The next generation: Alex Gellert a Milano

The next generation: Alex Gellert a Milano

(da hockeymilano.it) – Quando il 2 Aprile 2009, durante l’indimenticabile “All Star Hockey Challenge”, il presidente del Milano, Ico Migliore, volle che la maglia numero 20 di Kim Gellert fosse ritirata in modo da restare anche sotto questo aspetto eternamente e indissolubilmente legata alle nobili spalle di quell’assoluta leggenda dell’hockey milanese, è probabile che i tantissimi tifosi di lungo corso giunti in massa all’Agorà abbiano collettivamente e spontaneamente visto in quel particolare episodio l’ennesima consacrazione di un legame – quello tra Gellert e Milano – che nessuno potrà sciogliere mai.
Di generazione in generazione, il vincolo non solo non si allenta, ma si salda ulteriormente: Alex Gellert, il figlio di Kim, vestirà quest’anno la maglia Rossoblu. Nato proprio a Milano nel 1989, primo tesseramento qui da noi ancora bambino, Alex ha i requisiti per essere considerato hockeysticamente italiano a tutti gli effetti, malgrado la sua carriera si sia naturalmente sviluppata – finora – in Nord America, dove tornò con la sua famiglia terminata l’esperienza italiana del padre.
Una stagione  in BCMML (lega ‘midget’ della British Columbia, con gli Okanagan Rockets),  poi due in British Columbia Hockey League coi Cowichan Valley Capitals (115 partite, 33 gol, 38 assists, 77 PIM), infine, nel 2009, l’entrata in NCAA, lega universitaria, presso la Alaska-Anchorage University. Il quadriennio di studi, durante cui diventa un elemento fondamentale per i Seawolves, forgia in lui un giocatore ad ampio spettro, in grado di girare terzino, centro o ala a seconda del contesto tattico.
Alex (stecca destra, 185 cm. X 82 kg.) non è uno con tonnellate di punti nelle mani ( sono 12+28 nelle 132 gare del quadriennio universitario, con 83 PIM), ma – scouting reports e analisi tecniche parlano chiaro – i suoi sono quasi sempre punti pesanti, di quelli che cambiano l’inerzia a una partita; d’altronde è la sua natura tecnica: non è una primadonna, è un uomo di fiducia, uno da situazioni delicate, che si tratti di gestire un pk sacrificando i polmoni, di tenere un vantaggio difendendo alla morte e sacrificando il corpo per bloccare tiri, o di portare l’ultimo assalto sacrificando le ossa in mezzo o intorno a slot ridotti a campi di battaglia.
È – insomma – il classico giocatore adorato dai suoi tifosi perchè fa quel che gli si chiede mettendoci sempre l’anima.
Ed è un Gellert: terminato il ciclo di studi, è arrivato il momento di salutare la NCAA e di tornare alle sue radici, che sono anche le nostre. Milano da battaglia: la trasformazione continua.

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