Lo scenario è splendido, la cornice da toglier il fiato: siamo nel cuore vivo e pulsante della Greater Toronto Area (GTA) metropoli adagiata sulle rive del Lago Ontario che da il nome a questo vastissimo stato canadese.
Incastonato tra l’infinita CN Tower che domina la skyline cittadina, la Rogers Arena casa dei Toronto Blue Jays ed Union Station, cantiere a cielo aperto dove transitano fino a 300000 persone al giorno tra pendolari, studenti e turisti in continua espansione, troviamo l’immensa Air Canada Center (ACC) casa dei Toronto Maple Leafs a farla da padrone.
L’appuntamento (o meglio show-on-ice) è di quello per palati fini e lo si respira anche nella City ; pian pianino le luci della sera iniziano ad allungarsi ed i primi colori a farla da padrone sono il bianco ed il blu che rivestono i mille e più locali cittadini tra offerte per il match-day in cartello (Toronto-Boston) e sconti per la marea Leafs. Lasciata alle spalle la sede della Toronto Leaf Sport and Entertainment, società multi miliardaria che gestisce le Major della metropoli dell’Ontario dai Leafs nella NHL, i Blue Jays (MLB) passando per i Raptors della NBA sino ad arrivare nel “soccer” con i Toronto FC, troviamo, tra fans che iniziano ad avvicinarsi nel nuovo tempio dell’hockey bianco blu e bagarini già in azione, l’ingresso dell’ACC.
Dopo l’immancabile foto ricordo con la bench storica poco prima dell’ingresso e superati i controlli capillari della security, la marea di gente inizia pian piano a riempire questa splendida Arena, moderna e confortevole ; il soffitto ripercorre la secolare storia della franchigia dell’Ontario così come lo spettacolare pre-game video sul ghiaccio tirato a lucido per l’occasione ed allestito a festa prima dell’anthem Oh Canada cantato a squarciagola dalla platea.
On ice è Toronto a farla da padrone dopo la rete dell’ex Kessel a tirar via le ragnatele dal sette di Rask; i Bruins faticano oltre modo a superare l’arcigna difesa di casa a protegger benissimo il poco impegnato Bernier.
I Leafs non sono da meno e nei primi 5′ della frazione centrale scavano il solco con 3 realizzazioni a metter in cassaforte il risultato con Rask rispedo sotto la doccia.
A scaldare umore e mani, ci pensan il doppio tributo riservato dai Leafs prima ad un reduce canadese di stanza dell’Afghanistan così come il saluto del leggendario Sundin tornato “a casa” prima del gran weekend dedicato alla Hall Of Fame.
Il match scivola via benissimo per i padroni di casa mentre non è proprio serata per Boston (schiantata per 6-1) ma lo spettacolo non è ancora finito; salutate le Tre Stelle della serata, la festa continua anche all’esterno dell’ACC con la moltitudine bianco blu ad abbracciare i rivali bostoniani.
Non è difficile difatti incrociare tra le infinite Avenue della Downtown fans “rivali” spalla a palla abbracciati e festosi, tra cori di scherno reciproci (il preferito è Loser ’67, in ricordo dell’ultima Stanley dei Leafs) il tutto annaffiato da litri di birra a riempire umori e gioie reciproche perché l’hockey in fondo non dovrebbe essere solo sport o rivalità, ma è anche modo festoso di vivere sentire e respirare questa infinita passione come stasera ci hanno insegnato i tifosi qui a Toronto.