna possibilità di progredire con un campionato di questo livello. Non ci sono allenatori qualificati nell’hockey minore, nessun supporto strutturale.”

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