Le avversarie dell’Italia: l’Ungheria

Le avversarie dell’Italia: l’Ungheria

Sara la volta buona? Questo è l’interrogativo che anche quest’anno accompagna i fans ungheresi alla vigilia del mondiale, in cui la propria nazionale è sempre data come candidata alla promozione, ma che finisce sempre per inciampare in avversari più forti o più regolari nei risultati. E così, a parte la fugace apparizione del 2009, ricordata più per la tragica scomparsa del capitano Gábor Ocskay pochi giorni prima dell’inizio della rassegna, che per i risultati sul ghiaccio, l’Ungheria langue nelle divisioni inferiori dal dopoguerra, collezionando una serie impressionante di secondi e terzi posti, 8 nelle ultime 13 edizioni. La crescita della nazionale non accompagna quella dei clubs – SAPA Fehervar, Dunaujvaros e Miskolci soprattutto, in attesa di sfondare a Budapest – e della popolarità dell’hockey nel paese, uno sport che sta salendo rapidamente nelle preferenze degli ungheresi, dietro al solito calcio ed alla pallanuoto, vero orgoglio nazionale. Un po’ come per il rugby in Italia, anche in Ungheria è soprattutto la nazionale ad accendere le passioni e la squadra che ottenne la storica promozione in elite division nel 2008 fu votata il secondo “Team of the Year”, fatto storico per l’hockey, dietro ovviamente alla nazionale di pallanuoto. Ma proprio come per il rugby italiano, i continui insuccessi rischiano di frenare l’ascesa di tutto il movimento, che, come detto, non riesce ad esprimere una squadra dominante nella capitale Budapest, dove la rivalità tra le super-tradizionali Ferencvaros e Ujpest è molto annacquata dagli scarsi risultati dei due teams in MOL Liga. Proprio la Lega transnazionale, lanciata nel 2008 per sostituire il noiosissimo e poco seguito campionato nazionale, costantemente vinto dallo Székesfehérvár ed allargata a Romania e Slovacchia, è stata la brillante idea che ha fatto da volano allo sviluppo del movimento a livello di club, che si sono ritrovati a competere in una lega dai buoni contenuti tecnici e che oggi ha richieste di partecipazione da diversi club slovacchi, rumeni, polacchi e serbi, a cui per ora la severissima commissione che esamina le domande ha sempre risposto negativamente, in nome di una serietà e stabilità economica encomiabile. Anche il movimento juniores è in continua crescita, come dimostra la vittoria di questa stagione in EBYSL, la versione junior delle EBEL, del SAPA Fehervar. Il limite è ancora la poca diffusione di piste artificiali, solo 19 in tutto il paese che si riflette nel basso numero di squadre professioniste, a fronte di una grande quantità di praticanti amatoriali.

La nazionale è affidata da 3 stagioni al canadese Rich Chernomaz, buon giocatore con una carriera di coach decennale in DEL impreziosita da due titoli con Colonia e Francoforte, di cui è attualmente GM. Al suo fianco Gergely Majoross, ex colonna dell’Alba Volan, scopertosi quest’anno coach vincente a Miskolc col quale ha dominato la stagione vincendo MOL Liga e Coppa di Ungheria. Chernomaz ha ereditato la nazionale dal connazionale Keith Primeau, ma non ha fino ad ora convinto in pieno, mancando i due appuntamenti iridati di Budapest 2013 (Ungheria terza dietro Italia e Kazakhstan) e Goyang 2014, dove una deludentissima Ungheria è finita addirittura penultima. Cracovia sarà un ulteriore chance per il coach canadese, che ritrova Italiani e kazaki a sbarrargli la strada

La squadra:

Basata sul blocco del Sapa Fehervar, l’Ungheria presenta un roster ben assortito tra giocatori esperti e giovani di belle speranze: così ai veterani Viktor Tokaji e Frank Banham (canadese naturalizzato) si affiancano interessanti prospetti come il difensore Balasz Goz del Miskolc, ma con esperienze in nord America e Magnus Ligue francese, e gli attaccanti Roland Hajos (Miskolc) e Janos Hari, 53 partite quest’anno in SHL con il MODO, dopo un’altra stagione da titolare in Liiga con l’HIFK Helsinki e Krisztian Nagy, forse il giovane più interessante della nuova generazione, un classe ’94 cresciuto in Finlandia, con un’esperienza da protagonista (17 reti in 15 partite) in WSHL con gli El Paso Rhinos con i quali ha vinto il titolo. Tornato in patria, ha giocato e vinto la MOL Liga col Miskolc, ma sembra destinato a una carriera in leghe più importanti. In porta la scelta e la qualità certo non mancano, con Miklós Rajna, Bence Balisz e Zoltan Hetenyi che possono alternarsi a difesa della gabbia, garantendo lo stesso livello. Nelle uscite pre-mondiale si sono alternati Rajna, che dovrebbe essere il titolare, e Balisz.

Focus su:

Non esiste una stella di prima grandezza al momento, anche se due dei tre unici ungheresi che abbiano giocato in NHL – Tamás Gröschl (Edmonton Oilers, oggi al Dunaujvaros) e  János Vas (Slavia Praga, ex Dallas Stars) – sono ancora in squadra, mentre il terzo, Levente Szuper si è ritirato. Detto di Hari, il giocatore probabilmente con più qualità al momento, i riflettori vanno dunque su Istvan Sofron, attaccante 27enne dalle buone capacità realizzative, da due stagioni in DEL con i Krefeld Pinguine dopo varie annate da top scorer al Sapa Feherver e sul compagno di linea Gergo Nagy, sbarcato in Nord America l’anno passato con i Quad City Mallards in CHL e passato quest’anno ai Kalamazoo Wings, con i quali ha disputato una buona stagione (18 reti e 36 assists) che gli è valsa una chiamata con i Chicago Wolves in AHL. Non male per un 25enne che ha sempre giocato in MOL Liga.

Pronostico:

Se non ci fosse il Kazakhstan che è obiettivamente il favorito numero uno, probabilmente staremmo parlando di una chance d’oro per l’Ungheria di tornare in elite division, ma questa è la costante degli ultimi anni

Avvicinamento:

La truppa di Chernomaz ha disputato 3 amichevoli per preparare il mondiale: una sconfitta, 4-2 dalla Slovenia a Budapest, dopo essere stata avanti 2-0, goals di Sebok e Sofron, seguita da due belle vittorie sull’Austria: 3-2 (in gol Bartalis, Banham e Koger) a Budapest e 4-2 a Vienna con reti di Koger, Metcalfe, Hari e Benk

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