Sochi 2014 donne: Bronzo che va in rimonta ad un’indomita Svizzera

Sochi 2014 donne: Bronzo che va in rimonta ad un’indomita Svizzera

Come da pronostico la nazionale svedese ha preso in mano il gioco della finalina, valevole per la medaglia di bronzo ai terzi classificati e per quella di legno che viene ipoteticamente assegnata ai quarti classificati. Finale di consolazione che vede di fronte due europee, Svezia e Svizzera, le iniziali sono le stesse, ma le qualità sono indubbiamente diverse sul ghiaccio, ne citiamo una che già di per se dovrebbe far capire il diverso grado sulla pista, al termine del primo periodo i tiri saranno 10 a 1 per le scandinave, mentre il risultato dice 1-0 per le svedesi grazie alla rete della Löwenhielm al 14° minuto, dopo che la Lindh ha compiuto un mezzo miracolo nel trattenere il disco nel contrasto con Laura Benz ed in back servirlo alla compagna che mette il puck in un angolo improbabile battendo la Schelling. Dall’altra parte una sola conclusione rossocrociata parata bene dalla Wallner ad opera della Lutz, la migliore delle sue al termine del primo periodo, se non foss’altro perché quando è sul ghiaccio mette apprensione alla retroguardia scandinava. L’inizio di gara non è stato dei migliori da parte di entrambe, basta pensare che dopo 3.10 le svedesi hanno collezionato ben quattro liberazioni vietate, poi pian piano hanno preso in mano le redini dell’incontro mettendo alle corde in più occasioni la difesa svizzera e saggiando le capacità della Schelling, soprattutto in powerplay hanno dato dimostrazione della propria superiorità costringendo le avversarie agli straordinari. Il gol è stato poi il giusto coronamento di una supremazia largamente manifestata.
Secondo periodo che si apre con la doppia possibilità svizzera di pareggiare i conti con però la Wallner che dice no nell’uno contro uno, il tutto inframmezzato dall’occasione del raddoppio svedese ed in questo caso è la Schelling che si oppone. Secondo tempo in cui la Svizzera pare essere scesa sul ghiaccio più consapevole dei propri mezzi rispetto ad una Svezia un poco più contratta. Le occasioni sono a favore del team d’oltralpe con le varie Marty, Lutz e Benz ad impensierire e creare grattacapi sia alla retroguardia che al goalie svedese, che in più di un’occasione si oppone con bravura. Wallner che opera un vero e proprio miracolo sulla conclusione di Alina Muller in powerplay bloccando il tiro a colpo sicura della svizzera e creando un parapiglia in area. Poi le svedesi non colgono il vantaggio di quasi 30 secondi in 5 contro 3 raccogliendo poco o nulla in powerplay. La più efficace è la Uden Johansson che prima saggia le capacità della Schelling, poi quando tutto pare volgere per il meglio effettua un tiro su cui nulla potrebbe la goalie svizzera, ma è la traversa a negarle la gioia del goal, rete che poi arriverà sul finale di tempo con un tiro davvero poco pretenzioso, ma che coglie di sorpresa l’estremo rossocrociato portando il team delle tre kronor sul 2-0.
Terzo tempo che si apre sulla falsariga del precedente, Svizzera a testa bassa e Svezia che pare alle corde. Pronti via e le elvetiche accorciano le distanze con Sara Benz che porta il risultato sull’1-2 cogliendo di sorpresa la Wallner dopo poco più di un minuto dall’inizio di tempo. Da qui in poi le svizzere prendono le redini della gara ed a parte qualche scorribanda dalle parti della Schelling, che comunque si oppone sempre bene, non danno segni di ripresa, anzi sembrano aver lasciato spazio alle avversarie che ne approfittano in powerplay, con la Olofsson in panca puniti per uno sgambetto, andando a pareggiare le sorti con la Stanz. Svezia che avrebbe la possibilità di approfittando di una superiorità numerica con la Stalder in punizione, ma anche in questo caso le svizzere sono bravissime ad imbrigliare il gioco avversario e non si fanno intimorire. Il colpo di scena al minuto 53.43, con ancora la linea dei sogni elvetica composta dalle ormai solite Stalder, Benz e Lutz con quest’ultima che infila per la terza volta il disco alle spalle della Wallner portando in vantaggio le sue compagne. Ma non è ancora finita perché il finale thriller deve ancora compiersi, perché il coach svedese Hogberg tenta il tutto per tutto, toglie al 57.57 il proprio goalie per mettere il giocatore di movimento in più, mossa che solo in parte da i propri frutti, infatti dopo poco più di un minuto, siamo al 58.53 la Muller approfitta di un disco perso malamente sul proprio terzo e lancia il disco, più per spazzarlo che effettivamente per segnare, e porta a quattro le reti per i suoi. Time-out ed alla ripresa nulla cambia, ancora sei i giocatori di movimento per la Svezia, ed ecco che la Svezia accorcia sul 3-4 con la sua giocatrice più rappresentativa, la Winberg, che in mischia mette gela la Schelling e la Bolshoy Ice Dome. Troppo poco rimane sul tabellone e l’opera delle svedesi rimane incompiuta mentre il vero e proprio capolavoro lo compiono le ragazze svizzere che per la prima volta agguantano una medaglia alle Olimpiadi, pur se di bronzo ha lo stesso sapore di un oro.

SVIZZERA-SVEZIA 4-3 (0-1; 0-1; 4-1)
Reti: 14.00 (0-1) Löwenhielm Michelle (LINDH Maria – Ostberg Cecilia); 38.58 (0-2) UDEN JOHANSSON Erica (Ostberg Cecilia – LINDH Maria); 41.18 (1-2) BENZ Sara (FORSTER Sarah); 46.13 (2-2 PP1) STANZ Phoebe (MULLER Alina); 53.43 (3-2) LUTZ Jessica (STALDER Lara – BENZ Laura); 58.53 (4-2) MULLER Alina; 59.16 (4-3) WINBERG Pernilla (ASSERHOLT Jenni – Grahm Erika)

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