Bremerhaven, Belfast e Brasov avanti in Continental Cup

Bremerhaven, Belfast e Brasov avanti in Continental Cup

Fine settimana ricco di emozioni nei due gironi di Continental Cup giocati a Bremerhaven, in Germania ed a Brasov, in Romania. Vediamo in dettaglio come è andata, ricordando che in settimana era giunta la notizia, per la verità non inaspettata, della rinuncia dei campioni di Ucraina del Companion-Naftogaz Kyiv a partecipare al girone di semifinale, in programma a Novembre ad Angers, per la nota situazione politica in Ucraina che ha portato alla fuga degli sponsor che potevano assicurare la trasferta francese. “Abbiamo cercato di posticipare questa decisione il più in là possibile – ha detto sconsolato il GM Stanislav Vernikov – ma capiamo che la IIHF voleva avere il quadro della situazione prima della seconda fase. Qui non abbiamo più nulla, né giocatori, né attrezzature né una società.” La IIHF ha deciso quindi che il posto del Companion sarebbe stato preso dalla miglior seconda classificata dei due gironi, una decisione che ha avuto il merito di rendere interessanti i due tornei fino all’ultimo.

Tra le montagne della Romania, l’ambizioso Corona Brasov, riceveva Prizma Riga (Lettonia), KH Sanok (Polonia) e Dunaujvaros (Ungheria). E’ stata tre giorni piena di sorprese fin dalle prime partite, con il Prizma che si suicidava perdendo con i padroni di casa dopo essere stato in vantaggio di due goal ed il Sanok di Miro Frycer e dell’ex Fassa David Turon che regolava gli ungheresi con una grande prova dei suoi canadesi Knox, Pietrus e Danton ponendosi come il favorito per la vittoria finale. Ma la seconda giornata vedeva l’inopinata sconfitta dei polacchi contro il Prisma, questa volta vittorioso in rimonta, mentre in un classico di MOL Liga il Brasov aveva la meglio sugli ungheresi, eliminati dopo due sconfitte. Alla vigilia dell’ultimo turno, quindi,  tre squadre avevano ancora speranze concrete di qualificazione, con Brasov come favorito in virtù dei sei punti e del vantaggio di giocare in casa. Ma nel pomeriggio il Dunajvaros rendeva la situazione più chiara battendo ed eliminando il Prizma, complice la decisione un po’inattesa di dare spazio al giovane back-up Zakrevskis invece che puntare sull’esperto Lusins, eroe della vittoria sul Sanok. In serata la gara più attesa non ha tradito le aspettative, in una girandola di emozioni e goal che ha finito per premiare il Sanok, vittorioso 4-3, con l’ex NHL Mike Danton assoluto protagonista. Ulteriore beffa per il Brasov i molti goal subiti, che ponevano la squadra rumena in svantaggio nella corsa al miglior secondo posto.

A Bremerhaven, sul mare del nord, i Penguins padroni di casa e campioni della DEL2 la stagione scorsa, sfidavano gli olandesi del Tilburg Trappers, i Belfast Giants, con il consueto buon numero di folkloristici tifosi al seguito, come è tipico delle squadre inglesi, ed i bulgari del CSKA Sofia, vincitori il mese scorso del turno preliminare. La settimana prima del viaggio in Germania, con una mosso clamorosa i bulgari scoprivano le proprie ambiziose carte, annunciando l’ingaggio di un gruppetto di giocatori russi a completare il roster, tra i quali nientemeno che l’ex New York Islanders Oleg Kvasha, 493 partite in NHL, e Vladimir Antipov, un’altra ex star con più di 800 partite in Russia nel curriculum, entrambi ritiratisi l’anno scorso. Sgomento tra gli avversari e gli addetti ai lavori, non tanto per i nomi incorporati nel roster – se puoi permetterti questi ricchi ingaggi meglio per te – quanto per l’accondiscendenza della IIHF nel permettere una mossa del genere. Con soli tre bulgari a referto, di cui uno il back-up Dmitar Dmitrov, ragazzino poco più che in gita premio, il CSKA si presenta come terzo incomodo tra i favoriti Penguins e Giants. Ma già la prima partita tra CSKA e Penguins rende evidente quello che sarà il difetto dei bulgari per tutto il torneo: la scelta di giocare con freschi pensionati ed una squadra rifatta una settimana prima non paga: i giocatori non si trovano sul ghiaccio e soprattutto la tenuta fisica lascia molto a desiderare. In tutte e tre le partite il CSKA ha un vero e proprio crollo fisico nel terzo periodo, che la tecnica superiore di Antipov e soprattutto Kvasha non riesce a compensare. D’altronde il campionato bulgaro non è ancora iniziato e comunque, con tre squadre, non è certo l’NHL. Così i Penguins, trascinati da un tifo caldo e rumoroso, si impongono 6-2 con un’ottima prova di Brendan Cook e dell’esperto ceco Jan Kopecky. I russi lasciano il segno con un goal in assolo di Antipov e alcune grandi giocate di Kvasha. Nel pomeriggio Belfast, nonostante le assenze di Kevin Saurette – infortunato – e Eddie Cheverie, arrivato in ritardo per assistere la moglie incinta, aveva svolto il suo compito battendo 4-1 gli olandesi, squadra non male ma con grandi limiti di finalizzazione. Secondo giorno e stesso copione nella gara tra Giants e CSKA, coi bulgari che crollano nell’ultimo quarto dopo essere rimasti ni partita per 40 minuti. I Giants, squadra compatta ed esperta che gioca con solo tre linee, vincono 6-2, eliminando già il CSKA. Stessa sorte, come prevedibile, per Tilburg nella gara serale contro i padroni di casa, che si impongono facilmente, mettendo in mostra i pilastri della squadra campione di Germania – anche se si tratta della seconda divisione qui nessuno nota la differenza – oltre ai già citati Kopecky e Cook, l’ex Valpe Ryan Martinelli, il ceco Jaroslav Hafenrichter ed il capitano Marjan Dejdar, il cui goal che ha dato il titolo lo scorso anno viene mostrato in modo ossessivo ad ogni occasione sui maxi-schermi. Si arriva così all’ultima giornata e tutti attendono lo scontro decisivo tra Belfast e Bremerhaven. Nel pomeriggio, gloria per Tilburg che batte il CSKA segnando 4 goal nell’ultimo periodo e quello decisivo, con molta fortuna dopo una serie di carambole tipo flipper, a 30 secondi dalla fine. Ai bulgari, arrivati in Germania tra squilli di trombe, rimane l’amarezza di aver speso male i propri soldi ed essere rimasti con un pugno di mosche. In una bellissima atmosfera, con i tifosi di entrambe le squadre a cantare incessantemente, Giants e Penguins scendono sul ghiaccio decisi a prendersi il primo posto del girone. Aprono i padroni di casa, ma i Giants pareggiano poco dopo e mettono la freccia con due reti di Mike Kompon, la seconda molto contestata perché arrivata in una mischia terribile davanti alla porta di Jonas Langmann. Sul 2-1 Belfast mostra tutte le sue qualità di squadra esperta e “furba”, attenta a non cadere nelle provocazioni dei tedeschi ed incurante dei ruggiti dei tifosi. Ma quando Kopecky pareggia in tribuna si capisce che l’inerzia della gara si sposta verso Bremerhaven, complice anche il roster corto dei nordirlandesi; un palo colpito per parte è il preludio al decisivo 3-2 di Brock Hooton, completato poi a un secondo dalla sirena, con la Bremerhaven Eisarena già in festa, dal 4-2 a porta vuota di Kopecky, che chiude la sua serata con una tripletta. Sconfitta resa meno amara per Belfast dai risultati arrivati dalla Romania, che regalano ai Giants la qualificazione come seconda classificata. Sanok e Belfast volano dunque ad Angers mentre i Penguins varcheranno le Alpi per giocare a Collalbo a novembre. A Bremerhaven si è visto un torneo di buon livello, senza partite scontate: la Continental dovrebbe cercare di ritornare in città “malate” di hockey come Bremerhaven, ma per la Germania questa sarà l’ultima partecipazione alla seconda coppa: dall’anno prossimo infatti non sarà permesso alle federazione che partecipano alla Champions League iscrivere squadre all’altro torneo continentale

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