(Budapest) – “Molti nemici, molto onore” recitavano i latini; se l’onore consiste nell’affrontare una molteplicità di nemici, nel nostro caso sportivi, o un destino impossibile, gli Azzurri se lo sono ampiamente guadagnato. Come i 10.000 legionari romani sconfissero, nella battaglia di Alesia, i 328.000 Galli guidati da Vercingetorige nel 52 a.C., così i 22 Azzurri scesi sul ghiaccio della SportArena, hanno messo in ginocchio l’Ungheria e ammutolito gli 8.197 spettatori presenti sulle tribune.
Coach Pokel recupera Scandella e presenta, per la prima volta in questi Mondiali, un’Italia al completo. Parte bene il Blue Team che costringe l’Ungheria sulla difensiva, i primi pericoli sono griffati Scandella e Rocco. I magiari non reggono la pressione e incorrono nell’errore: Borgatello ruba il disco in balaustra ad un avversario, lo cede a Rocco, il quale, posizionato a breve distanza dal goalie ungherese lo buca nel five hole. Il dominio dell’Italia è spezzato al 5.24 da Gergo Nagy, tuttavia ai padroni di casa, per trovare il pareggio, serve un power play (il primo della partita) concretizzato dal tiro dalla media distanza dell’ex bolzanino Mihaly al 6.15. Egger e compagni si riorganizzano e 3’30” più tardi si presentano nuovamente dalle parti di Szuper; l’Ungheria, viceversa, esce alla distanza rendendosi pericolosa in due situazioni di quattro contro quattro. Nei minuti finali, favoriti da una superiorità, i magiari cingono d’assedio la gabbia di Dennis, l’estremo difensore risulta invalicabile.
Pokel a fine gara:
La differenza è stato un goal. La mia squadra è partita molto bene, siamo andati subito in vantaggio. Nel secondo periodo, non abbiamo giocato bene. Nel terzo periodo, penso, che abbiamo dimostrato il perché di quel goal di differenza, su noi non c’era pressione. Entrambe le squadre volevano la vittoria, ma noi abbiamo giocato con più calma. Sono orgoglioso dei miei ragazzi per il lavoro svolto.
Il prossimo obiettivo sarà conquistare la medaglia d’oro. Arrivato a questo punto non mi accontento della medaglia d’argento. Domani darò fiducia a quei giocatori non utilizzati oggi, a partire da Andreas Bernard.
Ungheria – Italia 1-2 (1-1; 0-0; 0-1)
Ungheria: Levente Szuper (Miklos Rajna); Bence Sziranyi – Tamas Sille – Viktor Tokaji – Csaba Kovacs – Balazs Goz – Andras Horvath – Viktor Szelig – Tamas Pozsgai; Balasz Ladanyi – Istvan Sofron – Istvan Bartalis – Marton Vas – Janos Vas – Janos Hari – Andras Benk – Ladislav Sikorcin – Arpad Mihaly – Kriszlian Nagy – Gergo Nagy – Balint Magosi. Coach: Rich Chernomaz
Italia: Adam Dennis (Andreas Bernard); Christian Borgatello – Alexander Egger – Daniel Sullivan – Trevor Johnson – Armin Hofer – Armin helfer – Andrea Ambrosi – Stefano Marchetti; Markus Gander – Marco Insam – Anton Bernard – Giulio Scandella – Nathan di Casmirro – Robert Sirianni – Nicola Fontanive – Diego Kostner – Patrick Iannone – Luca Felicetti – Vincent Rocco – David Borrelli. Coach: Thomas Pokel
Arbitri: Maxim Sidorenko (Bielorussia) e Pascal St. Jacques (Canada) Linesmen: David Brown (Stati Uniti) e Alexander Waldejer (Norvegia)
Penalità: Ungheria 12 (4/4/4) – Italia 14 (8/6/0)
Tiri: Ungheria 25 (9/10/6) – Italia 26 (6/9/11)
Marcatori: (0-1) 02.46 Vincent Rocco (Christian Borgatello); (1-1) 06.15 Arpad Mihaly (Janos Hari – Balazs Ladanyi) PP; (1-2) 50.41 Patrick Iannone (Diego Kostner – Nicola Fontanive) PP
Spettatori: 8.197
MVP: Istvan Bartalis (Ungheria) e Alexander Egger (Italia)