(Praga) – Dalla Russia al Canada: nel giro di un anno lo sweep (serie di vittorie senza sconfitte) passa di mano. A differenza del 2015 quello canadese ha dei connotati mostruosi nei numeri e nella superiorità mostrata sul ghiaccio, a volte talmente imbarazzante da considerare la Nazionale dalla foglia d’acero una marziana. La medaglia d’oro conquistata, dopo otto anni, alla O2 Arena di Praga spalanca le porte a Crosby dell’esclusivo Triple Gold Club, che contempla quei giocatori, e allenatori, che in carriera hanno conquistato Stanley Cup, Olimpiade e Mondiale.
Il Canada si rende subito pericoloso in avvio di gara con lo scambio davanti allo slot tra Eberle e Hall, la Russia ribatte immediatamente con Tarasenko. Gli ex sovietici tengono aggrediscono il portatore del disco, questa tattica permette loro di creare diverse situazioni pericolose che si traducono con l’occasione di Tarasenko, la discesa di Ovechkin e il tiro dalla blu di Antipin; di contro i canadesi trovano immense praterie quando riescono a saltare l’uomo, come accaduto a Barrie; tocca ai due goalie mantenere il punteggio inchiodato sullo 0-0. E’ una gara aperta dove gli scenari sul ghiaccio possono cambiare ad ogni azione, tuttavia a metà periodo l’imprecisione degli sniper contraddistingue l’andamento della gara. Lo sa bene Moziakyn che, accentratosi, al termine di una discesa si vede il disco bloccato da Smith. Qualche minuto più tardi il suo dirimpettaio è salvato dalla traversa sulla conclusione di Couturier. A 5’ dal termine Ovechkin ribatte mirando il five hole di Smith senza riuscire a bucarlo. Senza soluzione di continuità i ribaltamenti di fronte sono innumerevoli, con la differenza che i canadesi mirano lo specchio della porta, mentre i russi vedono raramente lo specchio della porta (14 tiri a 5 a fine primo periodo) fino al 18.10, quando Tikhonov, nel tentativo d’impostare una ripartenza sbaglia il passaggio, il disco, sul passaggio di Muzzin, finisce a Ennis, il cui tiro è deviato con astuzia da Eakin.
Sebbene la Russia debba recuperare lo svantaggio, nella frazione centrale è il Canada a mantenere le redini del gioco e, dopo appena 1’56” dall’ingaggio iniziale, Ennis aggira la gabbia infilando il puck tra il palo e il pattino di Bobrovsky. Un minuto più tardi Mozyakin potrebbe accorciare da posizione defilata, ma trova l’opposizione di Smith che, involontariamente gli restituisce il disco, tuttavia la leziosità dell’attaccante lo porta a perdere il puck. Il successivo pericolo porta la firma di Malkin, per impensierire questo Canada ci vuole ben altro. I nordamericani sfondano le linee russe con incredibile facilità ed assestano il colpo del K.O. in 44”: al 27.22 Eberle serve, da fondo pista, un assist per Crosby che vale l’allungo; il taglio orizzontale di Giroux consente a Seguin di calare il poker. Virtualmente la gara si chiude qui, ma i canadesi non sono giocatori che si accontentano ed insistono colpendo anche il palo, in power play, con Seguin.
Nel terzo tempo il Canada controlla la gara lasciando giocare i russi, al primo serio affondo Toffoli colpisce il palo. Il resto è pura accademia, come i goal di Giroux e MacKinnon (segnato con la complicità di Bobrovski). A rovinare la festa a Smith ci pensa Malkin pronto a deviare la staffilata dalla blu di Mozyakin che gli nega lo shutout sia della partita che degli interi playoff.
Canada – Russia 6-1 (1-0; 3-0; 2-1)
Marcatori: 18.10 Cody Eakin (Tyler Ennis – Jake Muzzin); (2-0) 21.56 Tyler Ennis (Cody Eakin – Sean Couturier); (3-0) 27.22 Sidney Crosby (Jordan Eberle – Dan Hamhuis); (4-0) 28.06 Tyler Seguin (Claude Giroux – Tyson Barrie); (5-0) 48.58 Claude Giroux (Sidney Crosby – Ryan O’Reilly) PP; (6-0) 49.50 Nathan MacKinnon (David Savard); (6-1) 52.47 Yevgeni Malkin (Sergei Mozyakin – Dmitri Kulikov)