Tony PumaCon la stagione ancora in corso, la Champions Hockey League rivolge il suo sguardo al futuro definendo il format che caratterizzerà l’edizione 2015/16. Una modifica voluta e dovuta dall’allargamento della manifestazione, le 44 formazioni attuali diventeranno 48 che saranno suddivise in 16 gruppi di tre squadre. Le prime due classificate accederanno ai sedicesimi di finale.
I 48 club che daranno vita alla seconda edizione di CHL saranno formati dalle 26 Società fondatrici (6 finlandesi e svedesi, 4 ceche, tedesche e svizzere e 2 austriache), 12 club con licenza B (vincitori della regular season o del campionato di Austria, Repubblica Ceca, Finlandia, Germania, Svezia e Svizzera) e 10 con licenza C (wild card) da assegnare alla squadra vincitrice della Continental Cup e a formazioni provenienti da altri campionati. Con questo tipo di licenza, in futuro, l’organizzazione potrà estendere gli inviti a squadre della KHL, nel frattempo ne usufruiranno i club di Slovacchia, Francia, Norvegia, Danimarca e Gran Bretagna.
L’unica speranza del movimento italiano di vedere una propria squadra in CHL è appesa alle gesta del Bolzano (come successo in questa stagione dopo il successo in EBEL) o vincere la Continental Cup.