Edmonton Oilers, ci siamo

Edmonton Oilers, ci siamo

Dopo l’ennesima (disastrosa) stagione passata lontana anni luce da un posto al sole nei playoff, l’eterno cantiere aperto ed incompiuto degli Edmonton Oilers quest’estate sembra aver (finalmente!) trovato la giusta direzione, con redini ed ampi poteri decisionali passati nelle mani esperte di Peter Chiarelli.

Anno Zero
Conclusa temporalmente l’incredibile avventura di Peter quale General Manager dei Boston Bruins dopo quasi dieci annetti densi di soddisfazioni con Stanley Cup riportata nel Massachusetts dopo 40 anni nella stagione 2011, alla porta del buon Peter, concluso il sodalizio bostoniano, han subito bussato gli Oilers per affidare i gradi di GM e presidente delle operazioni hockeystiche alla franchigia zoppicante dell’Alberta.
Chiarelli ha subito messo le parole in chiaro per la truppa dei petrolieri che, vincendo l’ennesima draft-lottery (la quarta in 5 anni!) portano a casa il 18enne della provvidenza, già considerato il prossimo “The Next One” Connor McDavid, autentico fuoriclasse di Richmond Hills (Ontario, Canada) che dopo l’ennesima stratosferica stagione in OHL con gli Erie Otters (169 punti in 67 uscite nel 2014/5 tra RS e playoff!) e la medaglia d’oro nel Mondiale U20 col Canada (11 punti in 7 uscite) è pronto per il gran salto nei pro ed osannato (e pubblicizzato) al pari dei vari Sidney Crosby ed Alex Ovechkin, quale superstar della National Hockey League.

Non solo prime scelte
Con l’ultima apparizione in post-season dei petrolieri datata Stanley Cup Finals del 2006, l’involuzione societaria e di gioco, ha assunto i contorni del farsesco nell’ultimo decennio, arrivando a razzolare costantemente nelle ultimissime posizioni nella Lega per un team che negli anni ’80 ha scritto pagine memorabili ed ineguagliabili nel panorama hockeystico mondiale; a precedere temporalmente Connor McDavid, in casa Oilers ricordiamo il trittico di prime scelte assolute dal 2010 al 2012 con Taylor Hall, Ryan Nugent-Hopkins e Nail Yakupov mentre le bislacche scelte nelle mani dei vari Kevin Lowe e Craig MacTavish (in primis) han fatto sprofondare nell’oblio il team di Edmonton.

Quest’estate si è deciso di fare il rebuild del team (ad un passo dal penoso record di 10 anni lontano dai playoff) dando il benservito al traghettatore Nelson che, dopo aver preso le redini in corsa da Eakins sulla panca più scomoda della Lega, è arrivato Todd McLellan direttamente dagli squali di San Josè dopo 9 stagioni e la medaglia d’oro al collo nei Mondiali a Maggio scorso in Cechia mentre on-ice, lo stesso Chiarelli consegna i gradi di alternate-captain ai ragazzi-terribili di Edmonton  Jordan Eberle, Taylor Hall e Ryan Nugent-Hopkins, assieme ad Andrew Ference, capitano dei petrolieri nelle ultime due stagioni.

Peso in ogni reparto
Goalie: Il primo vero colpo in casa Oilers quest’estate, è stato l’ingaggio dell’ottimo estremo Cam Talbot direttamente dai NY Rangers (via picks) che, chiamato in causa dopo il brusco stop di Lundqvist, non ha fatto rimpiangere lo stop forzato di King Henrik in RS tornando però poi a calzare nuovamente i panni strettissimi di backup al rientro del portierone svedese; come secondo partente ci sarà invece Anders Nilsson, reduce da una straordinaria annata in KHL con Kazan con iniziale AHL per Ben Scrivens, primo portiere nell’ultimo anno e mezzo a far da chioccia ad un certo Brossoit (segnatevi questo nome).

Difesa: confermate le stelline Klefblom e Schultz, ad affiancare sulla blu Ference, sono arrivati via free-agents Andrej Sekera da Los Angeles, Erik Gryba da Ottawa assieme al giovane (ed interessantissimo) Griffin Reinhart dagli Isles (via pick) ed ex Capitano degli Edmonton Oil Kings (WHL) con Darnell Nurse, compagno di McDavid nell’oro di categoria nel 2014, a ben figurare in preseason ma spedito nel farm team assieme ai vari Nikitin, Musil ed Oesterle.

Avanti: allo straordinario talento dei citati McDavid, Hall, Nugent-Hopkins e Yakupov senza dimenticare l’instancabile Eberle (ai box fino a metà novembre, spalla), gli ultimi nuovi arrivati rispondono al nome ed al peso di Lauri Korpikoski (Arizona) e Mark Letestu (Columbus) ad affiancare gli esperti Hendricks, Pouliot e Purcell in attesa di veder maturare i vari Lander (ottimo in preseason) alla scoperta di Slepyshev (ultima new-entry dei petrolieri) con i vari Drasaitl, Zharkov, Simpson e Winquist a maturare in quel di Bakersville (AHL).

Ultimo anno nella Casa dei Campioni

Dopo aver salutato in estate il Nassau Veterans Center di Uniondale (casa degli Isles), quest’anno calerà il sipario anche sullo storico impianto del Northlands Coliseum di Edmonton, diventato per questioni di sponsor il Rexall Place, casa leggendaria degli Oilers.
Inaugurato nel lontano 1968, il secondo pala-frigorifero più vecchio della Lega, dietro all’inarrivabile Madison Square Garden di NY, è stato autentico teatro dei sogni della Città dei Campioni, consacrando nel tempo e nelle gesta campionissimi quali Wayne Gretzky, Mark Messier e Jari Kurri con la bellezza di 5 Stanley Cup portate in dote nella Dynasty Oilers degli anni ’80. 
Dalla prossima stagione difatti, sarà la nuovissima e splendida Rogers Arena da 18000 e passa spettatori, ad ospitare le partite interne degli Oilers, nella speranza di congedarsi onorevolmente dal Tempio pagano dell’hockey canadese col sorriso, dopo anni di patemi e sofferenze sportive; la casa di The Great One invece, situata sulla 116ma Avenue, rimarrà comunque sia attiva e funzionale nella comunità di Edmonton tra eventi, spettacoli e museo loggato Oil Country, ospitando le uscite interne dei baby-Oil Kings, team juniores della Western Hockey League (CHL).

Le premesse ci sono, la volontà di tornare grandissimi è palpabile in ogni dove ad iniziare dal ghiaccio tirato a lucido di casa per l’ultima volta, con inizio di RS stanotte in casa dei St.Louis Blues per vivere e gustare la rinascita degli Edmonton Oilers, già da segnare sui calendari del tempo con debutto tra i pro di Connor McDavid.

 

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