La nascita dell’Eliteliga Serie A: tra nuovo format, meno stranieri e fair play finanziario

La nascita dell’Eliteliga Serie A: tra nuovo format, meno stranieri e fair play finanziario

di Luca Tommasini e Thomas Valeruz

Verona – La Serie A cambia nome in Eliteliga Serie A. L’annuncio è stato dato questo pomeriggio nel corso di una conferenza stampa della Lega Italiana Hockey Ghiaccio all’Hotel Saccardi, nei pressi di Verona. Come ha annunciato il presidente della Lega, Tommaso Teofoli, si tratta di un progetto economico e di marketing della durata di cinque anni, che partirà dalla prossima stagione e che comprende non solo una nuova formula, ma anche un fair play economico-finanziario, la riduzione progressiva del numero dei transfer card e un nuovo regolamento unico per i farm-team. Un progetto quinquennale rappresenta una sorta di unicum in uno sport in cui si è sempre deciso tutto all’ultimo secondo.

Niente più retrocessioni e promozioni
“Potrà partecipare alla nuova Eliteliga soltanto chi avrà determinate caratteristiche sportive ed economiche”, queste le parole di Teofoli. I requisiti principali, naturalmente, sono quelli finanziari: la Lega infatti metterà dei paletti grazie ai quali le società non solo non potranno aggiungere altri debiti a quelli che già hanno, ma dovranno anche presentare un progetto grazie al quale nel giro di qualche anno riusciranno a tornare in pari con il bilancio. Niente più retrocessioni in A2, niente più promozione per le squadre del campionato cadetto. “Entro fine giugno vorremmo avere i dati completi – ha aggiunto Teofoli – per poi lavorare al format finale da presentare a settembre”. Insomma chiunque dimostrerà di poter partecipare al massimo campionato italiano potrà farlo: “Attenzione – ha avvertito però il presidente – se una città come quella di Torino ci presenta un progetto valido, comunque sarà nostra discrezione proporre prima la militanza in una serie cadetta per testare le capacità di quella società”. Non è dato sapersi quindi da quante squadre sarà composto il prossimo campionato: il resto è cosa nota, squadre come Pontebba e Fassa rimarranno con molta probabilità fuori dai giochi, ma non sono assolutamente le sole ad avere problemi finanziari. “Confido in un campionato di almeno dieci squadre – ha concluso Teofoli – ma non parliamo di wild card: le squadre che il prossimo anno si presenteranno alla partenza di questa Eliteliga saranno in primis quelle che hanno già il titolo sportivo dell’A1 acquisito nell’anno in corso, poi quelle squadre che presenteranno i requisiti che divulgheremo”. Insomma, se una società non ha i giusti requisiti è inutile che si iscriva all’Eliteliga, ma è meglio che stia un gradino più sotto. Quali sono questi requisiti? Niente è trapelato nel corso della conferenza stampa, la Lega lo farà sapere con tutta probabilità entro qualche settimana. Per quanto riguarda il format della prossima stagione, una piccola anticipazione c’è: è stato detto a chiare lettere, il Master Round è stato un errore. Il campionato 2013/14 sarà quindi probabilmente composto da un minor numero di partite, anche per incentivare il pubblico ad andare allo stadio più spesso: poi chissà, forse anche i posti disponibili per i playoff saranno ridotti, ma di questo si discuterà in futuro. Una cosa è certa: la Lega ha compreso quanto sia importante “prendersi per tempo” (e questa conferenza stampa del 24 aprile ne è la conferma, ndr) e, in collaborazione con la Federazione, anticiperà il termine ultimo per l’iscrizione all’Eliteliga Serie A alla fine di giugno, in modo tale da studiare il format ideale per il campionato e il calendario dello stesso entro la fine di luglio.

Sempre meno stranieri
Per la stagione 2013/14 e 2014/15 le società potranno contare su un totale di cinque transfer card, che si ridurranno poi a quattro nelle stagioni successive: ricordiamo che per stranieri si intendono extracomunitari, comunitari e italo non eleggibili per la Nazionale. “Meno stranieri non vuol dire meno spettacolo – ha sottolineato Teofoli – qualche anno fa le squadre potevano contare su un altissimo numero di transfer card, ma nonostante in questi anni le cose siano cambiate non mi sembra che il livello sia sceso: questo ha portato a un buon parco giocatori per la Nazionale, per questo mi complimenti con i presidenti per avere creato delle squadre competitive con un numero di transfer card ridotto”.

Nuova regolamentazione dei farm-team
Con un occhio allo sviluppo dei giocatori italiani in un’ottica nazionale, è sorta la necessità di regolamentare in maniera differente, rispetto quanto fatto finora. Si cercherà, infatti, di creare un regolamento unico per il passaggio dei giocatori tra la neonata EliteLiga Serie A e la serie cadetta e viceversa, e dalla serie cadetta alla serie C e viceversa, permettendo di fatto una più proficua maturazione dei giovani giocatori italiani, evitando quei clamorosi buchi regolamentari per cui era possibile rischiare che un giocatore non potesse giocare in nessuno dei tre campionati per alcuni errori commessi in fase di convocazioni.

Fair Play Economico-Finanziario
Come è noto, in Italia e non solo si sta vivendo una crisi economica che sta mettendo in ginocchio numerose imprese, e non risparmia neppure le squadre di hockey su ghiaccio, che sempre più vedono i propri introiti ridotti all’osso e la conseguente lievitazione dei costi di gestione. Per questo, rispondendo ad una direttiva del CONI di qualche anno fa, viene introdotta una regolamentazione della situazione debitoria delle diverse società. “Una squadra non può creare più debiti di quelli che ha, se ha debiti, mentre se non ne ha non può crearne di nuovi” con queste parole il presidente Teofoli introduce il concetto di Fair Play Economico-Finanziario “e le società che hanno dei debiti devono dichiarare le modalità con cui, in questi cinque anni, provvederanno a ripagarli” Non si tratta di una limitazione “dall’alto” del budget a disposizione delle società, ma bensì una sorta di “autolimitazione” dello stesso: questa regola infatti premia quelle società che meglio hanno saputo lavorare dal punto di vista degli introiti, che di conseguenza avranno più fondi da spendere nel progetto sportivo. Una scelta, quella della Lega, atta a tutelare tre categorie di interessati: le società stesse, che in questo modo non vedono eventuali patrimoni dilapidati per scelte sbagliate; le altre società, visto che i problemi di natura finanziaria a carico di una società possono scombussolare il regolare andamento dei campionati in corso; i creditori delle varie società, visto che le società di hockey, per statuto, sono delle Società a Responsabilità Limitata, ed un eventuale fallimento creerebbe difficoltà a catena nei sistemi economici locali. Per chi mastica di contabilità, di fatto, questa è un’imposizione del pareggio di bilancio di conto economico, permettendo a chi li ha di mantenere i propri debiti registrati a stato patrimoniale, salvo presentare un corretto piano di rientro del debito a medio-lungo termine. Sarà la federazione, assistita da uno staff di commercialisti, a controllare la documentazione fornita dalle società e valutarne la coerenza con il nuovo regolamento di Fair-Play Finanziario. Questo concetto non sarà direttamente esecutivo dalla prossima stagione, ma verranno introdotti alcuni “paletti” che, a poco a poco, porteranno alla situazione definitiva; il primo regolamento che, con tutta probabilità sarà inserito, è il divieto di partecipazione alla Eliteliga Serie A per quelle società che vantano debiti nei confronti dei propri tesserati e nei confronti della Federazione. La Lega dovrà però prestare attenzione alle contingenze che un regolamento strutturato in questa maniera potrebbe creare: a parità di budget a disposizione, rischia di essere penalizzato a breve termine chi più investe nel settore giovanile rispetto a chi investe tutto il budget nella prima squadra? Chi sarebbe incentivato, sempre a breve termine, ad investire nei prodotti legati all’hockey visto come “spettacolo” (es. la ristrutturazione del bar del palaghiaccio)?

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