Sergei Bobrovsky dalla Siberia al Vezina 2013

Sergei Bobrovsky dalla Siberia al Vezina 2013

Con l’attenzione mediatica rivolta alla stellare finale di Stanley Cup tra i Chicago Blackhawks ed i Boston Bruins e la solita marea di trofei ai migliori giocatori dell’universo firmato NHL,quest’anno il Vezina Trophy che spetta al miglior portiere dalla Lega è andato a Sergei Bobrovsky primo goalie russo a ricevere questo premio quale autentica rivelazione in gabbia per i Columbus Blue Jackets ; ma chi è Sergei Andreyevich Bobrovsky?

Classe 1988 nato e cresciuto non solo hockeysticamente parlando a Novokuznetsk (600.000 anime,motore pulsante dell’economia metallurgica regionale) nel cuore profondo della Siberia a quasi 4000km ad est di Mosca, Sergei ha iniziato ad indossare gambali ed attrezzature varie col team della propria città, il Metallurg (nickname ereditato dalla propria industria) percorrendo tutta la trafila dalle giovanili fino a muovere i primi passi in prima squadra (2006) approdato a far un po’ di esperienza ad alti livelli ; il suo indiscutibile talento non passò inosservato agli occhi degli osservatori nazionali che lo portarono per le Super Series in Canada (sfida giovanile tra i migliori giovani russi e canadesi a rievocare la gloriosa Summit Series del ’72) e lo stesso anno il suo nome viene inserito anche tra i prospetti europei nella lista dei papabili draftati (adocchiato ma non dimenticato dai Flyers) ma l’attesa chiamata non arriverà visto i non proprio iniziali idilliaci rapporti tra le due leghe specialmente in fatto di giovani talenti (Malkin insegnava). La stagione seguente staziona con maggior continuità in prima squadra (24 uscite) nonostante il Metallurg continuava ad annaspare nei bassifondi della ex SuperLega Russa, portando a casa un bronzo ai mondiali U20 con la propria nazionale contendendo il posto in gabbia a Varlamov (ora agli Av’s) ritenuto al tempo il miglior giovane goalie in circolazione non solo a livello europeo. Con la nascita dell’ambiziosa KHL (2008), il team siberiano si assicura i servigi di un portiere decisamente più navigato (Sokolov) ma il buon Sergei nonostante le sole 7W a fronte di 32 match disputati ed il 92% di parate(!) si guadagna consensi e fiducia garantendosi i galloni di partente tant’è vero il Metallurg da solo dopo un annetto il benservito a Sokolov scegliendo l’opzione casalinga con Bobrovsky titolare e protagonista. La seconda stagione di KHL nonostante il team siberiano finisce anni luce fuori dalla corsa ai playoff ,vede comunque sia continuare l’ascesa di Sergei (35 partenze,9W col 91% di parate è il miglior in questa statistica) richiamando l’attenzione e sirene di una certa platea nordamericana,Philadelphia.

Philadelphia Flyers

La chiamata mai arrivata nel 2006,arriva nel Maggio del 2010 con i Flyers che rispolverano l’agenda del proprio GM (Holmgren ai tempi) mettendo sotto contratto Sergei nell’organizzazione di Philly;inizialmente il destino del giovane siberiano era quello di farsi le ossa nel farm team (Phantoms) ed anche dal prendere le misure alle arene nordamericane più piccole rispetto a quelle europee,ma una fantasmagorica pre-season unito all’infortunio di Leighton (allora backup) gli fan guadagnare la fiducia di coach Laviolette che lo proietta subito in NHL senza la trafila nelle minors. La prima uscita NHL,datata 7 Ottobre 2010 sarà da ricordare sia dentro che fuori dal ghiaccio per Sergei : autentico protagonista on ice nel 3-2 @way contro gli eterni rivali dei Pens con 29sv ed il premio quale miglior giocatore Bob (così ribattezzato dai fans dei Flyers) si fa conoscere all’esigentissima platea della città dell’Amore Fraterno strappando il record di franchigia quale goalie più giovane a portar a casa la prima vittoria in NHL scalzando un monumento epocale quale Hextall dagli annali storici. Off ice media e giornalisti locali andarono a nozze per conoscere questo sconosciuto 22enne timido siberiano che parlava a monosillabi rilasciando interviste con tanto di traduttore al seguito vista la sua poca amicizia con l’inglese. Il suo talento cristallino in gabbia inizia ad esplodere in tutta la sua interezza ed affiancato incredibilmente per la prima volta in carriera da un assistant-coach per migliorarne il proprio stile e talento,Bob che non è un portiere trascendentale e decisivo in termini di resa e spettacolarità come può essere un Lundqvist o alla Hasek per intenderci,riesce a compensare il poco dialogare con i propri difensori (spesso bacchettato per questo) ed a guadagnarsi il rispetto dei più navigati compagni col proprio estenuante e massacrante lavoro in gabbia dal modo di presentarsi ai match tenendo sempre un basso profilo,concentrazione ai massimi assieme ad un ottimo atletismo esaltato dai propri felini riflessi vero marchio di fabbrica del goalie russo. Dirigenza e città lo imparano ben presto ad amare con la stessa velocità con cui iniziano a dimenticarlo nell’arco stesso di una singola annata: se la sua prima regular season in NHL va in archivio con 54 partenze (28W) e poco più del 91% di parate in post-season a Bob non riesce la stessa magia:la troppa pressione dell’ambizioso ambiente elitario targato Flyers (finalisti di Stanley Cup la stagione passata) non concede troppe chanche al giovane goalie siberiano lasciato ben presto in panca al cospetto del più esperto Boucher. Flyers in vacanza al secondo turno dei playoff e nell’estate seguente la dirigenza fa un clamoroso colpo di mano portando a casa un contratto principesco l’ottimo Bryzgalov (dagli Yotes) per nove stagioni relegando di fatto a backup Bobrovsky. Il tandem russo in gabbia non porta glorie alla causa Flyers (out nuovamente al secondo turno dalla corsa alla Stanley Cup) e la seconda stagione in NHL il talento di Bob schierato col contagocce sul ghiaccio (solo 29 partenze) è offuscato al cospetto dello scomodissimo rivale connazionale in gabbia e la fiducia tramonta definitivamente nel Giugno scorso quando viene letteralmente “regalato” ai Columbus Blue Jackets per tre pick minori ai draft.

Lockout e Russia.

L’amore ben presto sbocciato e finito con Phila (alla quale ha sempre portato un sentito riguardo,ndr) proiettano in una franchigia di secondo piano Bobrovsky (non me ne vogliano i fan Jackets) accettando ben volentieri la nuova sfida lontano dai clamori e media in un ambiente meno enfatizzato come quello dell’Ohio sembrando sin da subito una buona soluzione per ripartire al 23enne russo ma le nubi che incombono sul cielo NHL (lockout) fanno fermare ai nastri di partenza la stagione e le sirene del mondo della KHL fanno da richiamo anche per Bob che firma il giorno dopo il suo 24mo compleanno per lo SKA St.Pietroburgo (fino al termine del lockout): l’amor per la propria “casa” e soprattutto la voglia infinita di giocare e mettersi in gioco soprattutto riportano in Russia il giovane goalie siberiano che in 24 partenze in gabbia farà letteralmente impazzire compagni e tifosi per gesta,parate e sicurezza on ice portando alla causa dello SKA ben 18W col pazzesco 93% di parate prima di salutare (senza venir mai dimenticato dalla platea russa) per imbarcarsi nella nuova avventura in Nhl sulla sponda Columbus.

Columbus Blue Jackets

Vita durissima nella Central Conference con team quali Chicago,Detroit e St.Louis senza dimenticare Nashville (col prossimo riallineamento Columbus vola ad Est) e per i Jackets,orfani per la prima volta di Rick Nash (Rangers) il lavoro sembra improbabile sin dalle prime uscite per il team di coach Richards. L’inizio balbettante per il team dell’Ohio che,chiuso tra troppe forze,non vede emergere il lavoro di squadra ed il balletto in porta tra Bob e Steve Mason vede vincere ben presto il goalie siberiano che riesce a ritagliarsi spazi e consensi al cospetto dell’ex enfant prodige di casa : se i primi due mesi sono avari di soddisfazioni e vedono Columbus lontano anni luce dalla corsa ai playoff,Marzo e Aprile saranno i mesi di Bobrovsky che si carica letteralmente con tutte le proprie forze l’intera squadra sul proprio groppone incamerando ben 18W in due mesi (!) arrivando solo ad accarezzare il sogno post-season sfumato in dirittura d’arrivo chiudendo in ottava piazza a pari merito con i Wild (ma out per il saldo vittorie). Le impressionanti statistiche recitano che in 38 uscite,Bobrovsky chiude con 21W (quinto assoluto) il 93,2% di parate (secondo in NHL) e ben 4 shootout (secondo ed in ottima compagnia) ritagliandosi un meritato spazio tra i finalisti per l’ambitissimo Vezina Trophy 2013 assieme a goalie fantastici come Lundqvist e Niemi.

Vezina Trophy 2013

Nella nottata appena trascorsa,il premio quale miglior goalie della regular season è stato attribuito un po’ a sorpresa (o forse no?) proprio a Sergei Bobrovsky :  con l’immancabile traduttore che lo segue in ogni dove (preferisce farsi capire sul ghiaccio che fuori,come piace ricordare) Bob non si discosta dal proprio basso profilo senza parlar al momento troppo del suo futuro:

Vorrei ringraziare l’organizzazione dei Columbus Blue Jackets,i miei allenatori ed i compagni di squadra che hanno lottato duramente davanti a me di notte in notte così come i tifosi che ci hanno sostenuto , perché tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la loro presenza…ora è il momento di festeggiare per questo riconoscimento , non sto nemmeno pensando ad eventuali (possibili) contratti visto che ci sarà il momento di sederci col mio agente e pensare ai nostri prossimi passi in futuro ma sono sicuro che andrà tutto per il meglio

Dopo i vari ringraziamenti ed omaggi dovutissimi (dai familiari,agli allenatori e compagna) Bob spezza una lancia anche a favore dei propri rivali in finale del Vezina (Lundqvist e Niemi,ndr) complimentandosi per la loro ottima annata iniziando a godersi i frutti di tale lavoro lasciando ai giorni a venire il destino sul suo futuro : quest’anno è in scadenza di contratto (5 Luglio) con Columbus (900’000 $ a stagione,ndr) e il GM Kekalainen in special modo vorrebbe trattenerlo in squadra con lo SKA St.Pietroburgo alla finestra avendo messo sul piatto dell’offerta ben 8 milioni di Euro (!) a stagione per assicurarsi i servigi di Bobrovsky , un goalie dal potenziale infinito forse un po’ all’antitesi della classica super-star (nonostante sia in corsa per la cover di un famoso videogioco di hockey) che concede interviste col traduttore preferendo farsi capire a suo modo sul ghiaccio per l’ex semisconosciuto goalie che partendo della profonda Siberia ha fatto tuonare nel firmamento hockeystico il suo nome quale sinonimo di dedizione,passione e lavoro per lo sport più bello e spettacolare del mondo.

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