Italia-Svezia: il precedente

Italia-Svezia: il precedente

Lo 0-0 è sicuramente il risultato più raro che l’hockey possa esprimere. Se nel calcio le probabilità che una partita termini a reti bianche è relativamente alta, nell’hockey le possibilità sono di gran lunga inferiori. Nella sua novantennale storia la Nazionale Italiana ha impattato a reti inviolate in tre occasioni: due in anni pionieristici con Ungheria (1934) e Germania (1939) e una in epoca moderna con la Svezia. Era il 1992, il Blue Team tornò in Gruppo A, dopo le esperienze degli anni ’80. Il controllo del pancone venne preso da Brian Lefley, il quale sostituì Gene Ubriaco lasciato a piedi dalla Federazione al termine delle Olimpiadi di Albertville di qualche mese prima. Nella gara d’esordio con gli Stati Uniti, la difesa si dimostrò ermetica, sebbene l’Italia venne sconfitta 1-0, il giorno successivo gli Azzurri incontrarono i campioni del mondo in carica della Svezia, formazione contro la quale pensare, minimamente, di racimolare punti era pura follia. Eppure Lefley riuscì nell’impresa disegnando una squadra votata al sacrificio collettivo che rinunciò alla fase offensiva (solo dieci conclusioni, peraltro velenose) per esaltare un reparto difensivo che seppe fare quadrato intorno a David Delfino, ultimo bastione impenetrabile, preferito a Roberto Romano uscito malconcio dalla battaglia con gli USA. Il goalie del Fassa ripagò la fiducia accordatagli dal coach canadese parando quarantasette tiri svedesi. Lo sconcerto tra le fila della Nazionale delle Tre Corone fu palese.

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