Cortina: l’intervista dei tifosi a Stanislav Gron (senior)*

Cortina: l’intervista dei tifosi a Stanislav Gron (senior)*

(Comun. stampa SG Cortina) – Chiami Stanislav Gron per l’intervista e se ne presentano due: Stanislav Gron senior, 12 goal e 19 assist in elite A, il top scorer del Cortina, e Stanislav Gron junior, sette anni, piccolo campione delle giovanili del Cortina che ha tutta l’intenzione di seguire le orme del papà sui campi ghiacciati, anche se per il momento cerca di imparare come si fanno le interviste.

(in italiano) Stanislav junior, traduci tu le domande a papà?
(in italiano) Ok, va bene.

L’intervista va avanti così: Dell’Osta fa le domande in italiano, Manaigo le traduce in inglese, Gron senior risponde in inglese e Manaigo conclude traducendo in italiano le risposte. Ma Gron junior resta sempre attento, e a volte la traduzione italiano-slovacco arriva prima di quella italiano-inglese.

Stanislav senior, come mai un giocatore come te non ha avuto fortuna in NHL?

Semplicemente non ho giocato abbastanza bene per fare il salto stabile in quella lega. Io ho giocato tre anni con gli Albani River Rats e poi il direttivo della società ha deciso di non confermarmi.

Ritieni che sia stata comunque una bella esperienza, quella americana?

Ero molto giovane: è stata sicuramente una esperienza importante, e non ho rimpianti. Ho giocato undici amichevoli con i New Jersey Devils, e una partita di campionato. È ovvio che non è abbastanza, e che mi sarebbe piaciuto continuare, ma devo riconoscere che ci sono giocatori anche molto più bravi di me che non hanno avuto l’opportunità di giocare nemmeno quella partita.

Sei al tuo secondo anno a Cortina. Cosa pensi del campionato italiano? Si è impoverito, con la partenza del Bolzano?

Io penso che la lega sia buona, e che non dobbiamo preoccuparci particolarmente per la partenza del Bolzano. Successe la stessa cosa nel campionato slovacco, quando il Bratislava decise di andare a giocare in KHL. Nonostante le preoccupazioni, il livello di gioco rimase buono comunque, e mi sembra che la stessa cosa si possa dire dell’Italia. Qui ci sono ottime squadre, esattamente come l’anno scorso.

Una di queste è senz’altro l’Asiago. Pensi che un Cortina con Gron e altri due nazionali slovacchi, Zdeno Chara e Marian Gaborik, potrebbe battere i campioni d’Italia e vincere lo scudetto?

(ride) Eh, probabilmente avremmo qualche possibilità in più… Li conosco entrambi, anche se non ho mai giocato in squadra con loro.

È vero che c’è una grande differenza tra la scuola di hockey russa e quella nord-americana?

Fino a qualche anno fa sicuramente sì. I sovietici prima e i russi poi sapevano giocare di più il disco, mentre i nordamericani erano più fisici, più duri. Oggi ci sono giocatori russi molto fisici e giocatori nordamericani che con il disco sanno fare qualsiasi cosa, quindi non credo che attualmente tra le due scuole ci sia una grande differenza.

Con chi hai particolarmente legato, in spogliatoio? E che rapporti hai con Jakub Grof, che viene dalla Repubblica Ceca?

Confesso che andiamo tutti molto d’accordo, e anche con Jakub c’è un ottimo rapporto. Devo dire che, normalmente, noi slovacchi non abbiamo problemi con i cechi, e i cechi non hanno problemi con noi slovacchi. È vero che quando rappresentative delle due nazioni si scontrano sul ghiaccio per un “derby” la rivalità è molto grande. Ma è una rivalità che inizia e finisce sul ghiaccio.

Che rapporto c’è tra te e i sei ragazzi che hanno iniziato a giocare quest’anno in Serie A? Fai loro da maestro?

Tutti e sei sono giovani molto talentuosi e possono diventare ottimi giocatori. Sull’insegnamento, io non sono di quelli che vanno a dire: «Fai così o fai colà»; non è proprio nel mio carattere. Però se loro guardano cosa faccio io e cercano di imitarmi sono molto felice, e se vengono a chiedermi qualcosa sono sempre disponibile, e la cosa mi fa grandemente piacere.

Come mai hai deciso di tornare a Cortina?

Per un insieme di cose. Io, come giocatore, ho deciso di tornare per la squadra, per l’allenatore e per tutti coloro che lavorano per la società, visto che qui il clima è ottimo. Io come persona ho deciso di tornare perché la mia famiglia si è trovata molto bene, e vorrei che Stanislav junior imparasse l’italiano ancora meglio.

Per i piccoli atleti compagni di Stanislav jr., tu sei una specie di mito, e tutti riconoscono che sei uno dei migliori giocatori che hanno vestito la maglia del Cortina negli ultimi anni. Senti questa responsabilità?

Addirittura un mito? Lo vengo a sapere adesso… (ride imbarazzato). Io sento la responsabilità ogni volta che metto la maglia e scendo sul ghiaccio, prima di ogni partita. Ma è una cosa normale, non credo dipenda dalla bravura.

Quali consigli dai a un ragazzo talentuoso che vuole provare a diventare bravo come te?

Bisogna innanzitutto imparare a pattinare bene. Poi da questo si passa ad altre cose, come imparare a gestire il disco. Ma la cosa più importante è avere un sogno in testa, e lavorare duramente per vederlo concretizzato.

Un pensiero per i tifosi.

Ci tengo a ringraziarli per quello che hanno fatto fino a oggi. Spero che continuino a venire allo Stadio, e sempre più numerosi.

 

* Nota: alcune domande inviate dai tifosi alla Sportivi Ghiaccio Cortina presentavano contenuti uguali, o pressoché simili. Sono quindi state “riunite” in un’unica domanda, anche per evitare di rendere l’intervista troppo lunga; è questa la ragione per cui gli appassionati potrebbero non ritrovare testualmente, all’interno dell’intervista, la domanda che avevano inviato alla Sportivi Ghiaccio.

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