Si aggrava la situazione nell’Ucraina orientale. L’hockey corre ai ripari.

Si aggrava la situazione nell’Ucraina orientale. L’hockey corre ai ripari.

“L’Ucraina è in stato di guerra” combattuta “con l’utilizzo di gruppi sovversivi professionisti, mercenari, volontari e popolazione locale. Ai volontari e alla popolazione locale è stato fatto il lavaggio del cervello con una guerra di informazione”. Queste sono le parole del Presidente ucraino Petro Poroshenko intervenendo, oggi, all’Università nazionale del Ministero della Difesa ucraino.

L’aggravarsi della situazione nella Repubblica ex sovietica, costringe il mondo hockeistico a prendere le contromisure con lo scopo di salvare una nuova stagione alle porte: nella giornata odierna, il Donbass Donetsk ha annunciato che la sua formazione giovanile del Molodaya Gvardiya non parteciperà nella prossima stagione alla MHL. Una decisione presa al termine dell’incontro, tenutosi ieri, tra il Direttore Responsabile della MHL Dmitriy Efimov e il Presidente del club ucraino Boris Kolesnikov. Il massimo rappresentante della società ucraina ha incontrato anche il Presidente della KHL Alexander Medvedev: tenuto conto che gli ucraini sono azionisti della KHL, è stato deciso di concedere loro un anno sabbatico dalla Lega transnazionale, mentre ai suoi giocatori è stata data la possibilità di stipulare contratti annuali. Il Donbass Donetsk parteciperà al nuovo campionato professionistico ucraino, il cui nome deve ancora essere deciso, composto, inoltre, da altre nove squadre: Altayr Druzhkovka, Bilyy Bars Bila Tserkva, Sokol Kiev, Generals Kiev, Kompanion Kiev, Dynamo Kharkiv, Kremenchuk, Stal Dneprodzerzhynsk e Levy L’viv.

E il Mondiale di Prima Divisione Gruppo A? Ufficialmente la IIHF tace, tuttavia dietro le quinte qualcosa si muove. In un articolo apparso oggi sul quotidiano Alto Adige, a firma Marco Marangoni, si ipotizza una possibile candidatura dell’Italia alla quale i nuovi vertici federali stanno pensando, nel caso in cui la Federazione Internazionale dovesse decidere di conferire l’organizzazione della rassegna iridata cadetta ad altri soggetti. In corsa ci sarebbero anche la Polonia con Cracovia (battuta lo scorso maggio al Congresso Annuale 14-11) e il Kazakistan con Astana o, in alternativa, Almaty, probabilmente l’ostacolo più difficile da superare.

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