Raduno azzurrini ad Asiago in vista del “Torneo 4 Nazioni” pre Mondiali U20

Raduno azzurrini ad Asiago in vista del “Torneo 4 Nazioni” pre Mondiali U20

(com. stampa wcasiagou20.com) – È iniziato il conto alla rovescia che tra poco più di un mese porterà al Mondiale under 20 di Prima Divisione Gruppo A, in programma al palaghiaccio di Asiago dal 14 al 20 dicembre. E proprio all’Odegar in questi giorni sono sbarcati gli azzurrini impegnati a prendere confidenza con il ghiaccio altopianese prima di partire alla volta di Budapest, sede dal 6 all’8 novembre del “Torneo 4 Nazioni”, di fatto l’unica occasione per la nazionale di Erwin Kostner di “conoscersi” e misurarsi in vista dell’appuntamento iridato. Quattro i giocatori in forza all’Asiago Hockey convocati: il portiere Davide Mantovani e gli attaccanti Marco Magnabosco, Simone Olivero e Fabrizio Pace. A Budapest, l’Italia incrocerà nell’ordine: la Slovenia (6 novembre, alle 19.10), avversaria poi anche nell’epilogo del Mondiale, i padroni di casa dell’Ungheria (7 novembre, alle 13) e, infine, la Francia (8 novembre, alle 13). Ne abbiamo approfittato per fare alcune domande al coach Kostner.

A Budapest, nel “Torneo 4 Nazioni”, l’Italia se la vedrà con Slovenia, avversaria poi anche al Mondiale di Asiago, Ungheria e Francia. Cosa si aspetta da questi test?

«Devo vedere come si comportano i giocatori perché è da un po’ che non alleno questa squadra. L’obiettivo è conoscere bene tutti gli elementi del gruppo, ma sono molto positivo perché stanno giocando anche in serie A nei vari club; questo ci è d’aiuto, oltre a darci soddisfazione. È comunque un team collaudato che ha ben figurato due anni fa nell’under 18. Adesso ogni giocatore ha due anni di lavoro e di crescita in più sulle spalle per cui mi aspetto si comportino tutti di conseguenza. In tornei come quello di Budapest servirà prima difendere, ma sarà anche necessario trovare qualità offensive».

Com’è allenare un gruppo di ragazzi under 20?

«Il mio compito credo sia quello di unire tutti gli elementi del gruppo, cercando di ottenere quello che mi aspetto da loro. A questa età gli atleti sono come spugne, in grado di apprendere tantissimo: mi aspetto, oltre a una maturità fisica che già hanno, anche una maturità caratteriale, dentro e fuori dal ghiaccio».

Quello di Asiago sarà un Mondiale di alto livello, con vari giocatori “in odore” di Draft NHL. Tra questi c’è anche un azzurro: Alex Lambacher, che si sta mettendo in grande evidenza in Germania con la squadra giovanile di Mannheim.
Quanto è importante per i giovani compiere scelte del genere, andando all’estero a giocare?

«Il problema dell’Italia, se così vogliamo chiamarlo, è che manca la concorrenza e lo spirito di conquista tra i giocatori. Mi spiego meglio: essendoci poca competizione, visto che gli atleti sono pochi, questi ultimi si permettono di giocare il minimo indispensabile per restare in squadra. All’estero, invece, la concorrenza è sfrenata e il posto nel team meritato ad ogni allenamento. È proprio questo il caso della formazione giovanile di Mannheim: un gruppo forte e professionale con degli scout che danno visibilità agli atleti e creano contatti con campionati oltreoceano. Abbiamo nominato Alex Lambacher, lui è un atleta che s’impegna ad ogni allenamento per conquistarsi un posto in partita; in Italia capita che il club debba telefonare al giocatore per chiedergli di venire a giocare. È questo che non va, è qui la differenza e forse il punto di forza nell’andare all’estero».

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