Il presidente della Lihg Teofoli: “Tutto in regola con la Coppa Italia. Altre squadre in Ebel? Ci si organizzi”

Il presidente della Lihg Teofoli: “Tutto in regola con la Coppa Italia. Altre squadre in Ebel? Ci si organizzi”

Un mese dopo l’apertura dei giochi della nuova Elite A, sono le solite Val Pusteria, Asiago e Renon a sembrare le compagini favorite per questa stagione. Il campionato però è ancora lungo, la Valpe deve ancora ingranare, il Cortina può mettere più di un bastone tra le ruote alle “big”, il Milano dal roster corto ha però tanto cuore, così come il Fassa dei giovani, così come il Vipiteno, che si sta dimostrando squadra compatta e coriacea.
Un mese caratterizzato però anche dalle prime polemiche, quelle riguardanti il format della Coppa Italia e l’inclusione/esclusione del Fassa, fino ad arrivare ai rumors riguardanti altre squadre italiane in Ebel. Sentiamo però il parere del presidente della Ligh, Tommaso Teofoli, riguardo a questo avvio di stagione.

Presidente Teofoli, come ha visto questo primo scorcio di stagione?

Credo sia stato un avvio in linea con il finale dell’anno scorso, sia come tipologia di squadre che come organizzazione interna delle compagini: d’altronde è quello che abbiamo voluto mantenere, quel giusto mix tra italiani, italo e stranieri. In più, visto che non esiste più la retrocessione, molte squadre ne stanno approfittando per far giocare di più le terze e le quarte linee, il che va a valorizzare anche i nostri giovani e quindi il futuro del nostro hockey.

Alcuni tifosi, soprattutto quelli fassani, non sono stati felici di come è stata gestita la questione Coppa Italia: prima quarti di finale con otto partecipanti, poi draft a sei squadre. Cos’è successo esattamente?

Probabilmente qualcuno non ha capito ciò che era stato deciso nelle norme federali, che prevedevano che ci sarebbe stato un draft a otto o sei squadre a seconda che ci fosse o no un organizzatore. Milano e Renon avevano presentato la loro candidatura, bisognava soltanto perfezionarla: la società meneghina si è ritirata, mentre il Renon ha confermato alle ore 10 del 16 ottobre, a poche ore dalla deadline che era fissata a mezzanotte. Tutto in regola, quindi.

Un draft, però, eseguito di fatto “mezzo stampa” già ore prima di quello ufficiale previsto sul ghiaccio dell’Odegar in occasione della Supercoppa.

E’ chiaro che ognuno poteva comunicare la propria decisione quando voleva. Sicuramente però, nonostante le squadre avessero espresso le loro preferenze, non c’era nulla di certo: al Val Pusteria, ad esempio, piaceva il Cortina, ma c’erano dei problemi logistici perché all’Olimpico bisognerà giocare di domenica, visto che il sabato sarà occupato dal pattinaggio artistico.

Nel frattempo si inizia a parlare anche di Milano, Val Pusteria e Renon interessate alla Ebel, nonostante quest’ultima abbia già smentito. Qual è la sua idea al riguardo?

E’ normale che altre squadre stiano valutando l’idea di spostarsi in Ebel, visto che è stata data questa possibilità al Bolzano. Gli avvenimenti di questa estate hanno aperto un fronte, ma servono ancora molti altri passaggi prima che questo diventi realtà. La Lega non è contraria che una squadra giochi in un campionato estero, ma nel caso del Bolzano è stata contraria a come è avvenuta la cosa: se c’è un progetto interessante, che mette d’accordo tutti i presidenti delle squadre e che sia valido anche per il futuro, allora è un conto, ma il blitz organizzato all’ultimo secondo non ci è andato giù. Vedremo in futuro, ma c’è bisogno di organizzazione: se alcune squadre decideranno di cambiare campionato, non bisognerà però lasciare sole le altre squadre, ma organizzare invece un’alternativa, magari chiedendo alle società che si spostano all’estero di creare un’altra squadra di giovani che giochi un campionato italiano.

Un’ultima curiosità. Che fine ha fatto la tanto propagandata “fighting rule”?

In questo momento stiamo ancora utilizzando il vecchio regolamento: abbiamo avanzato delle richieste alla classe arbitrale, ma dobbiamo ancora capire se sono fattibili. Mi spiego: ci sono tre momenti del fighting, vale a dire quando i giocatori lasciano cadere i guantoni, la rissa e il momento in cui essa finisce. In Ebel ciò corrisponde a 5 minuti di penalità senza squalifica, in DEL 2+2+10 senza squalifica, ma in quei casi i giocatori sono abituati e sanno quando fermarsi. Vogliamo capire cosa succederebbe qui, se la rissa precipiterebbe con la partecipazione di altri giocatori e altri fattori. Manca quindi l’accordo con gli arbitri, ma studieremo questa regola per il futuro. Mi preme però far capire che nessuno vuole il far west e risse sanguinose: parliamo di un fighting pulito, dove entrambi i giocatori accettano la rissa, vale a dire che un centro della prima linea non può indiscriminatamente avventarsi su un under 20 senza guanti. Quello che abbiamo proposto è un tipo di fight come quello che si vede in altri campionati europei come quelli citati: resta da vedere se da noi sarà possibile procedere in questo modo.

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