Di generazione in generazione, il vincolo non solo non si allenta, ma si salda ulteriormente: Alex Gellert, il figlio di Kim, vestirà quest’anno la maglia Rossoblu. Nato proprio a Milano nel 1989, primo tesseramento qui da noi ancora bambino, Alex ha i requisiti per essere considerato hockeysticamente italiano a tutti gli effetti, malgrado la sua carriera si sia naturalmente sviluppata – finora – in Nord America, dove tornò con la sua famiglia terminata l’esperienza italiana del padre.
Alex (stecca destra, 185 cm. X 82 kg.) non è uno con tonnellate di punti nelle mani ( sono 12+28 nelle 132 gare del quadriennio universitario, con 83 PIM), ma – scouting reports e analisi tecniche parlano chiaro – i suoi sono quasi sempre punti pesanti, di quelli che cambiano l’inerzia a una partita; d’altronde è la sua natura tecnica: non è una primadonna, è un uomo di fiducia, uno da situazioni delicate, che si tratti di gestire un pk sacrificando i polmoni, di tenere un vantaggio difendendo alla morte e sacrificando il corpo per bloccare tiri, o di portare l’ultimo assalto sacrificando le ossa in mezzo o intorno a slot ridotti a campi di battaglia.
È – insomma – il classico giocatore adorato dai suoi tifosi perchè fa quel che gli si chiede mettendoci sempre l’anima.
Ed è un Gellert: terminato il ciclo di studi, è arrivato il momento di salutare la NCAA e di tornare alle sue radici, che sono anche le nostre. Milano da battaglia: la trasformazione continua.
Stats su Eliteprospects – Eurohockey