Elitserien: Trionfo Skellefteå

Elitserien: Trionfo Skellefteå

Dopo un’attesa durata 35 anni, e due finali perse negli ultimi due tornei contro Farjestad e Brynas, lo Skelleftea finalmente alza di nuovo al cielo il Le Mat Trophy dopo aver meritatamente battuto il Lulea in 4 incontri e tutti insieme hanno potuto indossare i caschi dorati, onorificenza che si possono permettere i campioni. Lo stesso Oscar Lindberg dello Skelleftea, 4+8 e miglior marcatore dei suoi, è stato insignito dello Stefan Liv Memorial Trophy che va al MVP dei playoff. A onor del vero c’è da dire il Lulea ha reso vita dura al team di coach Wallsson, tant’è che in gara 1 la vittoria è stata ottenuta grazie ad una rete di Holloway in OT per l’1-0 finale e per la gioia dei 6001 spettatori della Kraft Arena di Skelleftea, così come, paradossalmente, anche gara 3 è stata vinta dai padroni di casa in rimonta, infatti dopo aver subìto la rete di Gunnarsson nel primo periodo, sono riusciti a raddrizzare le sorti del match nel secondo periodo grazie alla rete del provvisorio pareggio di Sevc per poi passare in vantaggio grazie alla rete decisiva di Arvidsson, poi ci ha pensato Eriksson, ottime le prestazioni del goalie campione, a chiudere i battenti e consentire ai suoi di portarsi sul 3-0 nella serie. Come detto paradossalmente i maggiori grattacapi a Lindberg e soci sono arrivati alla Kraft Arena mentre in trasferta alla COOP Arena di Lulea hanno trovato maggiori spazi di manovra, in gara 2 il 4-2 finale è stato colto in modo più semplice, infatti la seconda rete dei padroni di casa è arrivata solo sul finire dell’incontro, fin lì ottimamente controllato dagli ospiti, Arvidsson ed Emanuelsson sugli scudi, mentre gara 4 è stata in pratica una passerella finale per decretare i futuri campioni della Elitserien grazie al 4-0 finale dell’incontro e della serie stessa.
Impressionante la stagione appena conclusa per lo Skelleftea, dopo aver conclusa la stagione regolare dominando su tutti ha continuato nei playoff, esito scontato non si può certamente dire, però il team di coach Wallsson ha dimostrato una consapevolezza dei propri mezzi a tratti disarmante nei confronti degli avversari, un solo incontro perso nei playoff, un goalie, Eriksson, classe ’90, in grado di mettere sicurezza al reparto arretrato, statistiche molto buone in regular season, ma nettamente migliorate durante i playoff, 95,22% di parate e una media 1,06 reti subite e tre shutout, di cui due nella serie finale, nel derby, col Luela. La difesa ha retto magnificamente l’urto degli attaccanti avversari, nulla di trascendentale, nessun difensore con grandi numeri sulle stecche, ma efficaci nell’interdizione e abili nel servire i propri avanti. L’attacco ha fatto altresì la differenza, su tutti Lindberg, non per nulla MVP, poi i vari Lindstrom, Moeller, Arvidsson, Holloway e via dicendo, con quattro linee di attacco in grado di fare il bello e brutto tempo nelle difese avversarie. Wallsson è riuscito dal canto suo a tenere alta la concentrazione del gruppo, mantenendo la giusta tensione per tutti i playoff consentendo quella tranquillità a tutto l’ambiente che era mancata per riuscire a fare il passo decisivo nelle ultime due stagioni, e conquistare quel trofeo da troppo tempo agognato dalla città di Skelleftea intera.

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