Franco Viale: il ricordo di Franco Lana

Franco Viale: il ricordo di Franco Lana

Sono state numerose le manifestazioni d’affetto che il mondo hockeistico, in questi giorni, ha tributato a Franco Viale, dimostrando quanto l’ex portiere fosse benvoluto da tifosi o da coloro che l’hanno conosciuto sul ghiaccio, sia come allenatore che come compagno di squadra.
Uno di loro, Franco Lana, ha voluto affidarci le sue parole di ricordo.

Ieri abbiamo salutato il portiere della nostra squadra. Una squadra, quella dei Diavoli, in cui molti giocatori si sono avvicendati nei numerosi campionati disputati quando l’hockey a Milano si giocava al Palaghiaccio di via Piranesi. Ma che ha sempre avuto un solo protagonista, nel bene e nel male,  tra i pali: Franco Viale.  Il Piranesi: una bolgia infernale, un campo difficile per qualsiasi avversario incrociasse i bastoni con i Diavoli.

In porta c’era lui, Franco Viale a difendere la gabbia e l’onore dei Diavoli. Se era in giornata era quasi impossibile segnare un goal.  E nei momenti difficili sapeva come dare la carica ai compagni e come infiammare gli animi sugli spalti. Con la sua famosa presa con la pinza: si allungava in una spaccata plastica e zac ! Bloccava il disco.

E a quel punto veniva giù lo stadio.  E noi sapevamo che lui era li. Io l’ho visto giocare quando ero ragazzino e andavo con mio padre a vedere i Diavoli. Seduto in prima fila a fantasticare, a sognare il momento in cui anch’io avrei giocato con i Diavoli. Poi il momento, è arrivato. Io ero un bocia e lui il vecio. Il mitico Viale. Il portiere più forte d’Italia e della Nazionale. E io solo un giovane allievo difensore.

Tra sgridate e consigli non so quante me ne ha dette. Immagino solo il suo iniziale sconforto nel vedere un bocia giocare davanti alla sua area, alla sua porta. Io assieme ad altri sei sbarbati convocati per giocare con i mitici Diavoli. Con l’Aldo Federici che sorrideva divertito alle sue espressioni incredule. Lui che aveva giocato con i migliori adesso gli toccava fare la balia. Tanta passione e fatica hanno fatto crescere il bocia. La fiducia del portiere si conquista così, un pò alla volta. Tra body-check e  rimbalzi portati via agli attaccanti avversari. Tenendo lontano l’uomo dalla porta a qualsiasi costo.

Oggi ho capito cosa vuol dire veramente fare parte di una squadra. Oggi che siamo tutti più vecchi e dell’hockey giocato ci sono rimasti i ricordi e qualche cicatrice. Oggi che non il Piranesi non c’è più. Oggi che tutti noi abbiamo le nostre vite e i nostri impegni. Ma una cosa è rimasta immutata: noi apparteniamo tutti alla stessa squadra e lo saremo per sempre. Basta un attimo e il tempo pare fermarsi e ci sembra di essere ancora nello spogliatoio prima delle partita o dopo l’allenamento. Le stesse battute, la stessa voglia di divertirsi.

Fare parte di una squadra è per tutta la vita. Un legame indissolubile. Anzi mi piace immaginare che vada anche oltre. Qualcuno di noi è semplicemente andato avanti ad aprire lo spogliatoio.

Ciao Franco. Forza Diavoli!

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