Asiago all’assalto della Continental

Asiago all’assalto della Continental

Si assegnerà nel weekend la 18esima edizione della Continental Cup, nella bella cittadina di Rouen, che torna ad ospitare per la quarta volta, dopo le finali del 2008-09, 2011-12 e 2013-14, l’ultima tappa di un trofeo spesso criticato nella formula e snobbato dalle grandi potenze dell’hockey, ma che rappresenta l’unica competizione europea sempre rimasta in vita e che da due anni regala al vincitore un pass per la ricca Champions League. L’Asiago torna all’assalto di un trofeo sempre ambito dalle squadre italiane, ma che manca nelle bacheche del nostro paese, nonostante i numerosi tentativi che hanno fruttato un secondo posto – nel 2001 coi Vipers sconfitti a Zurigo in finale dai Lions – e due terze posizioni, entrambe curiosamente a Rouen, nel 2008-09 con Bolzano e nel 2013-14 con lo stesso Asiago. Mai come quest’anno, però, il lotto delle partecipanti sembra lasciare buone chances per portare a casa il piatto simbolo della Continental Cup. Eliminate un po’ a sorpresa in semifinale due delle favorite, i kazaki dell’Ertis Pavlodar e soprattutto i bielorussi dello Shakhtar Soligorsk, le tre finaliste presenti sembrano alla portata degli uomini di Pat Lefebvre. Vediamo rapidamente chi sono gli avversari dell’Asiago e come arrivano a queste Superfinals

Dragons de Rouen

I Dragoni arrivano alle Superfinals con lo status di favoriti e non solo perché si gioca davanti al loro caldissimo pubblico, e con il morale a mille dopo la vittoria in Coppa di Francia del 3 gennaio contro gli acerrimi rivali del Grenoble a Parigi davanti a 10mila spettatori. Quarti in campionato a sei punti dalla coppia di testa Epinal – Gap e finalisti anche in Coppa di Lega, Rouen vive una stagione già molto positiva, dopo il semi-disastro dell’anno passato, che può diventare trionfale in caso di vittoria del “piatto”, una competizione che all’Ile Lacroix considerano una priorità assoluta, come le continue organizzazioni di gironi e Superfinals dimostrano e che quest’anno è l’obiettivo numero uno. Passati da un doloroso cambio in panca la stagione passata, con l’addio in corsa al coach di tanti trionfi Rodolphe Garnier, la dirigenza dei Dragons ha deciso in estate di fare una mezza rivoluzione, lasciando partire alcune tra le colonne della squadra negli ultimi anni, il difensore Jonathan Janil e soprattutto il capitano Julien Desrosiers, un autentico simbolo della squadra, entrambi finiti, insieme a Francis Charland, all’ambizioso Bordeaux. Via anche Raphaël Faure, Theo Lanvers e Loup Benoit ed i deludenti stranieri Maxime Lacroix, Wes Cunningham e Daultan Leveille. Al comando, tra mille perplessità, viene coraggiosamente chiamato il portiere di tutti i trionfi Fabrice Lhenry, che passa così direttamente dal ghiaccio alla panca. La squadra viene ricostruita con una sontuosa campagna acquisti, che vede approdare sulle rive della Senna i fratelli Treille, Sacha e Yorick, da anni colonne della nazionale, Nicolas Arrossamena, che torna a Rouen dopo una stagione da assoluto protagonista a Gap, ed i nazionali Damien Raux e Florian Chakiachvili, difensore dal tiro mortifero. Scelti con cura anche gli stranieri: il portiere canadese Danu Sabourin, già diventato un idolo dei tifosi, l’attaccante Jason Krog, che compone la linea con i Treille, il difensore finlandese dalle ottime mani Tero Konttinen a far coppia con il duro Olivier Dame-Malka, classico guardiano della sua area ed il biondo Olivier Labelle, classe ma anche presenza fisica sul ghiaccio. Alla fine di dicembre è stato tagliato il canadese Dustin Whitecotton, sostituito dal connazionale Mark Matheson in arrivo dagli Stavanger Oilers ed è poi stato fatto un bel regalo di Natale a Lhenry ed ai tifosi con l’arrivo di un top player quale Joel Perreault, capace di fare la differenza, ma sul quale pesa l’incognita del poco tempo a disposizione per integrarsi negli schemi. All’arrivo di Perreault ha fatto da contraltare la partenza, direzione SaPa Fehervar, del duro Antonin Manavian, un’ assenza sul ghiaccio e nello spogliatoio, che si farà sentire. Tutto ciò rende quindi i Dragons i chiari favoriti per il piatto, ma la squadra di Lhenry non è una corazzata imbattibile, come hanno dimostrato le due recenti sconfitte col fanalino di coda Dijon. Molto dipenderà dall’esordio contro l’Asiago, in quella che probabilmente sarà la gara chiave del torneo

Herning Blue Fox

I danesi allenati dal bravo e simpatico Mario Simioni, già arrivato all’ultimo atto della Continental nel 2012 quando guidava il SønderjyskE che eliminò proprio l’Asiago in semifinale, non stanno giocando certo la loro migliore stagione, in un anonimo 6° posto in classifica nella Metal Liga ed eliminati al primo turno della Coppa Nazionale dal Frederikshavn, ripongono tutte le speranze di invertire la rotta in questa prestigiosa occasione. Rispetto alla squadra vista ad Asiago (leggi qui la presentazione), il roster è stato rinforzato dall’esperto, ma lento, difensore svedese Elias Granath, 30enne draftato da Dallas nel 2003, proveniente dagli Schwenninger Wild Wings, autore di 3 assists nelle 5 apparizioni con la maglia dei Blue Fox. Si è inserito bene anche l’altro arrivo del mercato autunnale, l’attaccante Steffen Frank, un assist ad Asiago in Novembre, 13 punti in Metal Liga fino ad ora. I Blue Fox hanno prestato 3 giocatori: gli attaccanti Markus Jensen e Daniel Nielsen (quest’ultimo poi tagliato prima dell’ultima lista) ed il portiere Olaf Eller alla nazionale Under 20, autrice dell’ottimo mondiale appena conclusosi in Finlandia. Nelle ultime cinque uscite, quattro vittorie e una sola sconfitta hanno migliorato un po’ la posizione in classifica ed il morale. I Blue Fox non sono una squadra spettacolare, ma molto ordinata e forte in difesa, come dimostrato ad Asiago e renderanno a tutti la vita difficile. Esordio venerdì pomeriggio contro il Tychy

GKS Tychy

I polacchi, allenati dal ceco Jiri Sejba, sono la sorpresa di queste Superfinals e ritornano a Rouen dove a Novembre hanno fatto fuori i favoriti bielorussi dello Shakhtar, portando l’hockey nazionale per la prima volta in una finale. Rispetto al roster di Novembre non sono state fatte modifiche, ma sono da valutare le condizioni del difensore ceco Jaroslav Hertl, infortunato all’anca e tornato ad allenarsi solo in questi giorni, che verrà aggregato alla spedizione francese, ma il cui utilizzo è molto in dubbio. Recuperati pienamente invece Micha? Kotlorz, vittima di un affaticamento, e Dawid Majoch, rimasto vittima di un’intossicazione alimentare durante le feste. Squadra esperta anagraficamente e dal gioco tipicamente ceco, come testimoniano i numerosi atleti di quel paese presenti nel roster, il Tychy ha i suoi punti di forza nel portiere Stefan Zigardy, nei difensori quasi omonimi  Michael Kolarz e Michal Kotlorz, negli attaccanti Mateusz Bepierszcz e Josef Vitek e soprattutto nel jolly Marcin Kolusz, ex grande promessa non mantenuta dell’hockey polacco, draftato da Minnesota nel 2003 dopo aver esordito 15enne nel campionato polacco, ma che ha dimostrato poi in carriera di saper fare la differenza solo nel campionato polacco e a volte in nazionale. Il gioco del Tychy passa molto spesso dalla sua stecca e dalle sue doti di ottimo assist man. A Rouen il miglior giocatore è stato però il 29enne Jaroslaw Rzeszutko, rapido e potente attaccante che ha lasciato un ottimo ricordo nelle sue due esperienze fuori dalla Polonia, ad Amiens nel 2011-12, ma soprattutto a Newcastle nella stagione precedente quando nelle file dei defunti Vipers mise a segno 64 punti in 47 partite, venendo eletto miglior import dai propri tifosi. Rispetto alla vittoriosa stagione passata mancano però gli uomini in grado di fare la differenza con i goals: il top scorer dell’anno passato Kacper Guzik è passato in estate al Cracovia, il russo Yuri Kuzin, secondo miglior marcatore, è stato pizzicato dall’antidoping e squalificato per 2 anni. Sconfitto in semifinale di Coppa dal Nowy Targ la settimana scorsa, il Tychy è attualmente al secondo posto del campionato polacco, a 9 punti dal leader Cracovia. Nelle ultime 5 partite sono arrivate 4 vittorie, tra cui una nel big match di Cracovia, ed una sconfitta ai rigori contro il Sanok. Attenzione a sottovalutare il Tychy, che esordirà contro l’Herning venerdì, perché la quadra polacca, come ha già dimostrato, è in grado di mettere in difficoltà chiunque. Rimane inoltre l’incognita dei tifosi, sempre numerosi ed appassionati, che a novembre si sono però resi protagonisti di atti vandalici e scontri con la polizia; uno scenario che nessuno vuole che si ripeta.

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