Repubblica Ceca-Italia: il precedente

Repubblica Ceca-Italia: il precedente

Segnare alla Repubblica Ceca (o Cecoslovacchia) non è mai stato semplice per l’Italia. Negli undici precedenti, tra Europei e Mondiali, i goalie avversari di turno hanno collezionato cinque shutout. Probabilmente la migliore prestazione degli Azzurri contro i cechi, nel secondo dopoguerra, risale all’edizione iridata del 1996. Vienna: nel turno preliminare il Blue Team fu inserito nel Gruppo B, dopo quattro partite gli uomini di Lefley condividevano la seconda posizione con i campioni del mondo in carica della Finlandia e della Svezia a quota cinque punti, mentre la Repubblica Ceca occupava il primo posto con sette punti. L’accesso ai quarti da parte degli Azzurri era in cassaforte, tuttavia, sulla carta, erano anche gli unici a poter aspirare alla posizione d’onore, dato che Svezia (1-3) e Finlandia (2-4) si erano dovute piegare agli slavi. Coach Brian Lefley, alla vigilia dell’ultima partita del girone, sulle colonne della Gazzetta dello Sport, ribadì la sua filosofia: “Credo nel lavoro e nella capacità di ottenere il massimo da ogni situazione”. Da sempre i suoi ragazzi lo seguivano, i risultati erano sotto gli occhi di tutti. Non fece eccezione neanche questa partita: sotto 2-0 per mano di Robert Reichel (7.54) e Roman Meluzin (12.37), pochi secondi più tardi dal raddoppio Lucio Topatigh suonò la carica e con Chris Bartolone (25.28) trovò il pareggio. Robert Lang (26.31) e Robert Kysela (29.35) ristabilirono le distanze, tuttavia il Blue Team rimase in partita con Bartolone (36.21); nel finale della frazione centrale Jiri Kucera mise fine ad una mischia. Fu il preludio di quanto sarebbe accaduto nell’ultima frazione di gioco. Nel secondo intervallo nuvole nere e minacciose si addensarono nel terzo difensivo italiano, il primo scroscio di Radek Belohlav (40.47) diede il via, nei successivi 5’ di gioco, ad una grandinata di goal: Radek Bonk (42.04), David Vyborny (43.23) e Mario Chitarroni portarono il punteggio sul momentaneo 8-4. Nel finale Roland Ramoser (55.19) e Reichel (59.20) fissarono il punteggio sul 9-5. Sebbene non avesse a disposizione la punta di diamante Jaromir Jagr, la Repubblica Ceca si dimostrò troppo forte per piegarsi al volere degli Azzurri, i quali misero in campo il credo di Lefley riuscendo a segnare loro, in una partita, più reti di quanto i loro predecessori non avessero fatto prima. Accadrà ancora? E se accadrà, varrà un successo? Ai posteri l’ardua sentenza.

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