La prima giornata delle Superfinals ha lasciato alcuni spunti interessanti su cui riflettere, con un occhio particolare in casa Asiago.
- Un torneo così breve ed intenso si vince anche e soprattutto con la solidità mentale, ancor prima che con la condizione fisica: dopo aver visto giocare tutte e quattro le squadre, si può dire che i valori tecnici non siano molto distanti, tanto che nessuna delle due gare è finita “tanto a poco”, sia nel punteggio che nel gioco. Ciò che ha fatto la differenza è stata appunto la solidità mentale dei giocatori, come abbiamo visto bene in Asiago – Rouen: dopo il vantaggio iniziale di Magnabosco, i giallorossi (ieri in blu) hanno commesso due errori in difesa in occasione dei due goals di Thinel, lasciando ai padroni di casa, spinti da un tifo incessante, la sensazione di poter andare all’assalto di una nave che sbandava. Il goal di Lamperier, segnato dal giocatore a terra sul ghiaccio e quello di Arrossamena, che ha letteralmente passeggiato indisturbato davanti a Carrozzi, dimostrano bene un certo atteggiamento rinunciatario che già oggi contro l’Herning dovrà necessariamente cambiare. Gli stessi danesi sono incredibilmente crollati mentalmente contro il Tychy dopo aver giocato un eccellente primo periodo ed aver trovato il vantaggio col capitano Daniel Nielsen: subito il pareggio di Kolarz l’Herning è scomparso dal ghiaccio e anche se il vantaggio di Bartosz Ciura è arrivato in modo un po’ casuale, i danesi non hanno più dato l’impressione di poter riprendere gli avversari, fatta salva una grande parata di Zigardy a pochi minuti dalla sirena finale.
- I polacchi del Tychy, sebbene arrivati alle Superfinals partendo addirittura dal secondo turno, non sono qui in gita premio: al di là della vittoria contro un avversario sulla carta più quotato, il Tychy ha impressionato per cattiveria ed aggressività e per la capacità di occupare il ghiaccio avversario quando attacca, cercando molto la circolazione del puck, grazie alla buona tecnica di molti suoi giocatori. Aveva già colpito a novembre Jaroslaw Rzeszutko, anche ieri l’attaccante ha dimostrato il suovalore inventando il passaggio da dietro la porta per il pareggio di Kolarz. La partita di stasera contro Rouen si preannuncia da non perdere
- Cosa ha funzionato in casa Asiago: ha sorpreso la buona partita della quarta linea con il capitano Benetti affiancato da Magnabosco e Pace, quest’ultimo scelto come MVP, un buon segnale di crescita a questo livello, in cui è difficile pensare di giocare solo a tre linee. Ha funzionato bene anche l’intesa tra Luciani e Nigro, con il primo molto attivo e propositivo nonostante venisse da un periodo di esclusioni. Più in ombra invece le colonne Bentivoglio-Ulmer. Infine ha funzionato bene il terzo periodo, giocato con più grinta e forse meno pressione, che ha lasciato la sensazione di una squadra ancora viva nonostante il passivo pesante con cui sono iniziati gli ultimi 20 minuti.
- La partita di oggi: l’Asiago ha affrontato un mese fa l’Herning, praticamente con lo stesso roster, fatta eccezione per l’innesto dello svedese Granath in difesa ed il ritorno in attività di Kasper Degn, dunque le due squadre si conoscono bene. Osservati speciali tra i danesi il velocissimo attaccante americano Jordan George e il potente Steffen Frank che quando si giocò ad Asiago era appena arrivato in squadra, ma che ieri ha dimostrato di essersi pienamente integrato negli schemi di Simioni