Le avversarie dell’Italia: la Polonia

Le avversarie dell’Italia: la Polonia

Ultima apparizione in un mondiale elite nel 2002, quando retrocedette proprio insieme all’Italia a cui però rifilò un 5-1 nel relegation round; assente dai Giochi Olimpici di Albertville 1992, nel 2014 la Polonia ha toccato il punto più basso del ranking IIHF, una 25° posizione solo leggermente migliorata dalla vittoria ai Mondiali di divisione Ib dello scorso anno in Lituania. Un campionato nazionale di discreto livello ma squassato dalle continue liti tra i clubs e la federazione: negli ultimi anni Sanok, Tychy, Nowy Targ e soprattutto Cracovia hanno più volte minacciato di boicottare la lega ed emigrare all’estero o sono stati minacciati di sanzioni dalla federazione. Gli ultimi rumours vogliono proprio il Cracovia, uno dei club meglio organizzati e con il maggior seguito, in procinto di iscriversi alla MOL Liga ungherese dopo la decisione della federazione di punire il club con una sconfitta a tavolino nei quarti di finale playoffs contro il Podhale Novy Targ per non aver schierato un numero sufficiente di Under 23 come previsto dal regolamento. Sono lontani i tempi in cui la Polonia era, se non proprio una potenza dell’hockey, comunque una nazione ospite fisso del gruppo di elite e delle Olimpiadi, con 56 mondiali e 13 olimpiadi disputate, merito soprattutto del sistema comunista di organizzazione dello sport e di un discreto benessere economico per le federazioni sportive, hockey compreso, derivante dai proventi della vendita del carbone alle nazioni sorelle del blocco comunista. Negli anni compresi tra il ’50 e l’’80 la Polonia ha regolarmente battuto la Finlandia, per citare una delle odierne super-potenze dell’hockey, ed ha colto successi di prestigio contro Svezia e Repubblica Ceca. Ma nella memoria di tutti i polacchi, anche per chi non è fan di questo sport, resterà soprattutto una sola, LA partita di hockey: Katowice, 8 aprile, campionati del mondo 1976, esordio della squadra di casa contro l’imbattibile Unione Sovietica (una sola partita ufficiale persa dal 1972 al 1976) davanti a diecimila spettatori in un match che andava ben oltre il semplice confronto sportivo. Nell’ultimo incontro, pochi mesi prima alle Olimpiadi di Innsbruck, 16-1 per i sovietici. Ma la notte di Katowice si trasforma in un “miracle on ice” ante-litteram: finisce 6-4 per la Polonia, con hattrick di Wieslaw Jobczyk e miracoli in serie del portiere Andrzej Tkacz, con pubblico in estasi, giocatori che piangono e non riescono a cantare l’inno nazionale, distrutti da stanchezza ed emozione e russi increduli. E poco importa che alla fine di quel campionato i polacchi retrocederanno insieme alla Germania Est (neo-promosso fu il Canada, era davvero un altro hockey…), quella partita rimarrà per sempre nella storia.

Da allora la Polonia e l’hockey polacco sono passati attraverso cambiamenti epocali, anche se lo sport più amato nel sud del paese non riesce a seguire il modello di basket e pallavolo, oggi discipline che esprimono giocatori e campionati di livello assoluto. I tentativi di costruire un super-team, prima a Gdansk e poi a Krynica, da iscrivere alla KHL, sono falliti lasciando macerie fumanti in termini di fallimento economico. Anche la tanto strombazzata (e contestata) “svolta russa” introdotta nel 2012 dopo una vergognosa retrocessione in Division Ib, con l’arrivo di coach Igor Zacharkin a cui la federazione ha affiancato come consulente tecnico, profumatamente pagato, il  santone Vyacheslav Bykov, ha partorito fino ad ora il proverbiale topolino: una promozione in Division Ib, quasi dovuta dopo un primo tentativo fallito. Zacharkin ha lasciato l’anno scorso, preferendo la ben più prestigiosa panchina dello SKA St. Pietroburgo come assistente, ma rimanendo come consulente, mentre la nazionale è stata affidata a Jacek Plachta, polacco trapiantato in Germania (il figlio Matthias gioca a Mannheim) dove ha lasciato un buon ricordo soprattutto agli Hamburg Freezers, 6° marcatore all-time della squadra, come giocatore. Non così brillante la carriera come tecnico, con passaggi a Tychy, Katowice e Krynica, prima dell’approdo alla panchina della nazionale.

La Squadra

Plachta eredita una nazionale che stenta a trovare validi ricambi ad una generazione di discreti giocatori, ma che non ha più espresso campioni del calibro di Mariusz Czerkawski, Peter Sidorkiewicz e Krzysztof Oliwa, gli unici tre polacchi ad aver giocato in NHL. Il miglior giocatore della nuova generazione, anche se a 29 anni non è esattamente un rookie, è sicuramente Wojtek Wolski, nato in Polonia ma cresciuto in Canada, 450 partite in NHL, ora alla Torpedo Nizhny Novgorod, ma che in nazionale non ha mai giocato. Tra le colonne dei bianco-rossi c’è ancora Leszek Laszkiewicz, 38 anni e 17 mondiali sotto i pattini, a Milano nel lontano 2004, lui c’era nell’ultima apparizione polacca in elite group. Tra le altre colonne: il centro Adam Baginski, una vita al GKS Tychy, vincitore del titolo quest’anno, il portiere del Cracovia Rafal Radziszewski che si gioca il posto con Przemyslaw Odrobny (JKH GKS Jastrzebie) e Kamil Kosowski (GKS Tychy), l’anno scorso una buona stagione ai Cardiff Devils, Krzysztof Zapala del Sanok di Miro Frycer, ottimo assist-man e Marcin Kolusz, ex promessa mai sbocciata, draftato da Minnesota nel 2003, ma mai arrivato a giocarsi una chance vera in Nord America, ma con un paio di buone stagioni in Extraliga e soprattutto un buon rendimento in nazionale. Interessanti il 22enne attaccante Kacper Guzik del Tychy, cresciuto nelle super-competitive leghe junior di Detroit, autore di un ottimo mondiale under20 due anni fa, quando realizzò 11 punti in 5 gare e soprattutto il coetaneo Damian Kapica, compagno di linea di Guzik fin dalle nazionali giovanili, esploso l’anno scorso al JKH GKS Jastrzebie e ripetutosi quest’anno al Podhale Novy Targ, trascinato in semifinale con 28 goals e 29 assists in 46 partite, miglior marcatore polacco dietro all’eterno Laszkiewicz ed a una sfilza di stranieri. Non ci sarà il roccioso difensore Pawel Dronia, impegnato col suo club, i Fischtown Bremerhaven, nelle finali della DEL2 in Germania

Focus su:

Aron Chmielewski: a 23 anni ha segnato 122 goal in campionato diventando uno degli idoli dei caldi tifosi del Cracovia. Attaccante potente e moderno, quest’anno ha fatto il salto in Repubblica Ceca, nel Trinec, dove però ha parzialmente deluso, con appena 2 goals in 20 apparizioni, prima di essere mandato in 1 Liga all’Havirov. Resta comunque il giocatore più promettente della nuova generazione ed un attaccante da tenere d’occhio.

Pronostico

La Polonia eredita i mondiali inizialmente assegnati all’Ucraina e poi spostati per i noti fatti interni. Per la federazione è un’occasione unica per mostrare i progressi fatti sia tecnicamente sia organizzativamente. E’ stata scelta la modernissima Tauron Arena, meraviglioso e super tecnologico impianto multi-funzionale da 15.000 posti, costato 106 milioni di euro ed inaugurato a maggio dell’anno passato, che ha già ospitato i mondiali di volley l’anno scorso ed accoglierà quelli di pallamano l’anno prossimo, con uno degli schermi led più grandi d’Europa. Il conflitto tra il Cracovia e la Federazione di cui accennavamo si è esteso anche alla preparazione della nazionale: il club infatti ha presentato un (salato) conto di 25.000 euro per l’affitto di tre giorni di ghiaccio alla Cracovia Arena, dove la nazionale si preparerà. La federazione ha minacciato di spostare la rassegna a Katowice, ma ha poi aperto il portafogli. Interrogato sul suo personale pronostico, coach Plachta ha prima risposto diplomaticamente: “tutte le squadre hanno le stesse chances di vincere questo campionato”, ma ha poi aggiunto “ma se dovessi scommettere lo farei sul Kazakistan che mi sembra abbia il roster con più giocatori di un certo livello.” Paradossalmente, pur giocando in casa, la Polonia non avrà la pressione di dover vincere a tutti i costi, in un gruppo tecnicamente molto valido. Attualmente Ungheria, Kazakistan sembrano superiori, ma nell’ultimo impegno internazionale, la tappa a Sanok dell’ Euro Hockey Challenge lo scorso febbraio, i polacchi hanno colto una bella vittoria 2-0 sull’Ungheria e 6-5 sull’Ucraina, anch’essa presente a Cracovia, vincendo la manifestazione. Senza dimenticare la vittoria sull’Italia a novembre a Budapest. Il nostro pronostico è un piazzamento intorno al 3-4 posto.

Avvicinamento

La Polonia ha disputato due amichevoli di preparazione contro la Gran Bretagna, prima dell’ultimo training camp a Krynica, perdendole entrambe: 6-4 a Nottingham (reti polacche di Tomasz Malasinski, Leszek Laszkiewicz, Grzegorz Pasiut e Jakub Wanacki) e 3-1 a Coventry, goal di Kacper Guzik, un segnale preoccupante, considerando che gli inglesi militano una divisione più in basso.

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