Lokomotiv 9/2011: non sarà mai un ‘Addio’ se resterà il ‘Ricordo’

Lokomotiv 9/2011: non sarà mai un ‘Addio’ se resterà il ‘Ricordo’

Nel cuore portiamo quei colori, nella mente ripetiamo i loro nomi ed ogni volta si stringe il cuore al pensiero di quelle vite spezzate, di quei sogni infranti dallo schianto di un volo mai atterrato a fermare il tempo per un attimo indefinitivamente piccolo ed eterno.

Le prime immagini del disastro aereo
(Le prime immagini del disastro aereo)

Venne ribattezzata la Superga hockeystica come quando, nel lontano maggio del 1949, il Grande Torino finì la sua meravigliosa corsa contro un terrapieno della collina alle porte di Torino, portando via con se 31 persone in “Un crepuscolo durato tutto il giorno, una malinconia da morire. Il cielo si sfaldava in nebbia, e la nebbia cancellava Superga”; quel giorno di settembre a Yaroslavl di quattro anni fa, il fato avvolse intorno a se le casacche biancorosse della Lokomotiv, concludendo la vita terrena di 44 persone sulle placide rive del Tunoshenka, dopo aver urtato una torre radio in fase di decollo strappando per sempre dall’affetto dei propri cari quei ragazzi per sempre, ora immortali nel firmamento.

Fu proprio il presidente della Kontinental Hockey League, Alexander Medvedev, ad annunciare alla premiere 2011 della Lega sul ghiaccio di Ufa tra Salavat Yuliaev e l’Atlant Mytischy (poi sospesa), il terribile schianto in fase di partenza dello Yak-42 quel pomeriggio diretto da Yaroslavl a Minsk, dove si sarebbe dovuta disputare l’indomani la partita tra Dinamo e Lokomotiv; l’incidente aereo rimbalzò da un capo all’altro del mondo, ad unire a qualsivoglia latitudine gli amanti di questo splendido sport e non, a stringersi simbolicamente sia attorno ai familiari dei caduti sia al ragazzone cresciuto a pane e Lokomotiv Alexander Galimov che per cinque giorni lottò da vero Loko nel reparto grandi ustionati di Mosca prima di raggiungere i suoi teammate in Cielo.
Per un’assurda coincidenza, proprio l’ultima rete della pre-season 2011 della Lokomotiv, porta il nome dello sfortunato Galimov.

funerali yaroslavl putinDai rottami di quel maledetto Yak-42, caduto avendo appena avuto il tempo di sollevarsi da terra per un’incredibile ed amarissima fatalità, venne estratto vivo il solo ingegnere di volo Alexander Sizov; mentre sin dai primi momenti si assistette alla lenta ed incessante processione di familiari, tifosi o semplici persone, a tributare il loro affetto a propri ragazzi caduti, all’esterno dell’Arena 2000, il palaghiaccio locale
La Kontinental Hockey League decretò cinque giorni di stop assoluto; la commemorazione ufficiale, venne fatta qualche giorno più tardi proprio sul ghiaccio Yaroslavl con oltre 100’000 a salutare per l’ultima volta i biancorossi locali ed in contemporanea in Svezia (per Stefan Liv), Repubblica Ceca (Vasicek, Rachunek e Marek), Ucraina (Sobchenko, Anikeyenko e Vyukhin), Canada (McCrimmond e Korolev), Bielorussia (Salei ed Ostapchuk), Lettonia (Skrastins) e Slovacchia per l’eterno Demitra.

A Yaroslavl, dinnanzi all’Arena 2000, è stato eletto un memoriale a ricordo del team mentre sul luogo dello schianto, un monumento ricorda quel funesto 7 settembre.

Affetto dal mondo hockeystico
Sul ghiaccio di Minsk, dove marcarono visita quelli della Lokomotiv, venne tributato loro una cerimonia molto toccante con i padroni di casa ad omaggiare i loro avversari mai arrivati; i team della Lega offrirono il loro incondizionato aiuto alla Lokomotiv per far tornare a risplendere subito quei colori, ma l’intera organizzazione di Yaroslavl rinunciò alla prima squadra per stare accanto alle famiglie degli sfortunati giocatori, ripresentandosi a Dicembre per l’inizio invece del junior team della Lokomotiv (la Loko).
La prima squadra tornò nel massimo campionato continentale nel 2012 (vittoria contro il Sibir per 5-2,ndr) a riscaldare i cuori degli appassionati in un’atmosfera tanto irreale quanto emotiva; sempre in KHL, la premiere stagionale (Opener Cup) è dedicata alle vittime dello schianto di Yaroslavl.

Nella stagione 2011/12, i Dallas Stars ricordarono il loro ex-sfortunato teammate Karlis Skrastins col numero #37 alla base del caschetto, sulla jersey dei Carolina Hurricanes comparve una patch a ricordare Josef Vasicek così come New Jersey per omaggiare Karel Rachunek ed Alexander Vasuynov mentre per Ruslan Salei, Anaheim ricamando il suo #24 sulle maglie stagionali, con patch commemorativa anche sulle jersey di Detroit.
I St.Louis Blues tennero una commemorazione per gli ex Igor Korolev e Pavol Demitra, celebrato col #38 sui caschetti e tributo nella maschera dell’allora goalie dei Blues Jaros Halak.
Le nazionali slovacche, tedesche e lettoni ritirarono le jersey di Demitra (#38), Dietrich (#20) e Skrastins (#7), la Repubblica Ceca ritirò le maglie di Rachunek (#4), Marek (#15) e Vasicek (#63) mentre l’HV71 di Jönköping ritirò la maglia di Liv (#1)  ; in NHL la serata del 13/10/2011, Capitals e Penguins, venne dedicata interamente alle vittime del disastro aereo, con le jersey partita ritirate (ed autografate) messe all’asta con proventi alle famiglie, creando un fondo sostentamento alle vedove/figli del disastro aereo.

Nei Mondiali IIHF del 2012, Zdeno Chara ritirò l’incredibile medaglia d’argento e la targa del secondo posto mondiale per la nazionale slovacca con indosso la gloriosa jersey #38, volutamente girata all’indietro per leggere il nome del compagno ed amico scomparso Pavol Demitra, con dedica al cielo nel giro di pista.

Salutiamo i caduti della Lokomotiv Yaroslavl come a voler leggere un team pronto a scendere on-ice, come allora, ora e per sempre:

In porta, Stefan Liv (medaglia d’oro a Torino 2006), ha il posto sicuro ma l’esperienza di Alex Vyukhin posson far dormire sogni tranquilli al neo head coach canadese Brad McCrimmond, sostenuti dalla difesa, vero bastione dei biancorossi a far quadra intorno al proprio goalie dagli scorer avversari, con i navigati ed ex-Nhler Karel Rachunek, Ruslan Salei, Karlis Skrastins a guidare dalla blu un ottimo mix di veterani e rookie, con Mikhail Balandin, Pavel Trakhanov uniti ai vari Robert Dietrich, Marat Kalimulin, Maxim Shuvalov; il 20enne Yuri Urychev, nonostante un infortunio a precluderlo dal roster di partenza, risponde presente alla chiamata del destino.
In attacco poi la Loko cala i suoi pezzi da novanta ad iniziare dai centri Pavol Demitra, Jan Marek e Josef Vasicek assieme a Gennady Churilov, Nikita Klyukin e Daniil Sobchenko mentre le infaticabili ali a spingere quest’organico perfetto all’appello troviamo Ivan Tkachenko, il duo Alexander Vasyunov ed Alex Kalyanin, Artem Yarchuk, Sergei Ostapchuk ed Andrei Kiryukihn.
Sull’ordine naturale nel registro presenze manca però un nome, un ultimo convocato magari dell’ultimo minuto dopo che Maxim Zyuzyakin ha marcato visita all’appuntamento della vita con Alexander Galimov ad arrivare (purtroppo) alla chiamata.
In panca Lokotomiv il granitico Brad McCrimmond, è coadiuvato dalle icone russe Igor Korolev ed Alexander Karpovtsev con già in mano il tabellino di quella partita, quella maledetta partita che non li ha visti scendere sul ghiaccio di Minsk per l’overture di campionato ma bensì per qualcosa di più grande e soprattutto infinito.

Omaggiamo/ricordiamo lo staff della Lokomotiv presente sul quel volo con Yuri Bakhvalov (fisioterapista), Alexsandr Belyaev (attrezzista), Nikolai Krivosonov (fitness coach), Yevgeni Kunnov e Vyacheslav Kuznetsov (massaggiatori), Vladimir Piskunov (amministratore), Yevgeni Sidorov (video coach) ed Andrei Zimin; uniti nel tragico scherzo del destino anche il pilota Andrei Solomenstev, i suoi primi ufficiali Igor Zhivelov e Sergei Zhuravlev, assieme agli assistenti di volo Nadezhda Maksumova, Vladimir Matuyshin, Elena Sarmatova ed Elena Shavina; Alexander Sizov non invitato.

https://www.youtube.com/watch?v=aO1sWBNqU90

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