Fassa Shock: “Chiudiamo”

Fassa Shock: “Chiudiamo”

Tra le righe del quotidiano “L’Adige”, la notizia arriva come un fulmine a ciel sereno soli 15 giorni dopo la fine della stagione sportiva, conclusa con la vittoria nel playout contro il Pontebba che avrebbe garantito la permanenza in serie A1. Permanenza conquistata sul ghiaccio, ma compromessa dalla situazione di crisi nazionale che riduce al minimo le entrate degli sponsor, impedendo di fatto alla società di proseguire nel proprio progetto di avere una formazione nel massimo campionato e un florido settore giovanile.

«Causa il momento di crisi generale che ha portato ad una cospicua riduzione di entrate da parte di aziende private, causa il continuo aumento dei costi ed il disinteresse di alcuni nostri rappresentanti istituzionali alle nostre richieste di aiuto, la SHC Fassa si trova ora a dover far fronte ad una delicata situazione economica. Dopo un’attenta e necessaria valutazione la dirigenza, a malincuore, ha stabilito che a decorrere dal 31 marzo di quest’anno, tutte le attività sportive (secco e ghiaccio) verranno sospese e per ora non è possibile prevedere “se” e “quando” riprenderanno».

Il problema principale sembra essere l’ingente debito per la costruzione dell’impianto fotovoltaico sul tetto del “Gianmario Scola”, per il quale sono stati spesi circa 3 milioni e 400 mila euro, senza ricevere i 500mila euro promessi dalla Provincia come contributo, la diminuzione delle entrate da parte degli spettatori (circa 30mila euro in meno della passata stagione) e la riduzione del budget da parte della Trentino SpA, uno degli sponsor di maggioranza della società ladina. La stessa società, inoltre, attacca le istituzioni locali, colpevoli secondo il presidente di scarso interesse verso l’Hockey Club Fassa.

Ho dovuto iniziare a licenziare, per ora un preparatore atletico. Abbiamo due segretarie, di cui una occupata da 15 anni. Vorrei che ci si rendesse conto che l’hockey in Val di Fassa offre anche possibilità di lavoro per alcune famiglie e un percorso di crescita sportivo-sociale per i figli di un gran numero di famiglie della valle, che non hanno, in luoghi periferici come il nostro, il ventaglio di opportunità che può offrire un centro cittadino. Alcuni giocatori provenienti dalla squadra fassana sono approdati in nazionale. Abbiamo una squadra di campionato italiano di serie A composta da giovani provenienti dal nostro vivaio, tagliando sulla presenza di stranieri. Per questo vogliamo esserci, sportivamente e anche turisticamente, ma non siamo considerati».

Dopo queste parole che il presidente della società ladina ha rilasciato al quotidiano l’Adige, in un articolo a firma Chiocchetti, la situazione che sembra essere drammatica e definitiva potrebbe avere gravi ripercussioni sul movimento hockeistico nazionale, privando la massima serie di una realtà importante e radicata nel tessuto sportivo. Senza timore d’essere smentiti, possiamo credere che ogni appassionato dello “spaghetti hockey”  auspichi nella mobilitazione delle istituzioni pubbliche e di qualche investitore privato, affinchè il Fassa possa proseguire non solo nelle attività sportive di serie A, ma sopratutto mantenere in vita quel settore giovanile che ha sfornato ottimi talenti in ottica nazionale.

Ultime notizie
error: Content is protected !!