Tanto rumore per nulla, pare. Il pugno di ferro della stanza dei bottoni del Bolzano riesce a fare la voce grossa nel nostro paese, ma non riscuote lo stesso successo fuori dai confini. Dopo aver convinto in poche ore società italiche, lega, federazione, giornalisti e tifosi, l’HCB si sentiva già in EBEL, il massimo campionato austriaco, tra i più prestigiosi d’Europa. Ma s’è tralasciato un particolare, non da poco: i soldi. Agli austriaci non bastano le promesse e i proclami, come accade da noi quando se si riesce a fare una squadra bene, altrimenti vediamo nel corso della stagione se ritirarsi, non pagare i giocatori, allestire una squadra con i ragazzini.
Ieri la riunione delle società austro-ceche-magiaro-slovene doveva dare l'”OK” finale al Bolzano in EBEL, ma i biancorossi dovevano portare sul tavolo le garanzie necessarie, tra cui la fidejussione bancaria. Una forma di tutela che spesso non basta nemmeno nei campionati seri (vedi le bancarotte delle squadre slovene e la migrazione dello Zagabria) ma che è una base minima di sopravvivenza. Specie se arrivi dall’Italia, paese che storicamente non ha certo la fama di affidabilità.
Nel frattempo il calendario del prossimo anno della EBEL è pronto, a 12 squadre.
E’ ormai questione di pochi minuti (conferenza stampa ore 12), per capire se per Bolzano è l’inizio di un sogno o la fine di una figuraccia.
Le garanzie del Bolzano non convincono la EBEL
